Bianconeri ad Avellino successo senza smalto

Bianconeri ad Avellino successo senza smalto Poco gioco, scarso spettacolo (2-1) Bianconeri ad Avellino successo senza smalto La squadra di Parola, forse stanca dopo la dura partita di Francoforte sulFOder, ha giocato deconcentrata e senza ritmo ■ Reti di Bettega e Viola per i torinesi (Dal nostro inviato speciale) Avellino, 22 settembre. La Juventus ha vinto ma non è piaciuta. Ha giocato al piccolo trotto, senza ritmo, senza grinta e con troppi errori. Ha segnato I due gol. ma ne ha sbagliati almeno altri tre in modo clamoroso; ha subito una rete su punizione, ma la dilesa ha corso alcuni rischi per ritardati interventi, rischi che avrebbero avuto ben altra conclusione contro avversari di pari valore. Forse i bianconeri hanno giudicato questa lunga trasferta nel Sud come una semplice formalità di calendario. La classifica della Coppa dava loro ragione, avendo già matematicamente conquistato il diritto al turno successivo, ma bisognava onorare l'impegno con ben altra mentalità. Bisognava farlo per rispettare il pubblico di Avellino costretto a pagare carissimo il biglietto d'ingresso allo stadio, ed era necessario anche offrire una soddisfazione ai tifosi bianconeri di quaggiù che sono molti, e che oggi hanno rischiato il linciaggio per festeggiare il primo gol di Bettega. Gli uomini di Parola invece, forse ancora stanchi per la trasferta di quattro giorni fa a Francoforte sull'Oder, o forse con la mente già fissa al secondo match con I tedeschi, sono entrati in campo distratti e deconcentrati. Giocavano per onore di firma. Non c'era Spinosi che nella notte aveva lamentato dolori addominali (alle 3 aveva chiamato il medico). Al suo posto giocava Longobucco. La difesa era inedita — Cuccureddu, Longobucco; Gentile, Morinl, Scltea — ma l'avversario non faceva molta paura, almeno in zona d'attacco; ciononostante questa difesa ha attraversato momenti difficili di fronte alle manovre scoordinate, ma rapide degli avellinesi. I padroni di casa giocavano come se fosse campionato; gli ospiti invece non rischiavano mai. Ècco la differenza. Il resto è venuto come conseguenza di queste due diverse mentalità. Certo I bianconeri facevano qualcosa di più. Causio tentava di cucire le fila di una manovra che non aveva sbocchi perché Anastasi si incuneava Ih continuità nella zona difesa con rabbia da Calosi e Ceccarini, perché Bettega s'intestardiva a stazionare al centro, perché Damiani faceva più confusione che passaggi. Gentile « portava la palla -; Capello voleva convincere Bernardini (che però non era ad Avellino) di essere un vero centromediano metodista e stava arretrato: giocava abbastanza bene, ma non era utile al gioco imposto dalla tattica speciale di una partita che l'Avellino « non voleva perdere -. Bisognava rischiare di più, ma proprio all'Inizio su Capello rotolava involontariamente, ma pesantemente Truan. Il bianconero rischiava un serio incidente, e pensava al risparmio, anche in vista di una probabile convocazione azzurra. Al 12' un cross di Causio mandava al centro una palla facile, ma Bettega e Damiani, stretti nello spazio di un fazzoletto, si ostacolavano a vicenda e l'azione sfumava. Veniva ammonito Causio per proteste (22'). La decisione dell'arbitro Casarin è apparsa eccessiva. Causio aveva chiesto soltanto il controllo delle distanze su un calcio piazzato. Ma gli arbitri italiani « soffrono » / richiami e rispondono d'istinto con il cartellino giallo. II gioco era monotono, addirittura noioso. Attaccava la