Evasi un anno fa dalle Nuove, ripetono la fuga dal carcere di Lucca: scomparsi

Evasi un anno fa dalle Nuove, ripetono la fuga dal carcere di Lucca: scomparsi Evasi un anno fa dalle Nuove, ripetono la fuga dal carcere di Lucca: scomparsi Sono Sergio Settimo, Antonio Gasparella e Adriano Donatelli - Ad essi si è unito Giovanni Virdò, condannato a 18 anni per l'uccisione del dentista Venchi - Segata un'inferriata, si sono calati in strada dove li attendeva un'automobile - Un agente di custodia li vede, afferra il mitra per sparare un colpo in aria ma l'arma si inceppa Quattro detenuti piemontesi sono evasi ièri pomeriggio alle 15 dal carcere dì San Giulio, a Lucca. Sono personaggi noti alla cronaca della nostra città: Giovanni Virdò, 22 anni condannato nel luglio scorso a 18 anni e 4 mesi di reclusione per concorso in omicidio del dentista Arrigo Venchi; Sergio Settimo, 28 anni; Adriano Donatelli, 31 anni; Antonio Gasparella, 20 anni. Questi ultimi tre furono protagonisti, nel maggio '73, di una clamorosa evasione I dalle Nuove, per cui sono sta- ti condannati, un mese fa, dal nostro tribunale, a 9 mesi ciascuno. Trasferiti nel carcere di Lucca, non hanno perso tempo. Esperti in piani di fuga, si sono accordati col Virdò per riacquistare la libertà, e ci sono riusciti, pare, senza troppe difficoltà. Secondo le prime indagini della Mobile di Lucca e delle guardie carcerarie, il quartetto, uscito alle 14 per la solita ora d'aria, si è nascosto nel magazzino dei viveri an¬ j nesso alla prigione e qui ha | segato le sbarre dell'inferria- ta di una finestra posta a non più di due metri da un vicolo cieco. I quattro l'hanno raggiunto, e scavalcato un cancello, si sono trovati nel quartiere Sant'Agostino dove c'era ad attenderli una 125. Gli evasi sono stati visti da alcune guardie in servizio e da altre, in borghese, che in quel momento si trovavano nel bar di fronte al carcere. Un agente ha imbracciato il mitra e ha fatto per spa- - n n e . o e o - i rare un colpo in aria, ma l'arma si è inceppata. E' subito scattato l'allarme, la città è stata circondata da posti di blocco, ma invano. L'inchiesta della polizia e della magistratura dovrà ora stabilire in che modo i detenuti hanno potuto, senza destar sospetti, segare le sbarre della finestra (lavoro che deve aver richiesto più di un giorno) e come sono venuti in possesso della sega, trovata nel magazzino. Settimo, Donatelli e Gasparella erano in attesa di giudizio per la rapina del 20 agosto 73 al furgone postale del treno Lucca-Garfagnana, in località San Pietro a Vico. Il bottino fu di 54 milioni contenuti in plichi postali. Tre mesi prima erano fuggiti dalle Nuove, con altri 6 compagni di detenzione. L'evasione fu organizzata nel centro clinico delle carceri, dove i nove si trovavano con funzione di «scopini». Una sera, segata la finestra al primo piano del gabinetto oculistico, salirono sulle impalcature erette in quei giorni per la costruzione di una nuova sala-colloqui, e raggiunsero gli spalti della prigione. Fissate con uncini le corde ricavate dalle lenzuola (unite tra loro con nodi e cerotti) si calarono da otto metri. Per due andò male: una corda toccò i fili della luce e la scossa fece precipitare il detenuto che vi era appeso. Cadde al suolo, si fratturò una gamba. Un altro arrivò a terra ma s: trovò tra le braccia di un agente. Gli altri sette scomparvero nel traffico. Furono ripresi in G, il 16 dicembre scorso, dai carabinieri di Recco. Nell'abitazione di uno furono trovate banconote per 1 milione e 270 mila lire, frutto dell'assalto al ! treno. Come abbiamo detto, r \ l'inchiesta sulla clamorosa - ! evasione si è conclusa un me- eco a i se fa, davanti alla sezione feriale del tribunale presieduta dal dottor Lacquaniti. Con gli evasi, sono comparsi sul banco degli imputati anche due agenti di custodia, accusati di aver favorito, per colpa, la loro fuga. Solo un agente è state condannato a 1 mese; il collega, che non aveva sparato con tempestività, è stato assolto. ! j 1 : ; j ] A I degli carcere di Lucca: Virdò, Gasparella c Donatelli

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