Timori di Israele di Giorgio Romano

Timori di Israele Timori di Israele (Nostro servizio particolare) Gerusalemme, 7 novembre. Henry Kissinger è da questa sera in Israele, per l'ottava volta nel giro di un anno. E' arrivato preceduto di poche ore dalla moglie — che non era andata a Damasco — dopo le tappe in Egitto, Arabia Saudita, Giordania e Siria, Paesi nei quali ha cercato, secondo le sue stesse parole, «di sapere qualcosa di preciso sulle deliberazioni del vertice di Rabat, dopo averne udito tante e contrastanti versioni». A Gerusalemme si attribuisce particolare significato al fatto che la tappa israeliana sia l'ultima del «giro» in Medio Oriente perché il segretario di Stato potrà riferire agli esponenti di Israele le idee che ha raccolto nelle capitali arabe. La reazione di Sadat è sembrata — in contrasto con quello che ci si aspettava dopo Rabat — quella di lasciare aperta la viti al negoziato bilaterale e persino ad un eventuale accordo separato per il Sinai. Anche le parole del ministro degli Esteri dell'Arabia Saudita non sono sembrate intransigenti; invece, nei riguardi della Giordania e della Siria, rimangono molti e gravi dubbi. Un portavoce del ministero degli Esteri ha oggi afferma to inoltre che gli israeliani intendono esprìmere a Kìssin ger la loro preoccupazione per le dichiarazioni fatte ieri dal portavoce della Casa Bianca, Ron Nessen, che sono in contrasto con il precedente atteggiamento del Dipartimento di Stato. La Casa Bianca avrebbe affermato: «Occorre tener presente le esigenze legittime dei palestinesi e giungere ad un negoziato attraverso la Giordania o l'Olp, per arrivare ad una pace giusta e durevole». Gli israeliani (e la cosa è stata discussa nell'odierna seduta del governo) sperano che il segretario di Siato americano chiarirà questo punto e confermerà ciò che finora sembrava pacifico nel senso che Washington non intende chiedere a Gerusalemme di negoziare con l'Olp. Tuttavia permangono motivi di inqtiietudine per il timore che gli Stati Uniti, nel loro pragmatismo, si preparino in qualche modo tt riconoscere l'organizzazione dei palestinesi. Tuttavia, dato che la doccia scozzese continua a caratterizzare la vita del Paese, gli israeliani sperano che il nuovo Congresso americano favorirà anche più del precedente una politica filo-israeliana con conseguenti aiuti economici, politici e militari a Israele. Come ha detto un commentatore alla radio: «L'equazione mediorientale presenta sempre nuove incognite. Vedremo domani se il professor Kissinger indichierà le vie per risolverne qualcuna». Giorgio Romano

Persone citate: Henry Kissinger, Kissinger, Sadat