Tra nevrosi e suspense (ma senza Hitchcock)

Tra nevrosi e suspense (ma senza Hitchcock) PRIME VISIONI SULLO SCHERMO Tra nevrosi e suspense (ma senza Hitchcock) "Esecutore oltre la legge" con Delon - "Il domestico", Buzzanca Esecutore oltre la legge di George Lautnar, con Mireille Dare, Alain Delon, Claude Brasseur, Nicoletta Machiavelli. Francoitaliano, colore. Cinema Cristallo. Nevrosi come se piovesse in Esecutore oltre la legge (che sostituisce male l'originale Les seins de giace), tratto da un romanzo di Richard Mateshon portato sullo schermo da un regista versato in commediole. Più uomini si contendono un osso; e l'osso («nonni soit... ») è Mireille Dare dal bel musetto, una vedovella di Antibes che uccise il marito tossicomane perché l'aveva trascinata nel vizio, e ora ritorna dalla casa di cura ove l'aveva confinata la clemenza dei giudici. Benché ufficialmente guarita, la bella Peggy ha ancora spigionato il primo piano. Lo sa il ricco avvocato che teneramente (troppo teneramente, pensa la moglie) la protegge, circondandola di cure fra le quali un « gorilla » di scorta; lo sa uno scrittore di telefumetti che prende una cotta per lei, ricevendone in cambio strani comportamenti; lo sanno altri due che per essersi accostati a quella gelida fiamma, ci lasceranno la pelle. Parrebbe che dalle sue burrascose esperienze la signora abbia contratto un forte ribrezzo per il sesso forte; forte ma intermittente; dimodoché ora s'abbandona ora si ritrae, ora sorride ora strilla, graffia e fa peggio. Ma si dovranno addebitare a lei i due cadaveri, o non piuttosto allo scrittore, sospettato dalla polizia, o addirittura all'avvocato stesso, la cui tenerezza per Peggy non conosce limiti? E' di rigore non svelare l'arcano. Il film non si lascia credere quasi in nessun punto, tanto la sua eroina, immersa in un comodo bagno di nevrosi esistenziale, agisce fuori del verisimile. Ma i cultori della suspense fine a se stessa, indipendente dalla scimunitaggine dei contesti, vi apprezzeranno qualche tratto virtuosistico (il guasto dell'ascensore e altri). Sarebbe insomma un bel gioco alla Hitchcock, se a condurlo fosse appunto Hitchcock. Così com'è, deve soprattutto contare sulla buona disposizione dello spettatore, e poi sul fascino (benché qui arruffatissimo) della protagonista, sulla bravura di Delon (l'avvocato) e sul tono brillante di Claude Brasseur (lo scrittore). 1. p. * ★ Il domestico di Luigi Filippo d'Amico con Landò Buzzanca, Martine Brochard, Arnoldo Foà, Silvia Monti, Femi Benussi, Luciano Salce. Italia, colori. Cinema Nazionale. ( s. c. ) Sasa ( diminutivo di Rosario) è finito in carcere dopo una lunga ed onesta carriera di domestico in alcune tra le più aristocratiche e ricche famiglie della capitale. L'accusa è di aver tentato di corrompere ministri, enti pubblici e partiti con finanziamenti illeciti. Il povero Sasa, che ha soltanto firmato qualche assegno per il suo ultimo padrone, un industriale di origine milanese, rifiuta ogni responsabilità; si rifugia sul tetto del carcere e dà vita ad una pacifica, privata contestazione. E' il pretesto per raccontare tappe esemplari della sua integra professione di servitore: sono episodi di ottusa e complice fedeltà conditi con divagazioni erotiche. Lo scopo era di compiere una veloce carrellata satirica sull'alta borghesia nostrana negli ultimi trent'anni: dalla antica moribonda aristocrazia, sconvolta per i risultati del lonta.io referendum « Monarchia o Repubblica? », fino al più aggiornato modello di manager compromesso con gli organi del potere politico. Il risultato è una mediocre farsa più incline alla greve comicità rivistaiola che alla critica di costume. L'argomento poteva offrire spunti per una satira più pungente, ma l'occasione è stata sprecata. Landò Buzzanca, che ha già dato prove di macchiettista incisivo, è qui troppo sovreccitato e arruffone; Luigi Filippo d'Amico, autore del raffinato Amore e ginnastica, cede alle tentazioni della commediola volgaruccia e ridanciana. Il Festival d'essai Tanti film al Festival cinema d'essai. Oggi al Teatro Gobetti: alle 16 C'era una volta un merlo canterino di Iosseliani (Urss); alle 18 Les dernières fiancailles di Lefebvre (Francia); alle 21,30 La vita nova di Torricella con dibattito. Alla Galleria d'arte moderna, ore 17, Comment faire parile de l'orchestre di Carlsen (Danimarca) e alle 21 Le troisième cri di Niddam (Svizzera) con dibattito. Domani la rassegna si conclude con sei proiezioni. Al Teatro betti, ore 16, La baleine qui avait mal aux dents di Bral (Francia); alla Galleria d'arte moderna, ore 17, Un homme qui dort di Queysanne (Francia) con dibattito. Gli altri film saranno presentati al cinema Zeta d'essai alle 18,30 Les dernières fiancailles e alle 21,30 El espirìtu de la colmena di Erice (Spagna). Al teatro Erba, alle 18,30, 1789 di Mnouchkine (Francia) e, alle 21, C'era una volta un merlo canterino.

Luoghi citati: Danimarca, Francia, Italia, Spagna, Svizzera, Torricella, Urss