Sogno al giudice: "Sono pronto,, ma per Violante non c'è fretta

Sogno al giudice: "Sono pronto,, ma per Violante non c'è fretta Con una telefonata ha accettato di presentarsi Sogno al giudice: "Sono pronto,, ma per Violante non c'è fretta Dopo l'ordine di comparizione l'ex ambasciatore si era "dato alla latitanza", dichiarando di voler ricusare il magistrato - Adesso ha cambiato idea; tuttavia l'interrogatorio non urge sciatore Edgardo Sogno, indiziato dal giudice Violante di cospirazione politica assieme a Borgliesio, Martini Mauri e Mautino. L'ex comandante partigiano ieri mattina ha telefonato al magistrato dicendo di essere disposto a farsi interrogare. Finora Sogno aveva rifiutato sempre di entrare nello studio di Violante, di recente aveva ripetuto questo proposito. Nel corso di un'intervista a « Telebiella » aveva detto che avrebbe collaborato con la giustizia per dare « ad un magistrato imparziale e obiettivo » l'aiuto necessario. Questo magistrato « imparziale e obiettivo », secondo la valutazione di Sogno non era Violante, ma il sostituto procuratile Fiore di Roma. D'improvvise, e non si sa bene perché, l'ambasciatore ha cambiato idea e si è messo a disposizione del giudice torinese. Forse è stato l'avvocato difenso- re a consigliarlo in questo senso. Il suo atteggiamento avrebbe potuto nuocergli. Sembra che tuttavia ora Violante non abbia molta fretta di sentirlo. Il giudice avrebbe infatti risposto: « Attualmente le esigenze processuali non rengono urgente un interrogatorio ». Ma ha aggiunto che comunque « la sua porta rimane sempre aperta ». Il fatto è probabilmente che la necessità di stringere i tempi nei confronti degli imputati del cosiddetto « sestetto d'ottobre » che progettavano un « golpe » (Pavia ed i suoi presunti complici) ha fatto passare in secondo piano l'inchiesta su Sogno che, giova precisarlo, non avrebbe elementi di collegamento con le al- | tre indagini sui progetti eversivi | di cui si occupa Violante. | Proprio ieri il giudice istruttore ha emesso contro quattro componenti il « sestetto » un nuovo mandato di cattura che perfeziona dal punto di vista formale le accuse. I quattro sono l'industriale torinese Mario Pavia, ring. Eliodoro Pomar dell'Euratom di Ispra (latitante), l'avv. modenese Leopoldo Parigini e l'analista palermitano Giacomo Micalizio. Il pilota civile Scolari e Nicoli, l'agente del Sid infiltratosi nel gruppo, come sappiamo sono stati fatti uscire dal carcere in libertà provvisoria. La motivazione del mandato, sulla quale viene mantenuto, come al solito, il più stretto riserbo sarebbe molto complessa e articolata. Si conoscono solo i tipi di reato contestati ai quattro. Sono quelli previsti dagli articoli del codice penale 283 (attentato contro la Costituzione dello Stato), 302 (istigazione — non accolta — a commettere delitti contro la personalità internazionale ed interna dello Stato); e 305 (cospirazione politica mediante associazione). Il mandato di cattura farebbe riferimento anche ad un fatto nuovo emerso nelle battute finali delle indagini: Pavia e Scolari 11 3 ottobre, cioè il giorno prima del loro arresto, si sarebbero Incontrati a Torino e avrebbero stabilito di tenere una riunione conclusiva a Roma il 16 ottobre; il giorno dei Santi sarebbero poi passati alla fase esecutiva del folle piano. L'Incontro del 3 ottobre è importante per quanto riguarda la competenza: essa risulterebbe assegnata in modo definitivo a Torino, dal momento che nella nostra città si è compiuto l'ultimo atto rilevante dei « golpisti ». I 1 Edgardo Sogno - Due dei presunti golpisti l'avv. Parigini e il medico dott. Micalizio E' bi id i è

Luoghi citati: Pavia, Roma, Torino