Mille miliardi entro il '75 per dare lavoro ai cantieri

Mille miliardi entro il '75 per dare lavoro ai cantieri Complesso programma di rilancio edilizio mentre il prefetto decide misure eccezionali per le abitazioni Mille miliardi entro il '75 per dare lavoro ai cantieri Il piano elaborato dalla Banca d'Italia dovrebbe consentire la riapertura del credito per le costruzioni di case (edilizia sovvenzionata e convenzionata) e di opere pubbliche che rivestono interesse collettivo urgente: soprattutto le scuole e gli ospedali Con l'intervento del prof. Luciano Jona, presidente dell'Istituto Bancario San Paolo di Torino, concludiamo il dibattito sul problema dei finanziamenti all'edilizia. Si tratta di evitare la chiusura dei cantieri che danno lavoro a 40 mila operai in Torino e 80 mila in Piemonte. « La Stampa » ha aperto un ampio dibattito ed ha fatto si che lo stesso sviluppasse ed affrontasse uno dei problemi più acuti che incombe sull'economia del nostro Paese e che, in particolare, riveste con altri problemi — quasi altrettanto gravi — aspetti drammatici per Torino. Si tratta dell'annoso problema della casa. Gli interventi e le proposte, anche se talune possono essere state influenzate da spirito di parte, hanno trovato punti di convergenza nell'indicare una serie di provvedimenti che si ritengono atti a fornire all'attività edilizia un indirizzo ed un'azicne tali da poter, in lassi di tempo non eccessivamente lunghi e, sia pur gradualmente, coprire le richieste di abitazioni, oggi in condizioni di piena acutezza. Nel quadro degli interventi e delle proposte avanzate, è possibile delineare alcune linee di azione. In primo luogo alle differenti autorità locali in sintesi si richiede: — di sostenere l'edilizia pubblica; — di provvedere a definire la situazione urbanistica, predisponendo i piani di zona; — di garantire le necessarie opere di urbanizzazione; — dì svolgere un'azione diret ta alia riqualificazione de centri storici. Allo Stato, ed in parte anche alla Regione, vengono avanzate richieste di contributi atti a «far muovere» l'edilizia sovvenziona ta e — in generale — nell'ambito di quella convenzionata un più incisivo intervento. Si dovrebbe in tal modo poter assicurare, tra l'altro, un ab battimento nei costi del bene « casa » soprattutto in funzione della minor incidenza dell'onere per l'area realizzato, ponendo semplicemente in funzione di sposizioni legislative da tempo emanate. Se le autorità monetarie centrali, il sistema creditizio ed i singoli istituti di credito speciale fossero in grado di assicurare un congruo flusso di finanziamenti il meccanismo potrebbe ripartire: alle imprese operanti nel settore si richiederebbe un'azione diretta alla riduzione dei costi di costruzione per effetto di misure razionalizzatrici e per l'adozione di tecnologie più avanzate. Descritta cosi la problematica è necessario però soffermarsi su un'osservazione fondamen tale: all'amministrazione pubblica nelle sue differenti configurazioni non sono richiesti sostanzialmen te — come appare ad un primo esame degli interventi — provve dimenti amministrativi. L'articolazione delle misure proposte si fonda sulla riqualificazione della spesa pubblica. E' nell'impostazione del bilancio dell'ente pubblico il momento in cui si debbono concretizzare le scelte e le indicazioni. Accelerare quelle procedure burocratiche e di controllo che hanno impedito sino ad ora un pieno utilizzo degli stanziamenti è un impegno più che mai doveroso per l'amministratore pubblico. Deve però essere chiara la coscienza che la spinta alla concreta realizzazione degli indifferibili programmi pubblici d'intervento, e segnatamente di quelli per infrastrutture ed edilizia di interesse collettivo (scuole, ospedali, ecc.) e residenziale, potrà in modo inequivocabile essere determinata dalla scelta tra