Argentina: "per battere la guerriglia,, sospesa ogni garanzia costituzionale

Argentina: "per battere la guerriglia,, sospesa ogni garanzia costituzionale Proclamato lo stato d'assedio a tempo indeterminato Argentina: "per battere la guerriglia,, sospesa ogni garanzia costituzionale (Dal nostro corrispondente) Buenos Aires, 7 novembre. « Lo Stato ha esaurito la pazienza. Adesso basta. Useremo tutti i mezzi necessari per farla finita con i nemici della ricostruzione nazionale »: così il ministro degli Interni, Alberto Rocamora, ha commentato ieri pomeriggio la decisione del governo di proclamare lo «stato d'assedio» per tempo indeterminato in tutto il Paese. Il decreto, firmato poche ore prima dalla presidentessa della Repubblica, Maria Estela Martinez de Perón, sospende tutta una serie di garanzie costituzionali, attribuendo al potere esecutivo prerogative straordinarie. A partire da ieri, la polizia può effettuare a norma di legge arresti, perquisizioni domiciliari, trasferimenti di detenuti senza l'autorizzazione della magistratura; il governo può ordinare l'esilio di cittadini considerati indesiderabili; è soppresso il diritto di sciopero; sono proibite le riunioni pubbliche. L'esercizio dei diritti politici, in sintesi, viene sospeso. Sebbene nell'ultima settimana una nuova ondata di terrore avesse turbato l'opinione pubblica, trascinata ormai all'esasperazione, il provvedimento è giunto di sorpresa. Non è mancato chi ha temuto, sulle prime, che lo «stato d'assedio» potesse essere una prima risposta del governo ad una minaccia di rottura dell'ordine istituzionale. Il ministro Rocamora e il suo collega della Difesa, l'ex ambasciatore a Roma Adolfo Savino, hanno spiegato invece che la misura eccezionale vuole fare fronte all'estendersi del terrorismo, giunto ad annunciare una serie di attentati contro insegnanti e allievi delle scuole elementari e medie. Una tecnica terroristica, ricorda il quotidiano di Buenos Aires El Cronista Cornercial, applicata già dagli uomini dell'Oas in Algeria, durante la guerra di liberazione condotta dal popolo nordafricano contro la dominazione francese. Centinaia di assassìni politici, attentati dinamitardi, attacchi in grande stile della guerriglia di sinistra contro guarnigioni militari, susseguitisi quasi senza tregua negli ultimi mesi, non avevano de- terminato il clima di paura destato di colpo in tutta la popolazione dalle minacce rivolte contro le scuole. In tutti gli istituti di Buenos Aires i genitori degli allievi sono riuniti con gli insegnanti, per decidere quale atteggiamento assumere di fronte alla terribile minaccia. Molti ragazzi già hanno abbandonato le lezioni, alcuni presidi parlano di chiudere in anticipo l'anno scolastico o assumere guardie che vigilino sulla sicurezza di docenti e alunni. L'intervento del ministro dell'Educazione, Oscar Ivanissevich, assicurando che lo Stato è in grado di proteggere tutti i cittadini, non ha restituito la tranquillità. C'è un'ansia ormai difficile da spegnere. Se ne rendono conto anche le forze politiche di opposizione. Alla preoccupazione di tutte le forze politiche per l'emarginazione di fitto in cui vengono a trovarsi con il nuovo regime giuridico, non corrisponde finora alcuna iniziativa. Nel suo continuo espandersi, la violenza tende a soffocare ogni altra forma di confronto nella società argentina. Lii Zi

Persone citate: Adolfo Savino, Alberto Rocamora, Maria Estela Martinez, Oscar Ivanissevich

Luoghi citati: Algeria, Buenos Aires, Roma