Giscard chiama gli europei a un vertice "in un mondo che va verso la catastrofe,, di Alberto Cavallari

Giscard chiama gli europei a un vertice "in un mondo che va verso la catastrofe,, Prima conferenza stampa di politica estera, in un clima drammatico Giscard chiama gli europei a un vertice "in un mondo che va verso la catastrofe,, «vertice» sull'Europa ai capi d: governo della Cee, fissali- (Da! nostro corrispondente) >Parigi, 24 ottobre. 'La Francia ha rivolto sta- jmattina l'invito per un nuovo dolo tra la fine di novembre e l'inizio di dicembre. Parigi non firmerà l'undici novembre prossimo V«accordo dei dodici» sull'energia, ma organizzerà per l'inizio del 1975 una conferenza dei Paesi produttori e consumatori di petrolio, chiedendo che l'Europa dei «nove» vi sia rappresentata «come tale». La nuova politica estera francese accetta infatti la teoria americana dell' « interdipendenza ». ma non le «strutture di confrontation» che indeboliscono le possibilità di negoziato «in un mondo che va verso la catastrofe». Queste tre notizie sono state «lanciate» oggi dal presidente della Repubblica francese Giscard d'Eslaing, nel corso della conferenza stampa dedicata per la prima volta alla sua politica estera, e inquadrate in un discorso cupo, drammatico, estremamente pessimista, pronunciato all'È liseo davanti a 400 giornalisti. nel fuoco di decine di rifletto ri. Le premesse del Presidente sono state di tipo «pianeta rio», basate sulla convinzione che «il mondo d'oggi è infeli ce», sprofondando in «crisi concetto durevole», per effetto di tre fattori noti tdemografia, energia, alimentazionel e di un quarto fattore ignoto ila discontinuità e l'imprevedibilità dei cambiamenti). La sua «filosofia» conseguente è die si debba «deviare la crisi dalla catastrofe finale, cercando di volgerla al progresso» attraverso alcuni principi generali. Primo: fare avanzare il d'interdipendenza, ciato che la crisi coinvolge tutti. Secondo: escludere ogni «politica di dominio», perseguendo solo la concertazione o il negoziato. Terzo: lottare centro lo sperpero, perché il livello di trita mondiale è decrescente. Quarto: capire che l'Europa «registrerà una discesa maggiore degli altri», e quindi «fare l'Europa della necessità». La nuova politica estera francese, derivata da questa filosofia, è stata presentata da Giscard d'Estaing come ispirata ai seguenti concetti. Primo. «Sovranità di decisioni, nel rispetto degli accordi». Secondo: «Politica mondialista». Terzo: «Politica d'inter¬ dipendenza, di concertazione, di negoziato, anziché di confrontazione». Quarto: «Politica liberale proiettata in tutti i rapporti internazionali». Come esempio di politica interdipendente, concertata, di negoziato, e non di confrontation, Giscard ha portato la sua conferenza per l'energia contrapposta al «Trattato dei dodici» derivante dalla conferenza dì Washington. Come esempio di politica liberale, ha illustrato la politica francese in Medio Oriente, favorevole al riconoscimento dì una «patria palestinese», dato che I ; I j \ , I [ ' : 1 gli stessi Stati Uniti parlano I di «popolo palestinese» e ' Israele riconosce una «identi-. tà ai palestinesi». 1 'Gli Stati Uniti I „. , ,,„ . . ,.„ I Giscard d Estamg la dlffe-1 rema dell'ultimo Pompidoiu ; ha evitato di sollevare il prò- ! blema dei rapporti con gli \ Stati Uniti, della i)osizione francese circa i problemi della sicurezza, dei contrasti interni dell'Europa. La divergenza con gli Usa sul problema dell'energia che continua la politica pompidoliana nella sostanza è stata giustificata con la teoria de/r«interdipen- I denza senza confrontation». E ammorbidita dall'impegno ; della Francia «a non perseguiI re una politica bilaterale del j petrolio» che fu tipica della politica estera jobertiana. La rinuncia ad ogni polenti\ ca con gli Stati Uniti, accompagnala dall'accettazione del, la teoria dell'interdipendenza, I è stata valutata come una conferma del disgelo fran[ co-americano recentemente ' enunciato dal ministro degli Esteri SauvagnXtrgues. e un : netto superamento della poli1 tica pompidoliana. Giscard d'Estaing è stato I '"esso in imbarazzo dai gior ' nalisti sulla «force de frap. Pe». e l'ha giustificata come 1 sìmbolo