Trenta quest'anno le vittime dell'«findustria del sequestro» di Gianfranco Franci

Trenta quest'anno le vittime dell'«findustria del sequestro» Trenta quest'anno le vittime dell'«findustria del sequestro» i j j 1 Roma. 23 ottobre. I Con il rapimento di Daniele Alemagna, salgono ad otto le persone che attualmente si trovano alla mercè dei banditi. E' stato un anno nero per i sequestri. Dal gennaio ad oggi ne sono avvenuti trenta. Una cifra che supera tutti i precedenti. Soltanto in questi ultimi venti giorni ben cinque sono stati i sequestri, di cui quattro in Lombardia, la regione che detiene il triste primato, con dieci rapimenti nell'arco dell'anno. L'« anonima sequestri », dopo i colpi in apparenza mortali inflitti con la liberazione di Rossi di Montelera ed i successivi arresti compiuti negli ambienti mafiosi, è riuscita a riorganizzare le proprie file oppure nuove forze della malavita si sono inserite in questo redditizio filone di reati. Il fenomeno ha assunto proporzioni estremamente preoccupanti malgrado la lotta senza quartiere ingag- j Siala dalle forze di polizia, j In dodici, dei trenta casi 1 di rapimento, la polizia è ri | uscita a concludere positiva ' mente le indagini. Sono sta I te denunciate 55 persone in I stato di arresto, altre 10 sono ; in stato di irreperibilità, ; Una statistica fornita oggi 1 dal ministero dell'Interno in i dica che i sequestri a scopo di rapina o di estorsione, che i furono nel 1965 soltanto due, ! fecero registrare un'impenI nata nel '66 con 11 casi; nel '67 con 12; nel '68 con 14. Nel '69 scesero a tre ma l'anno successivo risalirono a nove, quindi a 14 e ad 8 nel 1972 e infine a 17 l'anno scorso. Dei trenta sequestri di quest'anno, soltanto di quattordici si conoscono i riscatti pagati: la cifra ammonta a due miliardi e 842 milioni (il più alto, di 850 milioni, fu quello per la liberazione di Emilio Baroni rapito il 1" marzo a Lodi). Gli autori degli otto seque- stri ancora in atto, se verran- no scoperti, saranno puniti sulla base della legge approvata di recente dal Parlamento, che entrerà in vigore il 6 novembre. Il sequestro di persona difatti è un reato permanente e se le otto persone non saranno liberate entro quella data gli autori andranno incontro a pene notevolmente più severe: la reclusione da 10 a venti anni, e, qualora abbiano conseguito il riscatto, da 12 a 25 anni. Se qualcuno, che ha partecipato al sequestro, favorirà la liberazione della vittima senza il versamento del riscatto potrà invece usufruire della riduzione della pena da un minimo di sei mesi ad un massimo di otto anni. Degli otto sequestrati, quello di cui da più tempo non si sa più nulla è Giuseppe Carta, figlio di un industriale sardo, ex presidente della società Alisarda. Scomparve il 17 marzo e per ottenerne la liberazione i familiari hanno sborsato inutilmente 85 . l i a i u i " - milioni. I banditi non si sono fatti più vivi e si teme ormai per la vita del giovane. In Sardegna i banditi tengono ancora nascosto anche Luigi Daga, il ventunenne figlio di un commerciante di Oristano. In Lombardia sono quattro le persone prigioniere dei banditi. Oltre al piccolo Daniele Alemagna vi sono: Alfredo Parabiaghi, ingegnere, 46 anni, titolare di una ditta per il commercio del gasolio, - r rapito il 7 ottobre nel suo i on6 i o rnnoei, ii. ia no a n n ln e aa e e n5 studio milanese; Emanuele Riboli, figlio diciassettenne di un piccolo industriale di Bugaggiate, un paese a 7 chilometri da Varese, scomparso dal 14 ottobre; Giovanni Stucchi, trentenne, titolare di una piccola industria di materiale elettrico, rapito dinanzi alla sua villa in provincia di Como. La Calabria è con la Lombardia la regione che ha fatto registrare il maggior numero di sequestri ma anche quella dove l'azione delle forze di polizia si è dimostrata più efficace essendo stati identificati gli autori di ben sette casi su dieci. In questa regione è ancora in mano ai banditi Giuseppe Cali, rapito a Villa San Giovanni il 23 agosto, mentre in Sicilia non si sa ancora nulla di Francesco Madonia, sequestrato a Ponte Colatrasi, in provincia di Palermo, il 9 settembre. Gianfranco Franci

Persone citate: Alfredo Parabiaghi, Daniele Alemagna, Emanuele Riboli, Emilio Baroni, Francesco Madonia, Giovanni Stucchi, Giuseppe Carta, Luigi Daga, Siala