Petrolio: in movimento la diplomazia francese di Alberto Cavallari

Petrolio: in movimento la diplomazia francese Pre-conferenza a Parigi nel mese? Petrolio: in movimento la diplomazia francese (Dal nostro corrispondente) Parigi, 4 novembre. La conferenza «triangolare» sul petrolio lanciata recentemente da Giseard d'Estaing si muove. La diplomazia francese è ormai sotto pressione perché intende riunire prima della fine di novembre a Parigi una «pre-conferenza» delle tre parti interessate (produttori, consumatori poveri, consumatori ricchi). Le fonti governative informano che i sondaggi procedono «meglio del previsto», nonostante le riserve americane e lo scetticismo iniziale, e che cominciano a nascere prospettive abbastanza solide di successo. La Francia ha invitato (tra i produttori) l'Arabia Saudita, l'Iran, il Venezuela, l'Algeria. Tra i consumatori ricchi, ha invitato, gli Stati Uniti, il Giappone, la Comunità econo-, mica europea, rappresentata unitariamente da un membro della commissione. Tra i consumatori non industrializzati sono stati scelti l'India, il Brasile, il Venezuela. L'invito è stato esteso anche ad alcune organizzazioni internazionali come l'Ocse e l'Opec. Ma ci si riserva di allargare la lista alla pre-conferenza di fine novembre. In questi giorni numerosi «inviati speciali» di Giseard sorto partiti in missione per ottenere il consenso degli invitati. Due ex ministri (Lipkoswski e Bettencourt) sono partiti per l'Arabia Saudita e l'Iran. Due altri inviati (ancora sconosciuti) sono stati destinati in Brasile e in Algeria. Il capo degli affari economici del ministero degli esteri, Brunet, è incaricato di una missione a Washington. Lo stesso ministro degli esteri Sauvagnargues condurrà la trattativa a Tokio in occasione del suo viaggio in Giappone previsto per il 21 novembre. Gli scettici parlano di «balletto diplomatico» frenetico, teso al successo, per coprire la crisi interna francese. Gli ottimisti, di un'operazione internazionale in cui s'impiega il massimo delle forze per cercare una via d'uscita alla crisi globale economica e alle minacce di una nuova esplosione mediorientale. Le prospettive di successo sono ancora scarsamente giudicabili. Nnel campo dei produttori, l'Arabia Saudita s'è già dichiarata favorevole all'iniziativa francese dei colloqui di Parigi del 31 ottobre tra il primo ministro Chirac e il ministro degli esteri Sakkaf. L'Algeria ha lanciato ieri, a sua volta, un «summit» dei produttori arabi per novembre, senza commentare la proposta francese, ma Parigi interpreta tutta l'azione politica di Boumedienne come aperta ad accogliere l'invito. Non si conosce invece la posizione del Venezuela. Quella iraniana appare poi la più difficile da decifrare dopo la visita di Kissinger. Il comunicato Usa-Iran (così centrato sulla collaborazione tra i due paesi, sia economica che militare) ha sconcertato i francesi. Essi vedono nella proposta iraniana per un prezzo unico del petrolio nettamente inferiore all'attuale una <dattica simile a quella esibita nel dicembre scorso» e nella conferma di una stretta alleanza con l'America un «sostegno indiretto a Washington». Però si sottolinea che lo scià di Persia s'è detto favorevole «a contatti più diretti tra i paesi industrializzati più avanzati del l'Ocse e l'Opec». Parici, ovviamente, ccnta d'essere tramite di questi contatti. La Norvegia si è ritirata intanto dal «gruppo dei dodici». Anche ciò porta i francesi a sperare in una revisione delle posizioni all'interno della Cee e in una ridiscussione del problema energetico in sede europea. L'idea di Parigi di far rappresentare i nove dalla commissione della Cee comporta infatti un accordo tra gli europei ancora lontano da raggiungere. Alberto Cavallari

Persone citate: Bettencourt, Brunet, Chirac, Kissinger