Uecologia vince i fanghi rossi?

Uecologia vince i fanghi rossi? PER LE REAZIONI MONDIALI ALLO SCANDALO DI SCARLINO Uecologia vince i fanghi rossi? Entro il '75 un nuovo impianto della Montedison dovrebbe riutilizzare le scorie che finora hanno inquinato il mare (Dal nostro inviato speciale) Firenze, 8 novembre. L'ecologia vincente, dopo tante denunce, delusioni, sconfitte: a Scarlino è in costruzione l'impianto che riutilizzerà le scorie del biossido di titanio, prodotto dallo stabilimento Montedison. I famosi « fanghi rossi » versati nel mare della Capraia, al ritmo di 3 mila tonnellate al giorno, con scandalo internazionale e reazioni dinamitarde dei pescatori corsi. Sin d'ora la Montedison trattiene sulla costa gran parte dei « fanghi rossi », e scarica in mare soltanto le scorie depurate dall'acido solforico, dal solfato ferroso, dal cromo, dal vanadio che da due anni stavano avvelenando l'alto Tirreno tra la Toscana e la Corsica. Entro il '75 il nuovo impianto « riciclerà » tutto, con tecnologie create in laboratori italiani e americani. Quando il sindaco di Scarlino, Flavio Agresti, ha letto la sua comunicazione al convegno ecologico regionale, molti hanno provato un senso di sollievo (anche se il successo sarà certo soltanto il giorno dell'inaugurazione dell'impianto). La lezione è chiara: le esigenze della produzione industriale e dell'occupazione possono accordarsi con quelle dell'ambiente quando intervengono la scienza e la tecnica guidate a fini ecologici, sotto la forte pressione di un movimento popolare. A Scartino, 450 operai hanno respinto il dilemma « inquinamento o disoccupazione ». Lo stabilimento è stato chiuso due volte in 4 anni di lotta, ma la gente ha capito che doveva esserci una soluzione e ha tenuto duro. Gli esperti governativi avevano garantito che i « fanghi rossi » erano innocui, una volta disciolti in mare, dando prova di una disinvoltura incredibile. La popolazione e gli operai dello stabilimento, pur non sopportando direttamente i danni delle discariche in mare aperto (e il loro merito è doppio), hanno insistito: «Dovete trovare un sistema per trattenere a terra i "fanghi rossi" e smaltirli ». Infine la Montedison, dopo gli ostinati rifiuti iniziali, ha finanziato le ricerche, sino a trovare la formula giusta. E' dunque possibile sviluppare la produzione industriale anche quando richiede stabilimenti potenzialmente inquinanti, purché si adottino le tecniche idonee al riciclo dei rifiuti liquidi, solidi, gassosi. Si badi bene, il riutilizzo è ben diverso dalla semplice depurazione passiva: nulla va disperso. E ci può essere un guadagno per l'azienda, con aumento degli occupati. Fra qualche anno la Montedison potrà dirci se l'impianto di Scarlino, costato alcune decine di miliardi, somma ai benefici ecologici quelli economici, attraverso la vendita dei sottoprodotti. L'ecologia, ancora una volta, rivela i suoi contenuti politici ed economici. L'esempio di Scarlino ha ripercussioni internazionali, sino a provocare conflitti all'interno della Cee. La Montedison diventa la prima azienda d'Europa ad adottare il riciclaggio delle scorie di biossido di titanio. Altri 30 stabilimenti, situati in dieci Paesi diversi (uno si trova in Sardegna), continuano a scaricare i « fanghi rossi » nei fiumi e nei mari. La Cee, informa il sindaco di Scarlino, ha approvato una risoluzione che permette lo scarico in mare aperto sino al 1985, imponendo i depuratori, e non il riciclaggio agli stabilimenti insediati su mari chiusi come il Mediterraneo. Si ha così una disparità di costi di produzione, a vantaggio delle industrie libere di inquinare, in aperto conflitto con gli impegni solenni assunti nelle conferenze di Stoccolma e di Helsinki. « Noi non ci sentiamo appagati dal nostro successo locale, ha detto il sindaco di Scarlino. / risultati della nostra baltaglia propongono al mondo un modo concreto di prevenire l'inquinamento, contro le forze che vorrebbero continuare come in passato ». Affrontando la questione delle centrali termiche, al convegno abbiamo avuto la conferma della possibilità di bruciare olio minerale e carbon fossile trattenendo lo zolfo e riutilizzandolo, a costi economici, senza disperderlo nell'atmosfera (l'Italia oggi importa zolfo dall'estero). La Polonia ha una vasta esperienza in materia. Che ne pensano i tecnici dell'Enel? Molte domande, che sorgono spontanee, restano senza risposta. Anche a questo convegno prevalgono le intraducibili relazioni scientifiche e gli interventi teorici o generici. Dal mare di parole dobbiamo estrarre due relazioni, quella del gruppo Passino sulle risorse idriche e quella del gruppo Detti, sui problemi dell'uso del territorio. Ma le sintesi sono forzatamente imprecise. Il capitolo delle acque è smisurato nella sola Toscana. Lo stato dell'Arno è disastroso da Firenze al mare, come quello del Serchio. L'eccessivo sfruttamento acquifero provoca cedimenti del terreno e lesioni alle case nella bassa Val del Serchio. Le spiagge toscane si riducono a causa della diminuita portata dei fiumi, sfruttati come cave. Il lago di Massaciuccoli è praticamente avvelenato. La morte delle pinete litoranee, dovuta all'aerosol di mare inquinato (è ormai certa la responsabilità dei detersivi in particolari situazioni ambientali), fa cadere le fasce di difesa dell'agricoltura. Si indovina amarezza dietro la secca relazione di Edoardo Detti, un urbanista che da tanti anni si batte per Firenze e la Toscana. Il suo piano regolatore del 1962, che apriva la strada alla pianificazione intercomunale nell'area di Firenze, è stato in parte svuotato e rovesciato rinviando all'infinito soluzioni come quella del « porto di Firenze » che avrebbe evitato la congestione del centro. La Regione ha ridotto drasticamente le previsioni edilizie di molti Comuni toscani, ma in alcuni punti chiave non è riuscita finora a imporsi: nella pineta di Migliarino stanno dilagando le vendite a lotti, fra Marina di Pisa e Tirrenia si prevedono un milione di metri cubi di nuove costruzioni che metteranno in pericolo la pineta del Tombolo. Altra domanda del convegno: quando arriverà la legge urbanistica regionale? Quando si farà il piano destinato a dare ordine al territorio dell'intera Toscana? Mario Fazio

Persone citate: Edoardo Detti, Flavio Agresti, Mario Fazio