Folle Lauretta senza problemi

Folle Lauretta senza problemi La commedia al Carignano Folle Lauretta senza problemi Testo di Barillet e Gredy con la Masiero e Foà Quando, come questanno, nel teatro italiano tira aria di « boulevard », puntualmente ricompaiono i testi dell'antica e premiata coppia Barillet e Gredy che problemi non se ne pongono o, se li pongono, li risolvono alla maniera della piccola posta dei settimanali femminili. «Ero una famosa soubrette — potrebbe scrivere a qualche signorina Cuorinfranti la protagonista della Folle Amanda — e mi sono ritirata dalle scene ancora giovane per amore di un uomo che poi mi ha abbandonata. Ma ho continuato ad amarlo e quando, dopo cinque anni, lui si è rifatto vivo, in verità perché temeva la pubblicazione delle mie memorie, gli ho nuovamente sacrificato una carriera che stavo per ricominciare: mi ha piantato un'altra volta, ho sfiorato il suicidio, che cosa devo fare?». La risposta, che potrebbe anche essere « perché non adotta un'orfanella?», è nel J finale della commedia che si rappresenta da ieri sera al 1 CariSnano: xm Pateti co, secondo la collaudata formula del sorriso tra le lacrime o viceversa, che conclude in qualche modo una vicenda che stava perdendo i colpi dopo aver piacevolmente intrattenuto il pubblico con le sue amabili fatuità, ! amabili come la sua simpatiI ca e un po' folle, appunto, protagonista. Che è poi la ; Masiero in ' un personaggio nel quale si muove, tenera e J spigliata, a suo agio soprat i tutto quando si fa vagamen: te autobiografico e l'Amanda 1della finzi(>ne assume i con torni della Lauretta degli An ni Quaranta e Cinquanta. Lauretta Masiero si è trovata quest'anno un nuovo partner e anche un nuovo regista perché Arnoldo Foà non soltanto sostiene con disinvolto mestiere la parte dell'ex marito egoista e un po' canaglia, ma ha anche curato la messinscena della commedia che egli-stesso ha adattato alla situazione italiana trasformando ad esempio il proprio personaggio in un nostro ministro sociali- sta (e vendicando così tutti i ministri democristiani che da sempre hanno fatto da testa di turco sui nostri palcoscenici). Arricchito da alcune orecchiabili canzoni che Gianni Ferrio ha composto su testi di Giorgio Calabrese, e nella sintetica cornice scenica di Tony Stefanucci, lo spettacolo, che ha inaugurato la stagione in abbonamento del Carignano, ha avuto cordiali accoglienze. Oltre che dei due interpreti principali, il merito delle risate e degli applausi tocca a Isabella Graffi, Serena Bennato e a Gianfranco Mari, Enrico Baroni, Marcello Tusco e Paolo Lombardi che caratterizzano con garbo gli amici devoti e affezionati dell'ex diva. a. bl.