I signori del jazz al mare

I signori del jazz al mare FRA I PERSONAGGI DEL FESTIVAL DI ALASSIO I signori del jazz al mare Tre giorni di musica con solisti bizzarri - Mitchell con l'intricato insieme di barba e capelli rossi - Nana a casa (Dal nostro inviato speciale) Alassio, 8 settembre. Con la musica la collina di Alaselo cambia volto. La stradicciola che conduce al belvedere di Santacroce si era trasformata ieri sera in un lungo parcheggio. Il terzo festival di jazz ha richiamata molta gente: appassionati, villeggianti, curiosi. Gianni Basso, Red Mitchell e Guido Manusardi, il quintetto di Charlie Mariano hanno suonato fino a notte alta. Musica tutta di buona qualità, senza sbavature e ad un tempo comprensibile per la carica di swing e di calore che conteneva. , Soltanto il quartetto di Peter Jacques, svizzero, salito sul palco dopo il bel successo di Basso, non ha convinto il pubblico. E, benché ascoltare musica non buona dispiaccia sempre, tuttavia le esibizioni di scarso valore artistico (tecnicamente il gruppo svizzero è corretto) sono utili per da{ re la misura di quelle buone. Ma il jazz, in Riviera, non è soltanto musica. E' colore, inconsueti personaggi lungo la passeggiata a mare, frotte di giovani con sacco u pelo al seguito degli artisti. In città il concerto è impegnato appuntamento di intenditori, al mare è festa di paese. E la stessa musica cambia sapore, diventa estiva. Lo conferma il pubblico, disposto più che in città ad accettare proposte d'avanguardia; ne traggono vantaggio gli artisti, più liberi nell'esprimersi. Gianni Basso, uno tra i migliori sassofonisti italiani di bop, era accompagnato dagli stessi musicisti con i quali affiancò Gerry Mulligan a Pescara: Dodo Goja al contrabbasso, Renato Sellarli al pianoforte e Tullio De Piscopo alla batteria. Tre seri professionisti che rifiutano di abbandonarsi al mestiere e offrono sempre prestazioni vivissime e di buon livello. Calorosi gli applausi. Il pubblico attendeva Red Mitchell, « mostro sacro » del contrabbasso, maestro per tanti musicisti, ex punta di diamante nell'orchestra di Woody Herman. Mitchell è salito sul palco e ha dimenticato il titolo che doveva presentare. Cosi ha dovuto leggerlo. Poi è iniziata la musica. Con Mitchell ha suonato Guido Manusardi, di Chiavenna (Sondrio), eccezionale talento pia¬ nistico che in Italia ha trovato finora pochi « fans ». L'unione dei due solisti, siglatasi durante una tournée in Scandinavia, è felicissima. Non si avvertiva certo la mancanza di una batteria. Pianista ricco di idee, Manusardi, ironico ed estroso contrabbassista Mitchell: i giusti ingredienti perché un « duo » si trasformi in orchestra e riempia tutto lo spazio musicale. La speranza è che dopo l'esibizione di ieri sera Manusardi trovi più ingaggi nei nostri clubs di jazz e nei nostri teatri. Mitchell, lo sguardo curioso e allegro dietro un intricato insieme di barba e capelli rossi, ha persino cantato, stonando, ma con stile e swing. Poi ha raccontato una barzelletta in inglese (tutti hanno riso) e ha ceduto il palco al quintetto del suo amico Charlie Mariano. Mariano, alto, magro, folti capelli grigio-bianco, già sassofonista di Stan Kenton, di Charlie Mingus, di McCoy Tiner, ieri ha prodotto una gran bella musica che sarebbe più corretto però classificare sotto l'etichetta di « pop » che non sotto quella di jazz. E' stato comunque il più applaudito. Ottima la sua formazione: Philippe Catherine alla chitarra, Wolfgang Dauner al pianoforte elettrico, John Lee al basso, Fender e ferry Brown alla batteria. Il festival si conclude questa sera. Di scena Giorgio disimi, reduce da mille concerti e che altri mille ne prepara. Con lui il solito gruppo composto da Gianni Bedori ai sas¬ sofoni. Bruno Tommaso al contrabbasso e il batterista Andrea Ccntazzo. Sarà poi la volta di Paul Bley, pianista di « free », da anni assente dall'Italia. Non è potuto venire, invece, Nana, il simpatico percussionista latino-americano. Lo sostituirà Mandrake, non meno bravo alle percussioni. Mario De Angelis

Luoghi citati: Alassio, Chiavenna, Italia, Pescara, Sondrio