spesa corrente ed investimenti sociali. Emerge così una stretta connessione tra l'azione della pubblica amministrazione — centrale e locale — e quella del sistema creditizio. La pressione sino ad ora esercitata dal Tesoro nella formazione della « base monetaria » è elemento centrale per lo svolgimento dell'attività sul mercato monetario e finanziarlo. Le misure fiscali adottate hanno permesso di agire sulle entrate: ora si pone il problema di intervenire sulla spesa, pri- vi legi anelo quella per in\ostimenti. In questo quadro può essere valutato l'apporto che il sistema creditizio — con particolare riferimento agli istituti a cui è istituzionalmente attribuito il compito di erogare fondi nei settori in esame, dell'edilizia e delle opere pubbliche — deve fornire. Gli istituti di credito fondiarie hanno già dato corso a tutti quei provvedimenti che del ristretto margine offerto dal la situazione finanziaria del Paese — potevano loro permettere di fronteggiare le istanze più impellenti. Peraltro la messa a pun nell'ambito j to di nuovi strumenti, è stata già j da tempo impostata e può essere i realizzata da! sistema creditizio iin modo efficace, ed in tempi molto brevi, nel quadro di com-jpatibilità che verrà determinato dalle autorità monetarie. Un flusso di finanziamenti a lungo termine o per il finanziamento dall'edilizia — specie se diretto a soddisfare in modo economico le esigenze di - prima casa» — può essere fornito dal sistema creditizio, anche per il ■ I ■ I > 1 ! I i 1111 < 1111 i : 111 i 1111 111111 ■ settore dell'edilizia convenzionata : e sovvenzionata ed affiancare cosi gli interventi di esclusiva competenza dello Stato e degli enti preposti alle realizzazioni nel campo dell'edilizia pubblica. L'erogazione di mutui per l'edilizia residenziale e per le opere pubbliche può riprendere entro dimensioni che seppur limitate risulteranno, nell'attuale contingenza, significative: anche a j livello di singola Regione dovreb¬ bero pertanto risultare disponibili importi non indifferenti. Anche se risulta arduo indicare, in questo momento, delle cifre, un complessivo di 500-1000 mi j Nardi sino a fine 1975 può pa i lesare l'obiettivo, i L'articolazione della raccolta dovrebbe far perno — a seconda j delle caratteristiche tecniche del- l'operazione — sull'inserimento dei titoli tra quelli ad « acquisto obbligatorio » da parte delle Banche, sull'introduzione, per la specificità del settore, di meccanismi di correzione monetaria {indicizzazione); la provvista potrebbe inoltre differenziarsi per le scadenze (affiancando al lungo an- ■ 1 11 ! I ! IL11111P11111H b 11 < 1 11 r IL 11 11 ! che il medio termine), nonché be- neficiare della possibilità di sti molare un - risparmio a destinazione » attraverso opportuni incoraggiamenti alle famiglie. Un concreto intervento nel senso sopraindicato potrebbe essere costituito dall'attuazione di un progetto di legge, elaborato dalì'Uflicio Studi della Banca d'Italia e reso pubblico pochi giorni fa. Attuando detto progetto esisterebbero concrete possibilità di sbloccare la crisi del credito fondiario e di ridare forza e vitalità od un settore che sta morendo per anemia. Un'ultima osservazione: nel valutare il complesso degli interventi è opportuno considerare solo l'importo immediatamente spendibile (costituito dai fondi pubblici erogati in conto capitale, dalle disponibilità spese dalle famiglie, dai mutui a lungo termine concessi), in quanto i contributi scaglionati nel tempo hanno solo la funzione di abbattere l'onere di ripagamento (le rate d'ammortamento) e non di ampliare i fondi i disponibili. Luciano Jona b 111 i 11111 ) 111111111111 1111 i 1111J11111 [ 11111 i ! 11 [ I i ] Solo con adeguati finanziamenti i cantieri possono tornare alla loro attività normale

Persone citate: Luciano Jona

Luoghi citati: Piemonte, Torino