Si ferma il pace-maker e muore La garanzia scaduta a giugno

Si ferma il pace-maker e muore La garanzia scaduta a giugno La vittima è un pensionato cinquantenne di Roma Si ferma il pace-maker e muore La garanzia scaduta a giugno Il cuore dell'uomo ha improvvisamente cessato di palpitare - Forse si sono scaricate le batterie dell'apparecchio - Eseguita l'autopsia per accertare eventuali responsabilità (Nostro servizio particolare) Roma, 9 novembre. Un invalido di cinquantatré anni, Vasco Pollonio, che viveva con lo stimolatore cardiaco in seguito a un infarto, è morto ieri, a Roma, mentre usciva di casa. S'è accasciato al suolo quando era arrivato quasi al pianterreno: il suo cuore aveva cessato improvvisamente di battere. Due anni or sono, Pollonio era stato salvato da una équipe di medici dell'Ospedale S. Camillo che gli aveva applicato al cuore un « pace-maker ». Il piccolo apparecchio elettrico gli aveva stimolato per tutto questo tempo i battiti, permettendogli di vivere. Una vita incerta, sospesa a un filo. Pollonio, in pensione dal '69 dopo l'infarto, aveva riportato un « blocco trifascicolare »: le vie che conducono lo stimolo ai ventricoli erano praticamente paralizzate. « Dopo l'intervento — racconta Virginia, una dei tre figli del pensionato — la vita di mio padre era tornata quasi normale. Non poteva più lavorare e stava molto a casa, però usciva per fare lunghe passeggiate, veniva a trovare spesso i suoi nipoti e si preoccupava di ottenere la pensione di lavoro e l'aumento di quella di guerra. In più doveva tornare periodicamente al San Camillo per i controlli del pace-maker ». All'ospedale il Pollonio è tornato un anno dopo l'operazione, poi ancora tre mesi dopo, nel settembre del '73. Andava tutto bene, l'apparecchio funzionava ancora. Le visite si sono ripetute a gennaio di quest'anno, a giugno e infine il 10 ottobre. « Torni tra un mese», gli hanno detto l'ultima volta. « Doveva andare lunedì prossimo — dice la figlia Virginia — ma questa volta aveva paura di non farcela: "Non ci arrivo, to paura", aveva detto a me e a mio marito ». Alcune circostanze fanno pensare che la sua morte sia avvenuta per il cattivo funzionamento del «pace-maker», un apparecchio che ha una garanzia di due anni. « Vi sono casi — spiega il dott. Antonio Alliegro, del reparto cardiologia del San Camillo — in cui è necessario cambiarlo anche dopo tre anni. In questo, la garanzia era scaduta nello scorso giugno. Dagli ultimi controlli è risultato che lo stimolatore era perfettamente funzionante e il paziente quindi non aveva bisogno di alcuna sostituzione ». Ma la figlia del Pollonio e gli altri famigliari sono scettici e vogliono andare fino in fondo. Ci sono alcune ombre sull'improvvisa morte del pensionato. Poteva essere evitata? E' un dubbio che angoscia i Pollonio e per questo motivo vogliono sapere la verità. « Io non so come vadano queste cose — ribatte la figlia —. Noi non vogliamo accusare nessuno, ma se l'apparecchio ha smesso di funzionare improvvisamente, se le batterie si sono esaurite, se ci sono delle responsabilità nella morte di mio padre, bisogna che vengano chiarite ». A quest'interrogativo potrà dare una risposta soltanto l'autopsia. Solo allora si saprà se la morte del Pollonio era inevitabile oppure se si è trattato di una tragica causa imputabile al pace-maker. g. fe.

Persone citate: Antonio Alliegro, Vasco Pollonio

Luoghi citati: Roma, Virginia