Meno armi, guerra alla fame (lo ha proposto un generale)

Meno armi, guerra alla fame (lo ha proposto un generale) La Conferenza mondiale suralimentazione Meno armi, guerra alla fame (lo ha proposto un generale) "Riduciamo del 10 % le spese per gli armamenti, ha detto un generale del Perù, e destiniamo la somma per la lotta alla fame" -1 rapporti di Urss e Cina con i Paesi del Terzo Mondo - Delegati si pesano e "tassano" i chili in più per contribuire alla Fao Roma, 8 novembre. «Riduciamo del dieci per cento le spese mondiali per gli armamenti e destiniamo la somma risparmiata alla lotta contro la fame». Questa saggia proposta, avanzata oggi ufficialmente alla conferenza mondiale dell'alimentazione, non sarebbe una novità perché è già stata formulata, in altre sedi, e soprattutto ne ha parlato Paolo VI dinanzi alle Nazioni Unite (il Papa domani riceverà i delegati). Ma diventa una proposta eccezionale perché, oggi pomeriggio, l'ha presentata in tono appassionato un generale che è salito alla tribuna in perfetta divisa, unico in uniforme militare, tra i mille delegati riuniti all'Eur. Sennonché ci sono generali e generali. Nel caso specifico, questo generale, Rafael Moyos, è peruviano. Si sa che il governo militare del Perù si distingue da tutti gli altri regimi dei generali latino-americani per le sue aperture sociali e per una sostanziale democrazia. Il gen. Moyos, ex capo dei servizi di sicurezza del Perù, diventerà fra breve ministro dell'Alimentazione. «Vi sottopongo questo progetto a nome del mio governo. Le armi servono la morte, noi dobbiamo batterci per la vita». Ha riallacciato questa «filosofia» alla civiltà degli Incas «che, ai loro tempi, avevano risolto il problema della fame in Perù », e ha ammonito i Paesi ricchi, pieni di eccedenze alimentari, a soddisfare «l'obbligo morale» di favorire lo sviluppo del Terzo Mondo, che fornisce materie prime. «Questa — ha concluso — non è un'implorante petizione, ma un legittimo diritto dopo lo sfruttamento colonialista e imperialista ». La proposta dev'essere stata concordata con le delegazioni dei Paesi socialisti e di quelli in via di sviluppo e provocherà importanti confronti. Difatti, già stamane, l'aveva accennata il delegato della Germania orientale e, stasera, è stata ripresa dal viceministro degli Esteri sovietico, Nicolai Rodionov. L'intervento dell'Urss era molto atteso dopo l'attacco rivoltole dal viceministro cinese Hao Chung-shih e dopo la minaccia della delegazione sovietica di abbandonare la conferenza se il suo delegato fosse stato costretto a parlare in ora tarda, dinanzi «a una trentina di ascoltatori assonnati». Per scongiurare un gesto tanto clamoroso, l'Urss ha ottenuto di intervenire in ora pomeridiana. Per il rappresentante cinese, la crisi alimentare del Terze Mondo dipende dalle «manomisx'oni colonialistiche, dall'in, .•'ialismo delle superpotenze, una delle quali (l'Urss, nrd I pretende d'essere l'alleato naturale dei Paesi in via di sviluppo, ma in pratica fa del soci il imperialismo». L'altra superpotenza (gli Stati Uniti) «pretende che l'aumento del greggio sia un fattore importante nell'aumento dei prodotti alimentari e minaccia di utilizzare i cereali come un'arma contro il Terzo Mondo. Le superpotenze cercano mille modi per fare rappresaglie ». Dopo aver ironizzato sulla distensione, il delegato cinese h? esortato il Terzo Mondo a contare sulle proprie forze, senza rifiutare gli aiuti esterni purché rispettino la sovranità e l'eguaglianza. «La Cina — ha concluso — non ha mai fatto speculazioni sugli alimenti ». Sinora ha risolto « in maniera preliminare» il problema di nutrire il popolo cinese e, quindi, il suo contributo a risolvere la crisi mondiale «rimane molto modesto», ma spera di aumentarlo «con lo sviluppo dell'agricoltura e dell'industria in Cina». Il viceministro sovietico ha preferito non polemizzare con la Cina forse in seguito al patto di non aggressione proposto ieri da Pechino a Mosca. Si è limitato a sottolineare che occorre creare un clima di pace, realizzare riforme di struttura e destinare il dieci per cento delle spese militari agli alimenti. «Si spendono, adesso, 250 miliardi di dollari per gli armamenti nel mondo». Ha elencato gli sviluppi agricoli nell'Urss e gli aiuti dati al Terzo Mondo, terminando con una protesta per l'esclusione del governo provvisorio del Sud Vietnam. Un'importante precisazione sulla richiesta di Kissinger che i Paesi petroliferi contribuiscano allo sviluppo del Terzo Mondo è venuta dal delegato dell'Iraq, Al Shawai. «/ Paesi "nuovi ricchi" — ha detto — non devono sfuggire alle loro responsabilità, ma solo se soprattutto i Paesi "vecchi ricchi" forniranno la maggior quota di assistenza». Domani arriverà a Roma il presidente del Messico, Eche- vcliCs«rnllvvptrqvroicL verria, che parlerà lunedì 11 come «portavoce»; le simbologie, anche paradossali, sono inevitabili in simili convegni. Così, da oggi, i delegati sono stati invitati a pagare una «tassa sul grasso», cioè sui loro chili di peso eccedenti il normale. All'entrata del Palazzo dei congressi c'è una bilancia: chi supera il peso previsto per la sua statura deve versare tre dollari e mezzo per ogni chilo superfluo. «Se tutti i mille delegati si peseranno, incasseremo trentacinquemila dollari che saranno versati alla Fao per combattere la fame», ha spiegato un organizzatore. Molti si sono già pesati, ma il professor René Dumont (agronomo francese, che contesta la conferenza) è scettico: «£' l'entusiasmo del primo giorno, poi nessuno si peserà più ». Lamberto Fumo

Persone citate: Kissinger, Lamberto Fumo, Nicolai Rodionov, Paolo Vi, Rafael Moyos, René Dumont