E ora la Antonelli si fa dannunziana

E ora la Antonelli si fa dannunziana PRIME SULLO SCHERMO E ora la Antonelli si fa dannunziana "Mio Dio, come sono caduta in basso!" di Comencini - Il "maggiolino" disneyano Mio Dio, come sono caduta in basso! di Luigi Comencini con Laura Antonelli, Alberto Lionello, Michele ' Placido, Jean Rochefort. Italia, colori. Cinema Lux. (s.c.) Il regista dei vecchi « Pane, amore » e del recente: « Pinocchio » televisivo ha scelto la Sicilia per ambientarvi, secondo le abusate mode della commedia di costume nostrana, una storia di torbide e tempestose passioni con incesti minacciati e tradimenti consumati. Scelta Laura Antonelli come protagonista, l'andamento erotico della vicenda risulta abbastanza prevedibile e rispettoso di precisi obblighi commerciali. La bella baronessa siciliana, costretta a non consumare il matrimonio perché crede il marito suo fratello, scivola dopo breve, ostinata astinenza, dalle braccia dell'autista personale a queile di una giornalista spregiudicata. Siamo negli anni del dannunzianesimo trionfante, tra ia guerra di Libia e l'avvento del fascismo. Gli amori devono essere struggenti, lussuriosi e innaturali. Il poeta detta dal suo Parnaso un codice erotico anticonvenzionale e sconvolgente. Le deboli menti sono le prime vittime della moda. La povera baronessa gode masochisticamente della sua degradazione amorosa e vorrebbe finalmente consumare il matrimonio incestuoso col marito. Peccato. Una telefonata spiega ai due che non sono fratelli e lo slancio, tra damaschi sanguigni e fumi di incenso e benzoino, si spegne nella banalità. Arriva la guerlà mondiale, la baronessa resta vedova. Sono necessari viaggi avventurosi per placare l'anima agitata. A Parigi ritroverà l'amato autista sempre disposto a rinnovare l'antica iniziazione. Poca letteratura e tante genuine emozioni. II. proposito di satira al dannunzianesimo della borghesia prefascista è ostentato, declamato. Le spasimanti che svengono in pineta durante le galoppate notturne di D'Annunzio, il suo viso che appare dallo spioncino di una j porta e dice « Andate felici, avete visto il volto del poe- ta ». sono esempi di una a- neddotica troppo superficiale e scolastica per una efficace critica sociale. Ma Comencini è regista d'esperienza e Laura Antonelli attrice di sicure risórse per lo spettacolo: il prodotto offre sufficienti garanzie tecniche e commerciali. L'ingrediente comico della vicenda è affidato alla buona vena di Alberto Lionello, il marito-fratello caparbiamente « superuomo » fino alla morte in trincea. Herbie, il maggiolino sempre più matto, di Robert Stevenson, con Helen Haycs, Kcn Berry. Stefanie Poioers, Keenan Wynn. Americano a colori. Cinema Ariston. (a.v.) Applaudito a schermo acceso dai ragazzini che affollano la sala, il « maggiolino « Herbie, cioè l'auto capace di ragionare come un essere umano, è impegnato stavolta a trarre dai guai una vecchia signora vittima dei soprusi d'un costruttore edile. Costui, con la forza, visto che il denaro non serve, intende sfrattare la donna dalla sua ottocentesca' casetta per demolire la costruzione e innalzare al suo posto una torre grattacielo di duecento piani. Vincono Herbie e la vecchietta con l'aiuto d'un nipote buono dell'imprenditore cattivo, che lascia lo zio per passare sul fronte opposto, attrattovi dalla immancabile soave fanciulla. Ritornato sullo schermo dopo cinque anni dalla prima apparizione, il « maggiolino ttitto (e sempre più) matto » diverte senza fatica la giovane platea in un film spigliato, non privo di spunti satirici, abile nei trucchetti, sciolto nella regìa, appropriato nella scelta degli interpreti. Tra i quali è in prima posizione nel cast ima illustre veterana, Helen Hayes, classe 1901, antica staidei cinema e del teatro americano.

Luoghi citati: Italia, Libia, Parigi, Sicilia