Un Salone coraggioso di Remo Lugli

Un Salone coraggioso Un Salone coraggioso Buono il bilancio della manifestazione chiusa a Torino domenica sera Il Salone dell'Automobile ha chiuso i battenti. E' il momento delle valutazioni. Da più partì si attendono con ansia, visto che nella fase organizzativa ci furono delle perplessità, addirittura si levò qualche voce contro la manifestazione, c'era chi diceva che era meglio non farla in considerazione delle gravi difficoltà che intralciavano e ancora intralciano la vita dell'automobile. «Date le premesse, siamo soddisfatti — dice il presidente dottor Rodolfo Biscaretti di Ruffia —. Ci aspettavamo un considerevole calo di visitatori e invece è stato molto contenuto. Quattrocentomila biglietti venduti non sono pochi, soltanto un quindici per cento in meno rispetto all'edizione del '72, e questo è già un fatto positivo». Tutti o quasi tutti gli espositori sono contenti di avervi partecipato. Il dottor Kiessmetter, direttore della Volkswagen in Italia, nella sua qualità dì presidente dell'Unione nazionale rappresentanti autovetture estere, ha inviato un telegramma a Biscaretti affermando: «Abbiamo fatto bene a insistere insieme che anche quest'anno il Salone venisse tenuto». Il dottor Luigi Giovannetti, che della rassegna è direttore, afferma: « E' stato un atto di coraggio e di civismo sociale. Era un grande punto interrogativo un Salone che si apriva in una città con quasi centomila lavoratori in cassa integrazione e oppresso da una pesante cortina di allarmismi. Certo, la prima giornata è stata di depressione: poca gente dentro e, fuori, qualche gruppetto di dimostranti, per la verità molto civili e contenuti. Poi, nei giorni successivi, la manifestazione ha avuto il suo slancio. Non si potevano, naturalmente, raggiungere le punte di affluenza del '72, anche perché ora tutto era più caro, a cominciare dal prezzo del biglietto d'ingresso, benzina, ristoranti, alberghi. Il consuntivo è questo: fra i 550 espositori di 15 nazioni abbiamo raccolto commenti e impressioni che si traducono, in media, con queste parole: "Non c'è_male", "E' andata benino", ""Credevamo peggio". Nell'insieme — conclude il dottor Giovannetti — siamo andati oltre ogni nostra aspettativa». Dice il vicedirettore generale della Fiat, ingegner Carlo Righini: «Il Salone serve a dare un indice di gradimento. Ebbene, per noi, specialmente per la nostra nuova "131 mirafiori", è stato un indice a livello molto alto. Speriamo che tutto questo, malgrado le difficoltà attuali, si traduca in ordini da parte della clientela che vengano a rimpolpare il buon carnet che è stato acquisito nei primi giorni di vendita e che è stato adeguato alle nostre aspettative». Si sa quanto siano grossi ì problemi che sono legati all'automobile. I governi dei quattro Paesi europei che sono i maggiori produttori — Italia, Francia, Inghilterra, Germania — hanno invitato a ridurre le importazioni delle auto per migliorare la bilancia dei pagamenti; ma mentre nelle altre nazioni le importazioni sono diminuite, rispetto al 73, dal 25 al 28 per cento, in Italia si è registrata una diminuzione di appena il 9 per cento. «Il nostro mercato interno — dice l'ingegner Righini — si trova di fronte a problemi che si aggiungono a quelli generali della crisi e che sono stati determinati da certe decisioni legislative (limite di velocità, aumento del prezzo della benzina). Medie e grosse cilindrate vedono ridursi la clientela, è difficile anche vendere l'usato. Tuttavia, nonostante che nella limitazione dei consumi si sia sempre individuata in maniera esasperata e ingiustificata l'automobile, senza tener conto delle reazioni e degli effetti negativi moltiplicatori, l'auto continua a suscitare grande interesse ». E' un concetto che è ripreso dal dottor Enrico Sala, direttore delle vendite Italia dell'Alfa Romeo. Dice: «Siamo lieti di avere insistito perché il Salone si facesse e proprio in questi giorni il pubblico, accorrendo così numeroso e con entusiasmo, ha dimostrato che l'automobile è un bene di consumo che permette all'uomo di muoversi e di i lavorare: non un bene volut-1 tuario. I contatti sono stati moltissimi; i contratti invece hanno avuto un andamento ! mediocre, ma non c'era da at- j tendersi di più in un periodo Remo Lugli (Continua a pagina 2 in seconda colonna) | ! | | I

Persone citate: Biscaretti, Carlo Righini, Enrico Sala, Giovannetti, Luigi Giovannetti, Righini, Rodolfo Biscaretti

Luoghi citati: Francia, Germania, Inghilterra, Italia, Ruffia, Torino