Il problema Palestina di Ferdinando Vegas

Il problema Palestina Il problema Palestina 11 14 ottobre l'Assemblea generale dcll'Onu ha deciso di invitare al prossimo dibattito sulla «questione della Palestina» l'Olp (Organizzazione per la liberazione della Palestina), appunto quale rappresentante del popolo palestinese. Anche dopo che il «vertice» arabo di Rabat ha statuito che il diritto di rappresentare il popolò palestinese spetta all'Olp, un'entità non statale è ormai inserita ufficialmente nella contesa circa il destino di un territorio e di un popolo: la Palestina e i palestinesi. Che cosa designano esattamente questi due termini? Col nome di Palestina si indica, per antichissima tradizione, la regione asiatica sulla costa orientale del Mediterraneo, tra la Siria al Nord e l'Egitto al Sud. Intorno al Novecento della nostra èra, cioè dopo circa tre secoli dalla conquista araba, la Palestina era ormai divenuta un Paese a prevalenza arabo - musulmana; da allora, per palestinesi si intendono comunemente gli arabi abitanti la Palestina. A differenza di altri arabi, quelli palestinesi non hanno mai organizzato un proprio Stato; da ultimo, per quattro secoli esatti a partire dal 1517, la Palestina ha fatto parte dell'impero ottomano, del quale tuttavia non costituiva una specifica suddivisione amministrativa. Subito dopo la prima guerra mondiale è sorta un'entità territoriale col nome di Palestina, affidata nel 1920 come mandato della Società delle Nazioni all'amministrazione della Gran Bretagna. In quel momento, però, erano già state poste le premesse degli avvenimenti che ancora oggi fanno della Palestina una terra contesa. Alla fine dell'Ottocento, animati dal nuovo ideale del sionismo, gruppi di ebrei avevano cominciato a trasferirsi in quella che in epoca remota era stata la terra dei loro padri; così nel 1914 si trovavano in Palestina circa 80 mila ebrei, pari press'a poco a un ottavo dell'intera popolazione, il resto essendo costituito da arabi palestinesi. Durante la guerra, con la «Dichiarazione Balfour» del 2 novembre 1917, il governo britannico s'era dichiarato favorevole ali. creazione di un «focolare nazionale» ebraico in Palestina; ma lo stesso governo si era pure impegnato a riconoscere l'indipendenza degli arabi dal dominio turco: donde una situazione contraddittoria e tale da prestarsi a opposte interpretazioni di parte, ebraica e araba, come infatti è avvenuto. Sono sin troppo note le tragiche vicende seguite a quest'equivoco iniziale, nel periodo interbellico, durante e subito dopo la seconda guerra mondiale. La: conclusione di una convivenza tra arabi ed ebrei rivelatasi impossibile in un'unica Palestina si ebbe nel 1948, quando la Gran Bretagna abbandonò il mandato. Le Nazioni Unite decisero la spartizione del Paese in due Stati, uno ebraico e uno arabo. Quando il Consiglio nazionale ebraico proclamò lo Stato indipendente di Israele, gli Stati arabi circostanti risposero con la guerra. La cessazione delle ostilità, con gli armistizi del '49, consacrò la spartizione della Palestina che di fatto era già avvenuta durante i combattimenti: una parte venne a costituire Israele, una parte, la Cisgiordania, fu annessa dalla Transgiordania, che da poco aveva mutato il proprio nome in Giordania, una terza, la striscia di Gaza, divenne territorio egiziano. Così, mentre scompariva di nuovo l'entità Palestina, i palestinesi, a parte la piccola minoranza, che scelse di restare sul posto sotto il dominio di Israele, si trovarono in massima parte sotto il dominio della Giordania: o come abitanti della Cisgiordania annessa o come profughi, in Cisgiordania e in Transgiordania dalla parte di Palestina che era divenuta Israele. Senza contare, inoltre, i profughi palestinesi raccolti nella «striscia di Gaza», o rifugiatisi in altri Paesi arabi. Secondo il censimento giordano del 1961, del milione e 700 mila abitanti complessivi del Paese, poco meno di metà abitavano nella Cisgiordania, poco più nella Transgiordania; e di questi ultimi 550 mila erano profughi dalla Palestina. L'occupazione della Cisgiordania da parte di Israele in seguito alla guerra del 1967 dimostrando tra l'altro l'incapacità della Giordania a difendere i palestinesi, ha accentuato l'ostilità dei movimenti di liberazione, raccolti nell'Olp, contro il regime di Hussein. I palestinesi per numero, cultura, progresso economico si sentono di gran lunga superiori ai fratelli transgiordani e soprattutto al nucleo dei beduini, che è il sostegno della monarchia; non intendono quindi tornate sotto il dominio di Hussein, ove Israele abbandonasse la Cisgiordania, e continuano a rifiutare il riconoscimento dello Stato ebraico. Ferdinando Vegas

Persone citate: Balfour