Probabile un rimpasto nella giunta valdostana

Probabile un rimpasto nella giunta valdostana Dopo l'apertura della crisi Probabile un rimpasto nella giunta valdostana (Dal nostro corrispondente) Aosta, 1 novembre. Per anni nella vita politica valdostana la votazione sull'annuale bilancio è stato lo scoglio contro il quale si sono infrante le precarie coalizioni di governo. Il bilancio, per diverse legislature, è stato il «banco di prova» per verificare incrinature tra i partiti della maggioranza. Le scaramucce di «franchi tiratori», che votavano contro le proposte legislative della giunta con lo scopo dì porre in minoranza il governo, precedevano la crisi vera e propria. Si creava cosi un certo immobilismo nell'attività regionale, una sorta di «crisi strisciante», che raramente /veniva ricomposta e alla quale seguiva l'ultimo atto della mozione di sfiducia alla giunta incaricata. Una procedura che spesso durava dei mesi. Anche in quest'ultima crisi regionale, apertasi ieri con le dimissioni del presidente della giunta Dujany, è stato in parte rispettato questo costume. Da tempo, infatti, negli ambienti politici aostani si parlava di spaccature nella maggioranza. «Ma Uno al bilancio fila tutto liscio», aveva commentato un noto espo. nente politico, confermando la regola del «gioco». Il presidente dei democratici popolari (movimento), da cinque anni al governo, avvocato Dante Malagutti, ha ieri apertamente dichiarato che i democratici popolari si sono trovati di fronte alla richiesta pregiudiziale dell'Union Valdòtaine progressiste (movimento sorto da una scissione dell'Union Valdòtaine) e del psi di definire i propri quadri politici nella giunta. «I socialisti — ha detto Malagutti — chiedevano l'aumento dei loro assessorati, mentre i "progressisti" volevano semplicemente le dimissioni di un gruppo di assessori demopopolari». I progressisti, da parte loro, alcune settimane fa avevano pubblicamente criticato i democratici popolari per il loro «immobilismo» e per la loro «gestione clientelare». I democratici popolari detengono cinque dei sette assessorati regionali, gli altri due sono in mano rispettivamente ai socialisti (turismo), che in consiglio hanno tre seggi, e ai progressisti (industria e commercio), che hanno due consiglieri, mentre i comunisti (sette seggi), pur facendo parte della maggioranza, non intervengono nel governo. • Le pressioni per una diversa distribuzione degli incarichi pare non siano mancate. Nell'ultima seduta dell'assemblea generale, almeno quattro «franchi tiratori», hanno dichiarato il proprio dissenso alla giunta votando contro il disegno di legge sulla medicina preventiva del lavoro.' ' Le dimissioni del presidente Dujany costituiscono però un «fatto nuovo» nel costume politico valdostano. L'incarico della giunta è an. cora a disposizione del Consiglio regionale, che nella prossima riunione dovrà, attraverso il voto, respingerlo o approvarlo, ma già i vari partiti esaminano le possibilità per ima coalizione di governo. Le ipotesi sugli sviluppi della nuova situazione politica rimangono per ora molto - azzardate. Si parla di un «rimpasto» della giunta con l'esclusione di alcune forze politiche e l'entrata di altre, ma queste, come altre, non sono che voci prive di ufficialità, sempre suscettibili di smentite. g. g-

Persone citate: Dante Malagutti, Dujany, Malagutti

Luoghi citati: Aosta