rincora valido del ri- 'fiuto di accettare la politica I dei blocchi, e come forza di I dissuasione che riguarda solo 1 KCni attacca atomicamente la ; ! \ Francia o tenta d'invaderla». Ha sostenuto che lo stesso concetto «andrebbe inserito nelle discussioni sul trattato di non proliferazione», lasciando intendere una nuova disponibilità francese al problema. E' significativo però |che abbia annunciato un prò- gramma francese di aumenta- re la difesa convenzionale Igiustificandolo alla luce dei conflitti tradizionali «sempre più diffusi, come la guerra del Kippur»; invece dei soliti j aggiornamenti dell'arsenale • atomico, classici degli anni scorsi. Quanto all'Europa, Giscard i d'Estaing ha chiaramente detto che la sua politica per fare «l'Europa della necessi- tà» non devia dalla tradizione gollista. Ha ribadito che l'Eu- I ropa dev'essere confederale, e che il «trasferimento di certi I poteri sovrannazionali sarà ! nell'ambito di questa struttu! ra», quindi limitato ai settori «dove l'interesse nazionale non è in causa». Però ha con[ fermato che «bisogna accettaI re l'idea che l'organizzazione ! della struttura confederale ; come intende la Francia coni- | porta un certo numero di li- ; nutazioni in rapporto alle de- jcisioni nazionali». Qualche passo avanti rispetto alla tra dizione gollista è quindi stato fatto, sottolineando poi che i | «vertici» non contraddicono I le istituzioni politiche di Bruxelles. Bisogna farli «perché | l'Europa prenda una visione , a medio termine del suo avve! nire nella grande crisi econoi mica mondiale». L'idea di Giscard è che [l'Europa /"«ancora discorde isulla politica dell'energia»; dovrebbe partecipare unita [alla conferenza tra esportatori I e importatori dì petrolio prò; gettata dalla Francia per l'inizio del 1975. La Francia «non ' pretende che i suoi soci non partecipino a questa o quella organizzazione», ma ritiene «importantissimo» che in te! ma di energia sia mantenuto \n concetto di negoziato e di ] concertazione. La formula : della conferenza dovrebbe essere basata sulla ricerca di I due soluzioni: «dare ai proj duttori una garanzia sui loro ; redditi» e «chiedere in contropartita un impegno a risolve'■ re la catastrofica prospettiva economica mondiale che può ; coinvolgere anch'essi». GiI scard ha detto che la preparazione della conferenza «inizia da oggi stesso», consultando subito i principali produttori \ e i principali consumatori ed i ha ripetuto (come in risposta \o Ford) che ritiene «indispen I sabile» non aprire una sfida verso gli arabi e giungere su r I toU da2 Presidente sono stati u Medioriente (riconoscimeli ■ t0 poutico dei palestinesi, ga ,-anzia a Israele di frontiere questo a una posizione comune dei Nove. Il vertice europeo sarà dedicato a questo. Medio Oriente Gli altri argomenti affron- : Presidente, la sua popolarità deciina mentre la crisi au menta. Che dice?». Risposta: ((Non mi preoccupavo quando cresceva, non mi preoccupo sicure), l'oro (necessità di consentirne alle banche centrali l'uso a prezzi di mercato), Cipro. Solo venf. minuti sono stati consacrati alla politica interna, lungo l'arco della conferenza durata un'ora e 49 minuti. La domanda più violenta è stala: «Signor quando decresce. Tanto, questo non è un Paese basato sul capriccio politico. Qui si può governare, a differenza di certi Paesi, per un lungo tempo, sulla base della legittimità». Allusione. questa, perfino troppo scoperta all'Italia. Quale bilancio a questo debutto nella politica internazionale? L'impressione generale è che, imbarazzato dalie tensioni interne alla maggioranza, il Presidente francese abbia dovuto evitare posizio\n> di chiara rottura rispetto alla politica estera gollista. Ha preferito giungervi per via «planetaria», sfumando e aggirando i concetti, e tuttavia ribadendo chiaramente che «nella prospettiva di catastrofe» ogni problema non ha una scia soluzione, e «nessuno può risolvere da solo il problema». Questo tema di fon- do, nettamente antinazionalista ha segnato il passaggio dalla «Francia pessimista e solitaria» di Pompidou alla «Francia catastrofica ma lerdipenclente eli Giscard. Alberto Cavallari in.

Persone citate: Giscard D'eslaing, Giscard D'estaing, Pompidou