L'Europa più unita contro l'inflazione?

L'Europa più unita contro l'inflazione? Mentre continuano gli incontri bilaterali L'Europa più unita contro l'inflazione? (Dal nostro inviato speciale) Bellagio, 1 settembre. Domani sera il cancelliere della Repubblica Federale tedesca, Helmut Schmidt, sarà a Parigi per un incontro con il presidente della Repubblica francese, Giscard d'Estaing. Il vertice segue immediatamente quello di venerdì e sabato tra lo stesso Schmidt e Rumor a Bellagio, conclusosi con il prestito tedesco di 2 miliardi di dollari all'Italia, accolto da tutti come una boccata d'ossigeno per la nostra economia, e come l'inizio della stagione del rilancio per l'Europa. Ancora pochi giorni prima del vertice veniva categoricamente escluso un prestito bilaterale della Germania all'Italia per ragioni — si diceva — di sfiducia dei tedeschi nella nostra solvibilità, nella nostra capacità di uscire dalla crisi. Sabato invece l'annuncio dell'apertura di una linea di credito per 2 miliardi di dollari. Schmidt ha superato la sfiducia? Forse, ma nei commenti di tutti, questo non è stato l'elemento determinante. La questione di fondo che è stata indicata, è un'altra: l'industria tedesca lavora per il 60 per cento per l'esportazione, il «crollo» dell'Italia significherebbe perdere un mercato di 55 milioni di abitanti. E ancora: il nostro deficit della bilancia dei pagamenti è dovuto sì in parte (metà) all'aumento del petrolio, all'enorme macchina burocratica definita da molti «una fabbrica di inflazione», ma è anche una conseguenza delle misure deflazionistiche adottate dal governo di Bonn. Lo prova il fatto che fino al '73 gli scambi Italia-Germania registravano un attivo a nostro favore. In questo senso Bellagio rappresenta una «data storica»: si è preso atto che quanto si è costruito sinora dell'Europa, sia pure tra mille ripensamenti ed esitazioni, ha ormai unito i Nove in un insieme inscindibile, ha reso le economìe complementari l'uria rispetto all'altra. Il Paese più ricco non può disinteressarsi di quello che succede nel povero, perché sarebbe trascinato assieme a lui in un'eventuale caduta. Dunque l'Europa economicamente esìste, è una realtà, e ce ne siamo accorti in un momento difficile, dì inflazione, di crisi quasi per tutti Paese più (in difficoltà non è solo l'Italia, ma anche la Gran Bretagna, la Danimarca e per la stessa Francia non sono tempi d'oro). In questa situazione di congiuntura negativa, l'Europa ha di fronte due alternative: sfaldarsi e cercare ognuno una propria soluzione di sopravvivenza, o restare unita e cercare una soluzione comune per creare una area di stabilità economica. Domani sera, Giscard e Schmidt parleranno dell'unione politica europea. E' chiaro che una soluzione comunitaria della crisi non può che passare di lì. Già De Gaulle sosteneva che una Europa concepita solo come un grande mercato, senza forza politica, sarebbe stata una costruzione fragilissima, esposta ad ogni ricatto. Profezia che si è rivelata esatta durante la « guerra del petrolio », quando i Nove non hanno saputo che balbettare, ciascuno nella propria ] lingua, di fronte al cartello dei Paesi produttori. L'incontro di Bellagio e l'improvviso vertice GiscardSchmidt sono segni che forse proprio la più drammatica crisi del dopoguerra sveglierà dal letargo l'Europa Unita. Questo però non significa che tutti i problemi siano stati risolti, dall'oggi al domani. Già ora si profila qualche difficoltà. La strategia da seguire, ad esempio: mentre Schmidt segue la via degli incontri bilaterali (nessun Paese, da solo, può far fronte alla Germania Federale), Giscard, temendo l'affermarsi di una leadership tedesca che Bellagio ha rivelato già esistente, ha proposto un vertice dei « Nove » da tenersi dopo le elezioni inglesi. E' una differenza diplomatica che rivela due strategie diverse. Gianni Gambarotta

Persone citate: De Gaulle, Gianni Gambarotta, Giscard D'estaing, Helmut Schmidt, Paese, Rumor, Schmidt