La paura non serve a produrre gol

La paura non serve a produrre gol Deludono i "grandi duelli,, in campionato, ora tocca agli azzurri La paura non serve a produrre gol Meno spettacolo e più nervi Solo undici gol per 520 mila spettatori e 636 milioni d'incasso e quattro miliardi e mezzo di giocate al Toto Attorno ad undici miseri gol la girandola dei 320 mila spettatori, dei 636 milioni di incasso (quote abbonati escluse), dei 4 miliardi e mezzo di giocate al Totocalcio (con un monte premi di un miliardo e 500 milioni, record). Ed alla sera in tv a fianco del volto con- trito di Suarez, uno spagnolo, che corca di giustificare il non gioco del derby milanese ma non ce la fa, ecco la grinta pretenziosa di Giagnoni che sostiene chissà quali meriti del Milan. Un Giagnoni completamente finto, imborghesito, che ha adattato il suo vero personaggio conosciuto a Torino. A chissà quali esigenze « di mercato ». E poi arriva Sabadini, per l'occasione rappresentante del ceto-giocatori, a dire che è giusto così; Frajese cerca di fargli capire che il tifoso potrebbe anche averne abbastanza, un giorno, ma lui non capisce o fa finta. - Se vengono va bene così — dice — vuol dire che si divertono ». Chi paga I salati biglietti degli stadi si è preso pure la patente di gonzo. Invece non va bene per nulla. Non va bene perché la paura di perdere degli allenatori (a parte sottolineiamo i particolari del t non gioco » della Fiorentina) j San Siro fosse evidente la paura ha ancora una volta avuto il sopravvento su tutto, anche sulle oneste intenzioni di quei giocatori che non saranno campionissimi ma sentono il gusto di cercare il gol. Non un critico ha mancato di sottolineare come a di entrambi i tecnici, ed è difficile che si sbaglino tutti. Era stato facile prevedere alla vigilia che molto sarebbe dipeso — in una giornata di grandi scontri — dal coraggio che le squadre sarebbero state capaci di gettare sulla bilancia. Pochi grammi in tutto, troppo poco. Hanno segnato soprattutto le punte: su undici gol, due di Pulici, uno di Savolcii I, Garritano, Gori, Traini, Garlaschelli. Prati (finalmente). Poi reti di Causio che è pur sempre un avanti, e di Guerini e La Palma, gli unici due arrivati da lontano in zona tiro. Anche questo un segno dello scarso slancio delle singole formazioni: è vero che sono proprio le punte demandate a fare gol, ma qualche inserimento del compagni non sarebbe così colpevole. Solo Napoli-Lazio, per giudizio unanime, ha offerto scampoli interessanti. Con tutto ciò chi ha potuto scrutare II volto di Bernardini, ha detto che il commissario unico « pareva deluso ». Per fortuna sua non era su altri campi, dove si è visto ben di peggio. A Torino c'è stato un revival del passato, con i granata appena più aggressivi non tanto per convinzione di Fabbri quanto per istinto naturale dei singoli e per la spinta del pubblico amico. Ma al Torino mancava l'estro di Sala, è già una scusante va lida. Rocco per la prima volta della stagione non aveva invece problemi di infermeria, ha scelto chi riteneva più adatto. « Tufi indrio, ciò » deve aver detto ai « ragazzi » in spogliatoio. Ci sono voluti i gol di Pulici a scuotere il match, nel quale ha in parte , deluso Antognoni che ha dimo-! strato di avere un carattere trop- po fragile, di avere già a vent'anni i nervi a fior di pelle. Tanto distaccato sembra nelle interviste, durante le quali quindi recita una parte, tanto è indisponente in campo con il suo tono di sufficienza. Può darsi che Merlo sostenendo a fine partita « la sconfitta farà bene a qualcuno ». allu- desse proprio al biondo compagno di reparto. Del resto non solo Antognoni dimostra di andare fuori binari con troppa facilità. Il calcio sta vivendo un momento strano: il difficile lavoro di ricerca di Vàlcareggi autorizza molti dei suoi protagonisti a sparare sentenze, a ergersi a giudici. Crivelli, co¬ nosciuto come un mite nella lunga parentesi torinese, adesso a Terni fa il tribuno. La domenica precedente è venuto a parole con la moglie di Sala, Ieri l'altro spalleggiato da Masiello pare abbia insultato Maroso. Longobucco se la prende con Manuzzi, presidente del Cesena e la consorte, mentre il rampollo della famiglia cesenate parla di « tre rigori perdonati alla Juventus ». Morini dice: « A me Interessava che Bertarelll non tirasse In porta... », e si dimentica che se il Cesena ha una malattia questa riguarda l'evanescenza cronica delle punte, mentre a Torino il presidente Pianelli fa un pericolosissimo processo alle Intenzioni dei tifosi, accennando alle possibili conseguenze di un pareggio viola nei minuti di recupero decisi dall'arbitro Prati. Il « campionato corto » frena i tecnici e sta dando alla testa a molti. Tutti si credono in testa ma non si guardano indietro per notare quanto sia vicina la coda della classifica. La sospensione internazionale arriva al momento giusto, per una decina di giorni il pesante fardello del calcio nazionale passa sulle spalle di Fulvio Bernardini. Auguri. La serie A continua, a nostro parere, a mortificare gli atleti oltre i loro limiti, che già non sono elevati. Mentre le « grandi » o presunte tali si dedicano alle manovre di contenimento, Il Bologna di Pesaola ben lieto della relativamente scarsa attenzione generale fa punti anche in trasferta ed ora è solo in testa alla pari con la Juventus. Dopo la parentesi azzurra, si profila già un Bologna-Torino di fuoco. Le « grandi manovre » della paura provocano inevitabilmente partite tese e nervose, coinvolgono gli arbitri in domeniche turbolente. Troppi titoli di giornale, ieri mattina, hanno parlato di sassate e di assedi perché il fenomeno non cominci a preoccupare nuovamente. E' stata una brutta domenica per la « scuola parmigiana », visto che l'atletico Michelotti è stato preso a sassate a Napoli e che Prati a Torino non ha certo convinto. Una brutta giornata, sono « fischietti » che valgono, ma di certo le partite non li aiutano, ed i giocatori neppure. La benemerita associazione calciatori dovrebbe intervenire con maggior decisione per accompagnare la presa di coscienza sindacale dei suoi tesserati con l'affermarsi di una migliore coscienza professionistica, che riduca sempre più le simulazioni, contenga le proteste, aumenti il senso di lealtà. Bruno Perucca Forcing Fiorentina, Castellini esce e libera precedendo Agroppi, Antognoni, Santin La Stampa

Luoghi citati: Lazio, Napoli, Torino