Lira a un mese dalla crisi di Giulio Mazzocchi

Lira a un mese dalla crisi Lira a un mese dalla crisi Il deprezzamento è del 20,63 per cento contro il 19,33 del 4 ottobre - La perdita non è eccezionale, ma diventa più grave se confrontata con alcune monete : 3,1 per cento nei confronti del marco, 4 per cento verso il franco svizzero - Vi sono nuove e considerevoli uscite di capitali, particolarmente verso la Svizzera Roma, 5 novembre. Entro alcuni giorni si saprà se la speculazione monetaria italiana abbia ancora una tale virulenza da costringere la Banca d'Italia a nuove restrizioni, o altre misure, per contrastarla. A un mese dalla caduta del governo, appare infatti chiaro che vi sono nuove e considerevoli uscite di capitali, dopo che nei tre mesi precedenti ne era stato provocato un flusso di rientro. Rispetto al momento in cui il governo si dimise, la lira internazionale ha perso valore in misura dell'1,08 per cento. Nel calcolo che la Banca d'Italia riferisce al 9 febbraio (ultimo giorno di quotazione fissa), la lira valeva infatti —19,33 per cento il 4 ottobre e vale oggi — 20,63 per cento. Si tratta dei valori medi ponderali (che cioè tengono conto degli scambi reali esistenti nel 1973 verso le varie aree monetarie). La perdita media non è eccezionale, specie se si considera che già in maggio era stato toccato un deprezzamento del 19 per cento. Ed era anche inevitabile che vi fosse qualche peggioramento dopo i più favorevoli mesi estivi. Ma i confronti della lira con le singole monete mostrano che il peggioramento è determinato non solo da una realtà economica sempre più negativa del possibile (per l'insufficienza delle correzioni), ma anche che vi è una volontà speculativa che trova ancora modo d'alimentarsi sul mercato dei capitali. La lira infatti, nell'ultimo mese, è rimasta pressoché costante nei confronti del dollaro, persino guadagnando di un'inezia nei confronti dello yen, moneta d'un Paese, il Giappone, che risente d'una inflazione ancora peggiore della nostra, per l'esplodere di problemi strutturali gravi e antichi quanto i nostri. Ma se nei confronti di quasi tutte le altre monete i peggioramenti oscillano poco sopra o sotto la media (1,08 per cento), si notano invece due gravi flessioni. Una forte flessione è nei confronti del marco tedesco: —3,1 per cento. Per quanto essa sia sensibilissima, è ancora spiegabile con lo sbilancio della nostra economia verso quella tedesca, iniziato lo scorso anno dopo il deprezzamento della lira e l'ap- prezzamento del marco. Parallelamente la lira ha perso verso le monete più strettamente legate al marco: fiorino olandese e scellino austriaco soprattutto. Ma c'è anche un peggioramento addirittura del 4 per cento verso il franco svizzero. E in. termini sia reali sia monetari, all'inizio del mese scorso la nostra economia non era ancora tributaria verso la Svizzera, anche se simili peggioramenti ve la condurranno rapidamente, almeno dal punto di vista monetario. E' evidente che un tale crollo verso il franco svizzero deriva da spostamenti di capitali italiani in quel Paese. La rete dei controlli sui movimenti monetari ha certo ancora varie maglie larghe. Spostamenti mensili sono possibili. Un mese dall'inizio del peggioramento è passato. Alcuni giorni saranno necessari per dire se la corrente d'uscita si sia stabilizzata «ciclandosi» nella dimensione attorno al termine mensile. Qualche giorno sarà anche necessario a individuare l'indirizzo che sarà assunto dal lieve calo della massa dei depositi a sei mesi sul 40 per cento delle importazioni, depositi iniziati il 7 maggio. Ove entro i prossimi giorni noti fosse notato un arresto, bensì un crescere delle uscite speculative di fondi dall'Italia, certamente la Banca d'Italia reagirà. Pare impossibile — per recenti dichiarazioni di Carli e per la crisi di governo — che siano adottate nuove misure di controllo. E' più probabile che la Banca agirà ulteriormente sul credito interno. Come? Esiste la possibilità che la Banca operi indirettamente diminuendo la dose d'interventi che esercita a tratti sulla lira estera. In tal caso ve ne sarebbe una nuova e preoccupante flessione, che dovrebbe provocare qualche scossone nel mondo politico, latitante da ben prima della crisi di governo, quanto a controllo della liquidità e dei problemi connessi. Giulio Mazzocchi

Persone citate: Carli

Luoghi citati: Giappone, Italia, Roma, Svizzera