Kissinger a Mosca e Castro alla tv Usa di Vittorio Zucconi

Kissinger a Mosca e Castro alla tv Usa Dodici anni dopo la crisi di Cuba Kissinger a Mosca e Castro alla tv Usa (Dal nostro corrispondente) Washington. 22 ottobre. Il 22 ottobre 1962. Kennedy ordinava il blocco aeronavale di Cuba: era la « crisi dei missili ». Oggi, 22 ottobre 1974. esattamente 12 anni dopo. Kissinger parte per Mosca nel segno della « coesistenza» e Fidel Castro dichiara (in un'intervista alla televisione americana in onda questa sera) la sua speranza in un nuovo rapporto con gli Stali Uniti. E' una di quelle rare giornale in cui il coincidere di dale e circostanze dà il senso immediato del cammino della storia. Ma. come nel 1962 non fu guerra, cosi nel 1974 non è ancora amicizia o distensione completa: la missione kissingeriana porta molte speranze e altrettanti timori, essendo solo una tappa in un processo evolutivo ancor pieno di incertezze. Vi sono sintomi positivi (l'accordo "cbrei contro commercio", il desiderio russo di un breve incontro Ford-Breznev, il valore intrinseco dell'» incontrarsi ») e segni di incertezza (la paralisi delle trattative strategiche, le crisi marginali nel Mediterraneo, in Medio Orienie. il nervosismo economico dell'Occidente): Kissinger avverte di non attendersi miracoli: per la « coesistenza » questa è una fase di ricucitura, non di balzi in avanli. Mosca (da domani a domenica) sarà solo la prima sosta nel lungo itinerario del Segretario di Stato, seppur quella « focale »: nel suo giro del mondo. Kissinger sarà in Asia (India, Pakistan. Afganistan. Bangladesh), in Asia Minore (Iran e Turchia, tappe impreviste annunciate oggi), in Europa Orientale (Romania e Iugoslavia), in Italia e infine in Medio Oricnte di nuovo (notizia confermata oggi). Mai, nella pur dinamica attività del Segretariato di Stato, tanti Paesi e tanli problemi erano entrati contemporaneamente in una sola missione: confronti ideologici, conflitti economici (il petrolio), e conflitti armati (la crisi greco-turca, la crisi permanente arabo-israeliana) affollano questo viaggio del dopo Walcrgate. clic ha più il valore di una ripresa diplomatica che di una effettiva ricerca di soluzioni. In più. rispetto allo «scenario » usuale dei « blitz » kissingeriani, questa volta compare un elemento personale. 11 Segretario di Stalo si muove non solo per la salme degli interessi mondiali americani, ma anche per la propria salvezza. La sua crisi individuale, se non è forse acuta come alcuni frettolosi commenti vorrebbero, è tuttavia reale: i nemici a Washington sono molli e agguerriti, la tecnica d'attacco è insidiosa e ben sperimentata. Rivelazioni di stampa, testimonianze sensazionali in varie sedi parlamentari hanno preso ad erodere il piedestallo di invulnerabilità di «super k» del Kissinger « superman diplomatico ». Le critiche per. la gestione della crisi cipriota, il sabotaggio al progetto di legge per gli aiuti alla Turchia, evitato per un soffio e solo grazie ad uno scontro tra Ford e il parlamento, le polemiche sull'azione della Cia in Cile (compiute con l'avallo del Segretario di Stalo) ora anche la « scoperta » del nome di Kissinger fra i beneficiati maggiori dei regali di Rockefellcr, oltre 30 milioni di lire donali per l'educazione del figlio David: sono clementi che. individualmente e collettivamente, non giustificano la rimozione del Segretario di Stalo ma lo mettono in condizione di non poier più sbagliare. Kissinger è da sempre maestro di acrobazie diplomatiche: dopo la caduta di Nixon lavora però senza rete. Per questo, nel quadro di¬ plomatico Usa-Urss c'è un elemento nuovo e singolare, che sembra riprodurre, su scala decisamente inferiore, la commissione di considerazioni personali e di strategia internazionale dcll'« ultimo » Nixon. Si dice che vi sia una pistola ormai alla tempia del Segretario di Stalo, e. mentre il grilletto è in mano ai suoi nemici interni (al Pentagono, alla Cia. in Parlamento, nello stesso Dipartiménto di Sialo) sulla sicura c'è il dito di Breznev. Kissinger rappresenta, anche fisicamente* la continuità della politica « coesistenziale » inaugurala da Nixon c la sua rimozione non sarebbe passata senza accrescere il nervosismo di Mosca di fronte all'« incomprensibile » crisi di Watergale. Se il Cremlino si convincerà che la coesistenza può sussistere anche senza Kissinger, i nemici del Segretario di Sialo ne avrebbero gran giovamento. Marginalmente (ma in modo non certo secondario) si a (Taccia poi la questione cubana. Se considerazioni di politica interna non frenassero ancora Ford, la « normalizzazione » fra Usa e Cuba sarebbe quasi fatta. Il leader cubano, in un lunghissimo incontro con un invialo della « Cbs » la maggiore calcila tv Usa, ha affermalo che dal suo punto di vista « Ford è mèglio di Nixon, che era troppo legato in termini personali all'ambiente dei fuoriusciti cubani». Primo fra lutti il finanziere Bebé Reboso che è il migliore amico dell'ex presidente e coinvolto pesantemente nel Watergate come alni esuli cubani e lo stesso agente della Cia (Hunt) che progettò l'invasione della Baia dei Porci. « Per anni — ha detto Castro — la rivoluzione cubana ha lottato per sopravvivere, e vi è finalmente riuscita. Ora possiamo guardare ai presidente Ford come a un uomo che può avere interesse ad una nuova politica verso Cuba. Con l'aiuto di Kissinger — ha aggiunto Castro — che è un politico realistico e molto ha fatto per la coesistenza e la distensione internazionale ». Vittorio Zucconi Kissinger, di Levine (Copyright N.Y. Rcvicw or Hook*. Opera Mundi u per l'Italia I.o Stampa)