Juventus, si difendeva l'Avellino. La Juventus attaccava male, l'Avellino si difendeva bene e con caparbia decisione. Si arrivava al 34' ed i bianconeri passavano in vantaggio. Avanzava Longobucco dal fondo campo e centrava; il portiere Piccoli annaspava, e la palla giungeva a Bettega che di testa buttava in gol. Finiva il tempo Ira gli sbadigli. Veramente s'era visto poco. Nella ripresa Parola lasciava negli spo¬ gliatoi Damiani, apparso affaticato e lo sostituiva con Altafini. Il « vecchio » José incantava la folla con alcuni tocchi deliziosi. I compagni non lo seguivano o lo seguivano poco. A dare maggior brìo alla manovra juventina provvedeva Viola che entrava in campo (64'), al posto di Capello. Viola si dava da fare, correva per tutti, rischiava nei tackles, combatteva come del resto combattevano gli avellinesi. E proprio Viola al 79', con un'azione rapida e penetrante, serviva Anastasi solo davanti al « nuovo » portiere Marson. Anasta- Il bianconero Viola si tardava e perdeva la facile occasione. La palla rimbalzava verso Bettega che falliva il tiro (era la seconda « occaslonissima » sbagliata). Viola continuava a correre ed all'84', dopo uno scambio volante con Altafini, proprio lui, con un pallonetto, segnava il secondo gol juventino. Era un gol da manuale, realizzato con freddezza e tecnica non comuni. Un minuto dopo ancora Viola dava ad Altafini la palla del 3 a 0, ma il brasiliano tirava male ed il portiere avellinese riusciva a deviare in calcio d'angolo. La Juventus oramai paga del risultato tentatava di addormentare la partita. Ma proprio al 90' Casarin fischiava una punizione per un intervento di Morini ai danni di Ferrari. Truan toccava a Ferrari che azzeccava un tiro prepotente senza scampo per Zoll: 1 a 2. L'Avellino conquistava proprio all'ultimo minuto II gol che aveva inseguito per tutta la partita. Con questa vittoria la Juventus conclude il girone della coppa Italia a pieno punteggio, con 8 punti, 12 gol latti e 2 'gol subiti. E' un bllancìo importante, che non do- vrebbe sollevare critiche, però ad Avellino è sorta qualche perples- sita perché la Juventus può e de- ie fare di più. Parola alla fine era palesemente scontento. Ha addolcito le sue dichiarazioni dicendo: « Abbiamo giocato senza determinazione. Non sono d'accordo sul ritmo, ma non dimentichiamo che siamo reduci da una dura trasferta in Germania e che abbiamo fatto migliaia di chilometri in aereo ». Parola cercava attenuanti, tutte valide, tutte vere. Però Damiani, Morini, Longobucco e Bettega meritano una censura. Scirea ha giocato bene, ottimo Viola, sicuro Gentile. Il calcio moderno non accetta il piccolo trotto. Diversamente si rischia di sfigurare anche contro una squadra di seconda categorìa, l'Avellino comunque ha buone possibilità, ma non vanta giocatori di richiamo. Gianmarinaro, tecnico preparato e prudente, insiste con il suo presidente per potenziare I ranghi ed ha avuto opportune promesse dal comm. Sibilla. Però anche senza rinforzi, questo Avellino farà strada in serie B. Giulio Accatino Avellino: Piccoli (Marson dal 46'); Logozzo, Ceccarini; Calosi, Parolini, Reali (Cocconi dal 30'), Vescovi, Giannattasio, Ferrari, Truan, Schilirò. Juventus: Zoff; Ciiccli recida. Longobucco; Gentile, Morini, Scirea; Damiani (Altafini dal 46'), Causio, Anastasi, Capello (Viola dal 64'), Bettega. Arbitro: Casarin. Marcatori: Bettega al 34'; Viola all'84'; Ferrari al 91'. Spettatori paganti 11.563; incasso 40 milioni 868 mila lire.

Luoghi citati: Avellino, Francoforte, Germania, Italia