Calabria: 26° sequestro in tre anni di Mario Guerrini

Calabria: 26° sequestro in tre anni Calabria: 26° sequestro in tre anni La media è altissima: supera quella "record" degli anni caldi del banditismo sardo 11 rapimento del piccolo Francesco Cribari ha destato sgomento. Fa inorridire il pensiero di un bimbo di 10 anni nelle mani di un pugno di criminali nelle selvagge campagne della Sila o sulle impervie pendici dell'Aspromonte. Sgomento, ma non stupore. Un fanciullo serve al caso loro quanto un adulto, anzi forse meglio poiché più grande è il dolore dei familiari e per questo più cospicua la somma del riscatto. In Sardegna, terra di sequestri, esistono indicativi precedenti, lontani e vicini. Nel 1933 fu sequestrata e uccisa la figlia di 6 anni del podestà di Bono. Nel 70, nel Nuorese, fu rapita Assunta Gardu, moglie di un notabile democristiano; l'anno successivo i banditi sequestrarono insieme con il padre il piccolo Agostino Ghilardi. 10 anni. Il rapimento del bimbo calabrese è l'ultimo atto di una escalation criminale che sconvolge la Calabria. E' il ventiseiesimo sequestro compiuto in questa regione negli ultimi tre anni, una media che supera persino quella record degli anni ealdi del banditismo sardo. A questo triste fe¬ nomeno nessuna regione del nostro Paese sembra ormai poter sfuggire. Sequestri avvengono non soltanto in Sardegna e in Calabria, ma in Lombardia, nel Piemonte. In Sardegna il sequestro di persona è nato sulle montagne della Barbagia, quasi come una forma di rivolta della società pastorale contro le vessazioni cui era sottoposta. Una volta i pastori rapivano il ricco proprietario terriero, assenteista, che li salassava con gli alti fitti dei pascoli. La somma del riscatto era, nel contempo, una vendetta ed un risarcimento danni. Oggi il sequestro di persona ha perduto in Sardegna il suo originario movente, pur restando i pastori i principali protagonisti di questo crimine. Al pastore-bandito si sono affiancati nuovi personaggi (procuratori legali, studenti universitari, impiegati di uffici pubblici) e ciò sta a significare che i due tessuti delinquenziali, quello dell'arca pastorale e quello cittadino, si sono intrecciati per perseguire lo stesso fine. L'ultimo clamoroso esempio se avuto all'Assise di Sassari con la condanna di due vigili urbani coinvolti in un sequestro insieme con una donna (l'amante di uno dei due) e un gruppo di banditi del Nuorese. In molti casi il pastore o il latitante sono i semplici eseeuiori dei sequestri organizzati da elementi della malavita cittadina. Per questo, anche in Sardegna il sequestro di persona ha abbandonato già da alcuni anni i suoi confini « naturali », estendendosi dal Nuorese alle altre province dell'isola, penetrando nelle città. La figura del pastore-bandito resta, comunque, una componente essenziale del sequestro: soltanto il pastore, infatti, può custodire a lungo un ostaggio nelle selvagge campagne dell'isola, sfuggendo ai rastrellamenti delle forze di polizia. Nascondere un uomo in città per lungo tempo è, invece, più complicato e soltanto un'organizzazione criminale già collaudata può avere speranze di successo. Nasce appunto da qui la sostanziale differenza tra i rapimenti in Sardegna c quelli che avvengono nelle altre regioni italiane, soprattutto nel Centro-Nord. Qui ad operare sono molto spesso formazio¬ ni di estrazione mafiosa che possono, appunto, contare su un apparato delinquenziale non improvvisato. Le cosche mafiose non hanno fatto altro che impossessarsi di un nuovo tipo di reato, sostenute da un'esperienza maturata attraverso una lunga attività criminosa. Soltanto un gruppo mafioso perfettamente organizzato poteva tenere sequestrato per cosi lungo tempo Paul Cetty e ricavarne un riscatto — un miliardo e 700 milioni — che da solo supera tutti quelli pagati per i sequestri in Sardegna. La Calabria sta oggi vivendo le slesse drammatiche esperienze della Sardegna. Anche qui particolari condizioni geografiche ed umane (campagne spopolate, difficilmente accessibili alle forze dell'ordine, omertà e delinquenza mafiosa) favoriscono il fenomeno. Ed il sequestro a scopo di estorsione per la sua alla redditività e per la sua relativa pericolosità (nella maggior parte dei casi gli autori restano impuniti) rappresenta oggi per le giovani leve della criminalità la strada più breve al facile arricchimento. Mario Guerrini

Persone citate: Agostino Ghilardi, Assunta Gardu, Francesco Cribari, Paul Cetty