Un Rossini "solenne,, celebra Des Ambrois

Un Rossini "solenne,, celebra Des Ambrois Il concerto a Bardonecchia Un Rossini "solenne,, celebra Des Ambrois Bardonecchia, 22 settembre. Nel quadro delle celebrazioni del primo centenario dellr. morte di Luigi Francesco des Ambrois, la Rai di Torino ha eseguito ieri sera a Bardonecchia, nella chiesa di Sant'Ippolito, la Petite Messe Solennelle di Rossini. Protagonista il coro di Torino accanto al pregevole e ben affiatato quartetto vocale (Lucia Barbero Sefusatti, soprano, Maria Luisa Actis Perino, contralto, Giovanni Zanetti e Strgio Bensi rispettivamente tenore e basso), ai due pianoforti (Enrico Lini e Arturo Sacchetti) ed all'armonium (Alessandro Lanzi): il tutto sotto la guida trascinante di Fulvio Angius che si sta plasmando il suo coro in uno strumento duttile e compatto, senza sciupare il prezioso patrimonio tecnico ed intellettuale lasciatogli da Ruggero Maghini. La Petite Messe Solennelle è praticamente un capolavoro sconosciuto: opera ambigua, finemente cesellata, s'articola in una sconcertante varietà stilistica che accosta Palestrina a Bach, la fuga alla romanza; ammicca a Chopin, a Verdi, a Mozart e persino, in certi réfoli melodici del Kyrie, alla spensieratezza dei brahmsiani Liebesliederwaltzes. Scritta « pour douze Cherubins », quattro soli e otto coristi, respira il fascino ambiguo della preghiera fiorita al centro d'un salotto mon¬ dano e venata d'aristocratico intellettualismo: il gusto della citazione colta dà la mano ad una convenzionalità di movenze vocali che sembrano avere nei confronti del testo la funzione d'un epico straniamento: un pronunciare le parole sacre con intonazione volutamente salottiera per lasciarne meglio intendere il senso in virtù del contrasto. Ed a complicare la problematicità dell'assunto, ecco i due pianoforti che pulsano costantemente sotto le voci in un tappeto ritmico che non può non far pensare a Strawinski; ecco l'armonium con le sue striature dissonanti che sembrano proiettare il ricordo dell'organo in un clima di sensualità frigida e bloccata. L'esecuzione, amplificando l'originale complesso cameristico a dimensioni liturgiche, ha un po' sciupato quei valori d'ambigua sottigliezza a cui s'appoggia il fascino del lavoro: ma l'Agnus Dei, drammaticissimo nel dialogo tra il contralto e la massa, s'è elevato a dimensioni beethoveniane; e sopra la polifonia palestriniana del Christe è parso che s'inarcasse addirit tura la volta della Sistina. Festeggiatissimi, gli esecutori hanno ringraziato il folto pub blico che riempiva la chiesa in ogni ordine di posti mo-j strando di comprendere ed| apprezzare la singolarità deli lavoro. p. gal. I

Luoghi citati: Bardonecchia, Palestrina, Strawinski, Torino