Si conclude nell'incertezza la missione Kissinger in M.O.

Si conclude nell'incertezza la missione Kissinger in M.O. Si conclude nell'incertezza la missione Kissinger in M.O. Damasco, 7 novembre. Il segretario di Stato americano Henry Kissinger è alle battute finali della sua nuova missione nel Medio Oriente per valutare le conseguenze del vertive arabo di Rabat. Avrebbe dovuto anche recarsi ad Ankara da Israele, prima di rientrare a Washington, ma il primo ministro turco Bulent Ecevit ha annunciato che la visita è stata annullata. A Damasco Kissinger ha sondato il presidente siriano Assad per sapere se userà la sua influenza contro l'apertura di negoziati fra Egitto ed Israele. Non guadagnando nulla da una soluzione parziale nel Sinai, al vertice di Rabat Assad ha fatto del suo meglio per bloccare la «strategia graduale» di Kissinger e per cercare di dare il massimo risalto alla questione palestinese. Ciò ha bloccato le trattative fra Israele e la Giordania per quanto riguarda la riva occidentale, nonostante Kissinger abbia ottenuto manifestazioni di solidarietà da parte del presidente egiziano Sadat per una mediazione con Israele. Ma nell'entourage di Kissinger si dice che la posizione del presidente egiziano è rischiosa, sia all'interno che nel mondo arabo. Al suo arrivo ad Amman Kissinger aveva nuovamente ripetuto che lo scopo del suo rapido viaggio è stato di conoscere l'opinione dei vari leader arabi sulle prospettive di pace. «Desidero ribadire che noi annettiamo la più grande importanza alla Giordania», aveva detto Kissinger. La posizione della Giordania in una trattativa con Israele si è notevolmente ridotta la settimana scorsa, quando gli altri dirigenti arabi al vetice di Rabat hanno indotto Hussein a rinunciare alle rivendicazioni giordane sulla riva occidentale. Ciò aveva permesso al vertice di riconoscere l'Organizzazione per la liberazione della Palestina come il governo di un futuro Stato palestinese sulla riva occidentale. Nonostante il rifiuto di Israele di negoziare con l'Olp a causa delle azioni terroristiche contro lo Stato ebraico, sembra che Kissinger abbia lasciato aperta la possibilità di contatti in futuro con il leader della guerriglia. Lo stesso Kissinger aveva detto ai giornalisti al Cairo: «Noi restiamo in stretto contatto con tutte le parti e incoraggiamo progressi dovunque ce ne sia la possibilità». Hussein ha indetto per domenica una riunione straordinaria del Parlamento giorda¬ no per i cambiamenti costituzionali necessari per staccare la riva occidentale dal regno hascemita. Ciò sembra preludere a una drastica riduzione dei palestinesi in Parlamento e nelle sfere governative. Il governo del primo ministro Rifai, che è un palestinese della riva occidentale, potrebbe rassegnare le dimissioni lunedì o martedì, anche se probabilmente gli sarà riaffidato l'incarico di un nuovo governo in cui la rappresentanza palestinese sarà ridotta al minimo. Prima di recarsi ad Amman, Kissinger era stato nell'Arabia Saudita dove ha ottenuto la promessa che il prezzo del petrolio greggio non sarà aumentato o addirittura che si potrà arrivare ad una riduzione nominale in occasione della riunione del mese prossimo a Vienna dei Paesi esportatori di petrolio. Il ministro degli Esteri saudita, Omar Sakkaf, ha dato a Kissinger questa assicurazione dopo il colloquio di un'ora e mezzo di Kissinger con re Feisal. Egli ha tuttavia sottolineato che l'Arabia Saudita non agirà unilateralmente per non rompere il fronte dei Paesi arabi esportatori di petrolio. (Ap)