Trepper racconta alla tv francese la vicenda dell'«Orchestra rossa»

Trepper racconta alla tv francese la vicenda dell'«Orchestra rossa» L'oscura storia di spionaggio nell'ultima guerra Trepper racconta alla tv francese la vicenda dell'«Orchestra rossa» (Nostro servizio particolare) Parigi, 22 ottobre. Questa sera, sul secondo canale della televisione francese, la storia si fa cronaca e dibattito, e investe imo dei più affascinatiti misteri della seconda guerra mondiale, il ruolo e le attività dell'«Orchestra rossa». La celebre organizzazione spionistica sovietica — che «costò alla Germania nazista duecentomila morti», secondo la testimonianza del naggio militare tedesco, l'ani miraglio Canaris ■— non è mai andata esente da atroci sospetti. Ventinove anni fa, quando al termine della guerra il «gran capo» dell'«Orchestra», Leopold Trepper (o più semplicemente il capo della rete francese?: anche qui il mistero è fittoj, tornò a Mo- \ sca per render conto del suo lavoro, fu sbattuto in galera senza tanti complimenti. Stalin era convinto che il «gran capo» avesse fatto il doppio gioco, precisamente a vantaggio degli angloamericani. Dieci anni dopo, scarcerato e riabilitato nella scia della destalinizzazione, Trepper può riparare nella natia Polonia. Ma i guai non sono finiti, né il turbinoso suo passato di spia, aperto ad ogni sospetto, cessa di perseguitarlo: nel '67 la Polonia riapre, a seguito della guerra di giugno, il vecchio capitolo dell'allusionismo, e l'ebreo Trepper dovrebbe andarsene. «Dovrebbe», poiché il Cremlino è comprensibilmente restio a lasciar partire dal «campo socialista» un tale che la sa tanto lunga sui suoi servizi di spionaggio: il permesso d'e-, j migrazione arriva solo nel '70, ! e il «gran capo», ormai inveci chiato e desideroso di una \ tranquilla pensione, si stubiliI sce a Copenaghen. Forse avrebbe preferito alla '■ Danimarca la Francia, il Paei se dove «ha fatto la guerra» e dove conserva tanti amici. Ma i il governo francese ha deciso \ che Trepper non potrà più ', metter piede nel Paese. Che cosa è accaduto? E' accaduto che il controspionaggio franj cese, la Dst, ha maturato forti \ dubbi sulla lealtà filo-sovietiI ca, e dunque filo-alleata, del ! capo dell'«Orchestra rossa». Jean Rochet, direttore della , Dst, nel '72 lo accusa senza i mezzi termini: Trepper ha fatto il doppio gioco, e non, ! come credeva Stalin, a van ! taggio degli anglo-americani, alleati-rivali dell'Unione So ; vietica, ma addirittura del co mime nemico germanico. ; Questo è troppo, anche per ! una spia abituata a conside- loysi^o"^^"i^'^ISms^O'\ rarsi, per forza di cose e per I esigenze del mestiere, moral-1 mente assai vulnerabile: Trepper si rivolge.alla magistratura, e nel dicembre del '72 ha il bel conforto di veder condannare Rochet per diffamazione. Il governo francese, tuttavia, conserva il divieto di soggiorno. !Nel frattempo, la storia del-\V«Orchestra rossa» ha tenta-1to molti scrittori. Fra le tante 1battaglie di ombre combattu- j^e dw'ante la guerra, quella ìdegli uomini di Trepper è la più suggestiva, fitta com'è di misteri di fondo. Scandagliare i segreti della «Rote Kapelle» presenta poi un altro fascino: come tutte le storie I che si possono scrivere igno1 rando i documenti (che qui documenti degni di nota ce ne sono ben pochi), anche questa si presta alla ricostruzione di fantasia, alla sacralità del «sentito dire», al fiancheggiamento d'idee precostituite. La letteratura sull'«Or! chestra ì-ossa» è di per sé un \ gran guazzabuglio: i ruoli 1 s'invertono, si sovrappongo 1 no, si sdoppiano. Secondo Ve j migrato russo Victor Alexan ìclrov, il vero capo del gruppo era Victor Sokolov, noto alla rete come «Kent». Infine, ecco uno storico tedesco, Heinz Hoene, che ricostruisce a modo suo l'affascinante vicenda. Da questa ricostruzione è stato tratto un mediocre sceneggiato comproduzione franco-tedesca, che la televisione italiana ha mandato in onda la. scorsa primavera, e che qui in Francia, dove giunge stasera al sesto episodio, ha scatenato il finimondo. Nella versione Hoene, Trepper tradisce, o per meglio dire «collabora». Il fatto di aver finanziato questa storia televisiva assieme alla «Bavaria» tedesca è costato all'«Orlf» una nuova ondata di critiche, la più be nevola parla di «due milioni di franchi buttati al vento». Per riparare in qualche modo, la Tv francese ha organizzato per questa sera, al termine del sesto episodio dello sceneggiato, un dibattito che dovrebbe far luce su quei misteri. E il governo ha eccezionalmente sospeso il divieto di soggiorno per Leopold Trepper, che ieri ha rimesso piede in Francia, dopo ventinove anni, proclamando che «la storia è stata falsificata». Il «gran capo» invecchiato e incanutito (71 anni) è stalo accolto da alcuni compagni della sua rete francese, li ha abbracciati e ha detto che andrà a deporre fiori sulle tombe degli altri compagni, quelli che sono caduti davanti ai plotoni d'esecuzione tedeschi. Ma questa sera, alla televisio ne, dovrà raccontare che cosa accadde fra il 23 novembre 1942, quando la Gestapo lo arrestò dal dentista, e il 13 dicembre 1M3, quando sfuggi alla custodia dei nazisti. E do vrà spiegare come mai proprio luì riuscì a scappare, mentre in quello stesso periodo tanti agenti francesi, quasi tutti militanti comunisti, tanti nomini della Resistenza, furono arrestati e fucilati. Alfredo Venturi Leopold Trepper

Persone citate: Alfredo Venturi Leopold, Heinz Hoene, Jean Rochet, Leopold Trepper, Stalin, Victor Alexan

Luoghi citati: Copenaghen, Danimarca, Francia, Germania, Parigi, Polonia