Sanremo: concordi gl'imputati "Abusi edilizi? lo non c'ero,,

Sanremo: concordi gl'imputati "Abusi edilizi? lo non c'ero,, Processo per lo scandalo delle licenze Sanremo: concordi gl'imputati "Abusi edilizi? lo non c'ero,, Molte assenze nella seduta della commissione comunale - L'ex assessore ai Lavori Pubblici : "Firmavo i verbali senza leggerli" (Dal nostro inviato speciale) Sanremo, 6 novembre. Oltre cinque ore di dibattimento nella prima udienza per lo «scandalo edilizio» di Sanremo, che vede imputati otto professionisti, i quali dal 1967 al 1970 fecero parte della commissione edilizia del Comune: gli ing. Paride Goya, Roberto Nicoletti, Giancarlo Del Gratta, Ivano Amoretti e Silvio Gismondi, ed i geom. Alberto Morosetti, Guido Arnaldi e Giuseppe Coggiola devono rispondere di interesse privato in atti d'ufficio. L'imputazione è comune a tutti; per qualcuno s'aggiunge quella di aver falsificato la firma di committenti, nonché quella di falso ideologico. Stamane, quando il presidente Ugo Genesio ha dichiarato aperto il dibattimento, sul banco degli imputati sedevano soltanto sei professionisti. Il geom. Coggiola dal 25 ottobre è ricoverato in ospedale, per cui il giudizio nei suoi confronti è stato rinviato a tempo indeterminato; per il geom. Arnaldi, invece, gli atti verranno trasmessi alla Cassazione, che dovrà decidere quale giudice è competente. L'Arnaldi, infatti, è equiparato ai magistrati, essendo un esperto effettivo della sezione agraria del tribunale di Sanremo. La lettura dei capi d'imputazione dei sei imputati presenti ha portato via circa un'ora, dopodiché si è passati all'interrogatorio degli imputati. L'ing. Paride Goya, 50 anni, ex assessore ai lavori pubblici (psdi) ha respinto l'accusa di interesse privato in atti d'ufficio, precisando: «Affermo che per un certo periodo mi sono assentato dalle sedute durante la discussione di miei progetti, e in un secondo tempo mi sono soltanto astenuto poiché, quale presidente delegato dal sindaco, la mia assenza avrebbe potuto provocare l'illegittimità della seduta. Questo, almeno, fu il parere espresso dal legale della commissione avv. Ivan Pedrini e dall'ingegnere capo del Comune che aveva interpellato il segretario generale». Presidente: Chi prendeva, in commissione, l'iniziativa di adottare la delibera dopo la discussione? Goya: «Quando su una pratica non c'era più nulla da dire veniva approvata o respìnta su mia domanda che riassumeva l'opinione generale». Presidente: Lei firmava i brogliacci? Goya: «No, firmavo soltan- 10 ì verbali, ma senza mai leggerli. Durante le sedute uno di noi, quello con la calligrafia più chiara, prendeva degli appunti che poi venivano ritirati dall'impiegato dell'ufficio tecnico presente quale relatore». Sulla linea di Goya si sono mantenuti tutti gli imputati: tutti respingono l'accusa di interesse privato in atti d'ufficio, tutti si sono allontanati al momento in cui si discutevano le loro pratiche. All'ing. Nicoletti il presidente ha chiesto perché a suo tempo aveva scritto una lettera, affermando che in commissione si faceva soltanto l'interesse di pochi. «Perché — ha risposto l'imputato — non si faceva una politica organica di urbanizzazione, ci si limitava a prendere visione dei singoli progetti senza salvaguardare la globalità. L'interesse di pochi è riferito a quello dei proprietari terrieri». Alberto Morosetti, che fungeva in pratica da segretario della commissione, ha precisato che prendeva appunti mentre si discutevano le pratiche: «Quando ho scritto che 11 tale membro era uscito, significa che effettivamente si era assentato». Il presidente gli contesta un paio di correzioni riguardanti l'ing. Goya dapprima dato come astenuto, poi come assente. Risponde Morosetti: «Di solito Goya si asteneva in presenza dei suoi progetti. Poi, si assentava magari senza che me ne accorgessi: redigevo il nuovo appunto quando mi rendevo conto della situazione. In so stanza redigevo il brogliaccio per la mia calligrafia leggibile, o, se preferisce, per congenita cretineria». E' quindi cominciata l'escussione dei 35 testi, tra i quali il dott. Giuseppe Rovere, che presiedette la commissione comunale d'inchiesta dalla quale è scaturito il processo odierno. Un accento particolare è venuto dall'ing. Bernardo Fenolio, 82 anni, il quale ha affermato che l'avv. Carlo Caiello non gli afffidò la progettazione di un immobile giustificandosi con questa frase: «L'ho già assegnata ad un altro professionista, di quelli che fanno approvare i progetti». L'avv. Caiello ha detto ai giudici di non ricordare di aver pronunciato tale frase al Fenolio. Il dibattimento riprende domattina. Vittorio Preve

Luoghi citati: Coggiola, Sanremo