Arese: "Una medaglia a Roma conquistata di sicuro,,

Arese: "Una medaglia a Roma conquistata di sicuro,,Il rimpianto di un atleta colpito dalla sfortuna Arese: "Una medaglia a Roma conquistata di sicuro,, (Dal nostro inviato speciale) Roma, 1 settembre. Franco Arese arriva in bicicletta. Non ha la borraccia, ma ha una divisa tutta atipica, a metà fra il « suiveur » del Tour de France e il cacciatore di leoni: pantaloni bermuda, calzettoni blu sopra le scarpe con tre strisce, maglietta azzurra, cappellino a falda corta. Gli manca solo il binocolo a completare l'aria da « sportman » che lo farebbe passare inosservato in un club anglosassone e tirerebbe invece tutti fuori di casa i suoi compaesani di Centallo. E' allegro, è in ottima salute, è loquacissimo. In gran forma, si direbbe, se la frase non ricordasse un po' la storia della corsa in casa dell'impiccato visto che il signor Franco Arese, campione d'Europa in carica sui 1500 metri, adesso è soltanto un ex-atleta con speranza (secondo qualcuno la certezza, la necessità) di tornare a correre. Meno di due mesi fa lo hanno operato dopo lo strappo al tendine del piede sinistro che lo ha fatto urlare sulla pista dell'Arena di Miano, dove a trent'anni un campione si è fermato per farsi portare in camera operatoria. « Sarei stato un grande scalatore, io », dice scendendo dalla bici. Il ciclismo, che da ragazzo gli permetteva di sentirsi una specie di Charly Gaul della Val Moira, adesso gli serve per offrire un minimo di lavoro alle sue gambe rimaste troppo a lungo ferme: da pochi giorni Franco ha buttato via il gesso, ora può far vedere il lungo segno rosso rimastogli sul calcagno sinistro a tutti quelli che vengono a fargi festa. Arese è il capitano non giocatore degli azzurri, fa il Gardìni dell'atletica interpretando con grande carica un ruolo decisamente inedito: « Sono qua per tener allegra la squadra — dice —, per far ridere un po' tutti: non è mica facile, qui ognuno ha problemi, guai e affanni in abbondanza ». Ieri sera Arese è stato a lungo sul campo allo stadio dei Marmi, ha respirato l'aria di una vigilia che avrebbe dovuto vederlo pronto a difendere il suo titolo e invece gli riserva solo trattamenti da ospite d'onore: « Qui a Roma rischiavo naturalmente di perdere, ma una medaglia l'avrei strappata di sicuro — afferma convinto Franco — perché campionissimi sui 1500 metri non ce ne sono tanti: Vasala sta tentando a fatica di riprendersi, Hansen e Hoegberg non mi convincono, poi c'è il romeno Ghipu che mi dicono sicuro di vincere perché da due anni non perde una gara ma di gare ne fa poche e tutte in casa e forse solo contro i juniores. Insomma c'è tanta gente di discreto livello, nessun asso: magari alla fine metterà tutti d'accordo il mio amico polacco Szordikowski. Ha parecchi anni sulle spalle e soffre di una gastrite, però io lo metto in prima fila nei pronostici assieme allo scozzese Clement, il più regolare di tutti ». — Visto che non c'è Arese a garantirci una medaglia sui 1500, da chi possiamo aspettarci questi doni? « Da Mennea e Fiasconaro, naturalmente. Mennea è pronto per ripetere i suoi tempi migliori sia sui 100 che sui 200, dopo potrebbe anche lanciare verso il podio la nostra staffetta veloce che purtroppo ora rischia di dover rivoluzionare la formazione per l'incidente toccato a Guerini. Fiasconaro mi ha stupito, mi ha entusiasmato: un recupero del genere, che in tre settimane lo ha riportato ai vertici di una gara da soffrire come gli 800 metri, ha davvero pochi riscontri nel campo dell'atletica internazionale. Perciò a questo punto si può essere ottimisti, se Marcello ha saputo fare questo clamoroso ritorno può benissimo arrivare sul podio, magari al primo posto. Il suo unico problema secondo me sta nel dover ripetere tre volte in tre giorni una fatica che sinora ha affrontato in poche occasioni e sempre con lunghe pause di recupero fra una gara e l'altra: l'ideale sarebbe arrivare alla finale senza aver dovuto sudare troppo nelle qualificazioni e ho visto che fortunatamente la batteria di domani non pare troppo impegnativa per Marcello ». — Del resto anche Susan] può trovarsi in queste difficoltà... « Esatto. Susanj è considerato il favorito e se lo merita, ma non è detto che possa rendere al massimo dopo tre giorni di severo impegno: se corresse una gara sola, con tutti i finalisti, il jugoslavo vincerebbe di sicuro. E' un grande campione, posso dire di essermene accorto tra i primi, per un caso singolare. Due anni fa, prima delle Olimpiadi, ero con Tino Bianco a Kranjska Gora, in Jugoslavia, e un giorno ho visto alla televisione una riunione di atletica: c'era un giovanotto biondo, longilineo, che corse e vinse in poco tempo i 400, i 200 e la staffetta 4x400. Notai che aveva un fisico adatto per correre gli 800 e Bianco fu d'accordo con me. Quel giovanotto era Susanj, dopo poco tempo ha cambiato specialità e ha dimostrato che avevo visto giusto. Si vede che di atletica me ne intendo, posso fare il capitano, il giornalista, magari il direttore tecnico... ». — E l'atleta? Arese non risponde, racconta solo del suo lavoro di rieducazione fisica in piscina e in bicicletta. Precisa che è aumentato di tre chili, all'incirca è a quota 68. Non dice altro. Ma pensa, è intenzionato, è convinto di ritornare a correre. Al più presto. Antonio Tavarozzi

Luoghi citati: Arese, Centallo, Europa, Jugoslavia, Roma