Per gli Usa "dopo-Nixon,, la prima prova elettorale di Vittorio Zucconi

Per gli Usa "dopo-Nixon,, la prima prova elettorale Oggi si vota per Camera e parte del Senato Per gli Usa "dopo-Nixon,, la prima prova elettorale (Dal nostro corrispondente) Washington, 4 novembre. Con un drammatico « appello agli elettori », del presidente Ford, l'America si avvia alle urne per il rinnovo della Camera (435 seggi), di 34 (su 100) seggi senatoriali c 35 (su 50) governatori di Stato. Si voterà domani, 5 novembre, in una elezione che rappresenta, come poche volte nella storia Usa, un test non solo sui partiti ma sulla vitalità dell'intera struttura democratica del paese. «Domani — ha detto Ford cercando di nascondere dietro l'imparzialità del verbo presidenziale le paure del leader di partito — voi non voterete soltanto per democratici o repubblicani, ma deporrete nelle urne un voto di fiducia negli Stati Uniti d'America. Se soltanto una piccola parte dell'elettorato compisse il suo dovere — ha aggiunto Ford — vorrebbe dire accettare di essere governati, di fatto, dalla minoranza ». Questo messaggio dell'undicesima ora non è solo la spia del timore di un presidente per la salute politica del proprio paese: quale leader del partito repubblicano egli sa che una bassa percentuale di votanti favorirebbe largamente gli avversari democratici, poiché è nelle file repubblicane che la crisi delle istituzioni, il Watergate, la recessione, hanno seminato più malcontento e qualunquismo. Traditi dal loro uomo del destino, da Richard Nixon, gli elettori del «Gop » (la sigla dei repubblicani) potrebbero disertare in massa, lasciando via libera a un trionfo democratico, mettendo dunque Ford (il potere esecutivo) davanti ad un parlamento (il potere legislativo) totalmente dominato dai suoi « nemici ». Le previsioni — Il Parlamento uscente è già controllato dai democratici che hanno la maggioranza assoluta alla Camera dei rappresentanti (248 seggi contro 147), al Senato (58 senatori contro 42) e nel numero dei governatori (32 contro 18). Gli ultimi sondaggi indicano una nuova avanzata derhocfàtica, con la conquista di un minimo di 30 e un massimo di 50 seggi alla Camera, di tre o quattro senatori e di altri sei Stati. Si prevede una vittoria a « landslide », come dice il gergo politico Usa, a «frana», per il partito dei Kennedy, di McGovern, di Jackson. Ben superiore ai guadagni tradizionali per il gruppo politico che non controlla la presidenza. Queste sono le cosiddette elezioni « mid-term », poiché cadono alla metà del « termine quadriennale » del mandato del presidente. La definizione, questa volta, non calza: sarebbe la metà del quadriennio nixoniano, ma da agosto è Ford il nuovo presidente, il primo scelto e non eletto alla massima carica. Per questo, e per l'impegno personale profuso da Ford nella campagna, si dice che il voto di domani sarà, indirettamente, anche un voto sul nuovo presidente. I candidati — Per rispondere alla «crisi di fiducia», all'ondata di qualunquismo suscitata da Watergate, dalla rivelazione dei meccanismi finanziari che legano i candidati ai contribuenti elettorali, il partito democratico ha mésso in «linea» le sue forze più giovani e intatte politicamente. Il nuovo Congresso sarà senza dubbio più giovane, più «pulito», più femminile. Quarantaquattro donne sono in corsa per i seggi di deputato, e tutte sono favorite dai sondaggi. Quattordici negri, decine di nomi nuovi, giovani trentenni fra cui Brown (un ex seminarista gesuita considerato una speranza dei democratici) e Hart, un altro trentenne che ama mostrarsi a fianco di starlets hollywoodiane. Anche alcuni nomi grossi sono in lizza, col pericolo di non essere rieletti: il senatore Javits di New York, il deputato Mills dell'Arkansas (di cui è stata scoperta recentemente una segreta debolezza per l'alcool e le entraineuses), quasi tutti i deputati repubblicani che hanno votato per l'impeachment di Nixon in seno alla Commissione giustizia. Curioso fenomeno di rigetto, questo dell'elettorato repubblicano, che punisce sia chi ha appoggiato l'ex presidente, sia chi lo ha «tradito». Nella battaglia per i governatorati è in lizza anche una donna di origine italiana (la sua famiglia è di Tortona), Ella Grasso (nel Connecticut). / finanziamenti — Almeno per questa occasione, tutti i candidati hanno mostrato di avere compreso la lezione di Watergate, ove uno dei capitoli più aspri fu la scoperta degli illegali finanziamenti . passati dalla grande industria a Nixon. Undici democratici hanno respinto offerte di danaro dai petrolieri (forse memori delle polemiche sul « presidente Nexxon », cosiddetto per i massicci aiuti forniti dalla Exxon all'ex presi¬ dente), tutti hanno pubblicato le fonti di ogni centesimo ricevuto. Non molti soldi, in verità, poiché la prudenza nel ricevere è stata pari alla cautela del donare. I temi — Per tutti indistintamente, parlamentari uscenti e nuovi candidati, il tema centrale della campagna è stata l'economia. I sondaggi parlano chiaro: oggi, il 78 pe.r cento degli americani considera la congiuntura recessiva come il problema principale, il 19 per cento mette al primo posto Watergate, il 5 per cento la criminalità, il 4 per cento la crisi energetica, il 3 per cento la crisi alimentare e meno dell'I per cento ha a cuore problemi di politica estera (rapporti con l'Urss, Medio Oriente, Sud-Est asiatico). Sul terreno economico, i repubblicani hanno messo l'accento soprattutto sulla necessità di bloccare l'inflazione, i democratici sulla ripresa della produzione e dell'occupazione. Uno degli slogan preferiti dei democratici era: « Preferite vedere la busta paga erosa dall'inflazione, o vederla spazzata via dalla disocuppazione?'». Al di là del Watergate, uno dei motivi maggiori che giocano a favore dei democratici è la loro tradizionale gestione « assistenziale » del potere, vista con favore dai molti che temono una nuova, grave depressione. La tecnica di voto — Circa 100 milioni sono gli «aventi diritto ». Nella maggior parte dei seggi si vota con una speciale «macchina elettorale » con pulsanti corrispondenti ai nomi dei vari candidati. Questo permette, alla chiusura del seggio, di avere immediatamente i totali (il contavoti è naturalmente nascosto e sigillato dal presidente del seggio). I diciottenni hanno diritto al voto, ed è possibile anche votare per corrispondenza. All'elettore lontano viene inviata una scheda speciale ove, oltre ai nomi e alle eventuali leggi in ballottaggio .(in taluni collegi si vota per molte cariche e anche per abrogare o approvare leggi controverse), in pochissime righe e in linguaggio semplice sono spiegati gli argomenti prò e contro candidati e proposte. Ford ha già votato per posta, essendo egli ancora iscritto nel collegio del Michigan. I risultati sono attesi nella notte fra martedì e mercoledì (l'alba di giovedì in Italia). Vittorio Zucconi

Persone citate: Brown, Ella Grasso, Kennedy, Mills, Nixon, Richard Nixon