Non torniamo al "Sestrières,,

Non torniamo al "Sestrières,, QUESTIONI DELLA LINGUA ITALIANA Non torniamo al "Sestrières,, Si è letto giorni sono che il consiglio comunale di Se-striere ha votato a maggioran- za la proposta di ripristinare l'antica denominazione « Se strières »: su di che, sentita la Regione, toccherà alla popolazione di decidere mediante apposito referendum. Confidiamo nel buon senso dei Sestrieresi. Non perché il nazionalismo toponomastico andasse, sotto il fascismo, negli eccessi di cui ancora ridiamo (Conmiggiore per Courmayeur!), segue che si abbia a coltivare una sorla di nazionalismo alla rovescia. Anche nella lingua, il l'atto non si può disfare: ragioni sloriche possono ben militare a favore di Sestrières; ma l'Uso, che in questi casi è signore, è per la conversione Ses( news-Sestriere, che è delle poche (con OulxUlzio) che andarono a segno. Quando dello sciovinismo non c'era neppur la parola, si ebbero le forme Amstelodamo (Amsterdam), Calese (Calais), Bardella (Bordeaux). Osoniu (Oxford); si ebbero le media- zioni Cenèva e Parisi, che do- vevano menare a Ginevra e ! Parigi. Allora l'italianità truboc1 cava per istinto naturale, adat j tando a sé le forme più lonta | ne e bisbetiche. Oggi non si chiede tanto: ma appena che non ci si vergogni, così da far- ne oggetto di referendum, di qualche adattamento italiano che per avventura abbia altee-ehilu. In oggi le simpatie vannoun piccolo ma eloquente indi- soprattutto all'americano; e la fortuna di ochéi (okay, lettura della sigla O.K.). come termine j usuale di conversazione, sotto j cui gemono « sì, va bene, be | nissimo!, d'accordo, tulio be zio. Il francesismo, che tanto e siffatti italianismi, ne è diò a fare ai puristi, è invece passalo in seconda linea e colà striscia tranquillissimamente; e quando ancora sia avvertito (il che accade sempre più di rado), non fa più paura a nessuno, Delia lingua che ci è sorella, e nei primi secoli sorella maggio- I re con parecchi spunti di ma- i die, sarebbe di cattivo gusto ! elencare influenze e prestiti. Chi ! è che più si riguarda dal dire j epoca delle bagnature, sono fie | ro di te. trovo giusto, amo le fragole, è con vero piacere die, mica nude, parapioggia e via discorrendo? Solo pochi intendenti, trincerati nella rócca dell'italiano, fanno ancora vigile guardia contro il vecchio nemico, distin- j guendo però caso da caso. Lo 1 lasciano passare e anzi gli fan-' no onore quando esso mostri ; cotoletta, che è veramente un j patenti Ialine. Parenti per Gc ! nitori è di certo il francese pei j rents, ma prima ancora è il | participio di parere. Generare: 1 gallicismo inescusabile, perché onde Dante: « li parenti miei furon lombardi ». Ma si levano ad arme quando sentono dire : sostituisce l'italiano Costa, vec | chio quanto Adamo, : Ora la prima condizione per j premunirsi contro le insidie d'una lingua straniera, è di co j noscerla, raffrontandola conti imamente con la nostra. Così 1 inculcava il Foscolo quando, e1 sule a Londra, poneva sott'oc 1 chio a miss Pigou quattro modi di dire italiani, tulli esprimenti la stessa idea (ho vergogna di me medesimo — io mi vergogno di ine medesimo — imi ver- gogno di me stesso - mi ver- gognu meco slesso), lasciando a lei la cura d'identificare quel- lo dei quattro chera d indole affatto italiana. Era 1 ultimo, che non si potrebbe mai tra- 1 durre parola per parola in fran- ! cesc. Ma a saperlo, bisognava 1 conoscere il francese. Per questo salutiamo come strumento d'italianità il nuovo « Dizionario italiano-francese e francese-italiano » di V. Ferran- j specchio dell'altra insegna, per mettendo una lingua a ° te e E. Cassiani, edito dalla Sei | di Torino, che per copia di vo- | ci. chiarezza di definizioni e senso di modernità è degli otti- tornare al Foscolo, a « distinguerne le dissimiglianze in guisa da poter assegnare a ciascu- na la sua propria fisionomia ». E quando s'imbatte in un ter-mine non traducibile dall'unidioma all'alno, non dà in biz-zarrie ma nobilmente lo peri-frasa: Cu ree si. 1 (caco.) parte della selvaggina uccisa che si dà in pasto ai cani; 2 (fig.) lotta accanita (per ottenere beni, cariche, onori). Leo Pestelli

Persone citate: Bardella, Cassiani, Foscolo, Leo Pestelli, Parisi

Luoghi citati: Amsterdam, Bordeaux, Courmayeur, Ginevra, Londra, Oxford, Parigi, Torino