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Confronto tra i palestinesi e i giordani di Igor Man
Confronto tra i palestinesi e i giordani Prime polemiche a Rabat, sabato comincia il vertice dei Paesi arabi Confronto tra i palestinesi e i giordani ( Dal nostro inviato speciale ) Rabat, 23 ottobre. All'insegna dei palestinesi, il settimo vertice arabo ha incominciato i suoi lavori preliminari ieri sera con la riunione dei ministri degli Esteri dei venti Paesi partecipanti: accanto a loro, Faruk Kaddumi, che è in pratica il ministro degli Esteri dell'Olp. Su proposta Siro - saudiana è stato costituito un comitato composto dai rappresentanti dell'Egitto, della Giordania, dell'Olp, del Marocco. dell'Arabia Saudita, del Kuwait e dell'Algeria. Questo comitato ristretto, che siede a porte chiuse nel salone delle confereme dell'«Hilton», elaborerà un documento di base su cui lavoreranno i capi di Stato a partire da sabato 20. quando si aprirà il vertice vero e proprio. L'ordine del giorno che i ministri discutono è stato 'puntualissato da Mohmoud] • Riad, segretario generale della Lega Araba. Primo punto: i palestinesi, e nel contesto araj bo e nella più ampia prospet-I i Uva internazionale. Secondo: : ! recupero dei territori occupa- i | ti. Terzo: cooperazione econoi mica tra i Paesi arabi. Quar- j | to: dialogo euro - arabo e ara-1 j bo - africano. j II tema dominante, come si \ I vede, è quello dei palestinesi. Ieri sera, in una breve seduta I pubblica l'unico a prendere la \ l parola è stato il «ministro de! gli Esteri» dell'Olp. Kaddumi, \ conosciuto anche come Abu Luti. Kaddumi ha illustrato un piano palestinese Ui undici punti che a suo dire potrebbe ! costituire una valida piattaforma di discussione. Al secoìido punto viene sollecitato il riflu' io dì ogni «soluzione parzia! le» della crisi mediorientale. ! Kaddumi ha chiesto vibrataI mente ai «fratelli arabi» di confermare all'Olp il diritto' di essere «il solo e legittimo» ! rappresentante del popolo pa- j lestinese, secondo la decisio-1 ne presa l'anno scorso al ver- \ tice di Algeri. Abu Lutf si è astenuto dal lanciare attacchi contro re Hussein e contro la politica della Giordania. Ma il notevole effetto del suo discorso sui presenti e il fatto che egli sia stato prescelto come primo oratore ufficiale conferma, se ce ne fosse bisogno, che la controversia tra la Giordania e i palestinesi sarà il fulcro e al tempo stesso il punto dolente di questo vertice, il quale «concerne 125 milioni di arabi su una superficie di 14,5 milioni di chilometri quadrati». L'unico a non batter ciglio durante il discorso di Kaddumi, secco mti insieme appassionato, un discorso da leader, è stato il primo ministro e ministro degli Esteri giordano, Zeid Rifai: non ha fatto che fumare tutto il tempo, una sigaretta dietro l'altra. (Oggi Kaddumi c Rifai hanno polemicamente discusso insieme, sia pure con pacatezza. Un dialogo tra sordi. Kaddumi ha chiesto ai giordani come facciano a pretendere di rappresentare i palestinesi quando durante la guerra non hanno aperto il terzo fronte, loro che sono siati i massacratori dei fedayn nel settembre del 1970. Rifai ha obiettato a Kaddumi di non capire come possano pretendere i palestinesi di recarsi a Ginevra quali rappresentanti del popolo palestinese quando non riconoscono la risoluzione 242 dell'Orni). Parlando contro ogni soluzione parziale. Kaddumi ha lanciato ieri sera un siluro a Kissinger e contro la sua difficile opera di mediazione. Il segretario dì Stato americano si sforza di dirimere l'esplosivo groviglio mediorientale \ procedendo per tappe, un di-1 simpegno dietro l'altro, lasciando da parte per il momento ì punti politici più delicati: lo Stato palestinese e ili futuro assetto di Gerusalemme. Argomenti, questi, trattati con vigore da Abu Lutf. Per Sadat, che punta tutte le sue ! carte su Kissinger, non sarà impresa facile contestare la tesi palestinese, convincere l'Olp a trovare un modus vivendi con Hussein. Il Cairo teme che la Conferenza di Rabat sì insabbi in dichiarazioni di principio intransigenti e irrealizzabili, come avverine a Kartum nell'agosto del 1907. I più famosi quattro «no» di KIrarnpnzce Kartum (no alla pace con Israele; no al negoziato; no al riconoscimento di Israele, no a qualsiasi concessione sui diritti dei palestinesi) forniròno agli israeliani il motivo \ per continuare nell'occupazio-\ ne dei territori. Sadat non vuole cristallizzare la situazione e dovrà battersi per trovare una linea mediana che concili il massimalismo politico e verbale dei palestinesi e del fronte dei duri con le esigenze dei moderati, per non dire degli arabi ragionevoli. Il settimo vertice arabo si annuncia quindi difficile se non tempestoso. Si sa che il primo ministro giordano Rifai ha avuto incarico dal sovrano di dire chiaro ai «fratelli» che Hussein si disinteresserà completamente della Cisgiordania se il vertice riconoscerà l'Olp unico e solo rappresentante del popolo palestinese. Il piccolo re minaccia tutta una serie dì rappresaglie che vanno dalla chiusu¬ ra dei ponti sul Giordano fino alla sospensione del pagamento dei salai-i agli ex-funzionari del suo governo residenti in Cisgiordania. E' chiaro, e ciò preoccupa non poco gli egiziani, che -in questo caso ad approfittare della situazione sarebbero solo gl'israeliani. Infatti non si vede come l'Olp possa assicurare la sopravvivenza della «Cisgiordania palestinese». I palestinesi dominano la scena. La loro bandiera sventola insieme con quella di venti Paesi arabi, ma centinaia di palestinesi residenti in Rabat sono stati «trasferiti» a Tangeri, prima dell'arrivo dei delegati per misura precauzionale. Si vuole poi che la polizìa abbia arrestato dodici membri di un «commando» del Fronte popolare di Habash che ordivano un attentato ad Hussein. I congiurati avevano passaporti falsi da cui risultavano essere giornalisti giordani. Igor Man
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