Riportare il sistema economico a produrre di più a costi minori di Giulio Mazzocchi

Riportare il sistema economico a produrre di più a costi minori Queste le linee del programma per il nuovo governo Riportare il sistema economico a produrre di più a costi minori La ristrutturazione non deve deprimere l'occupazione, ma accrescerla - Occorre dare impulso alle imprese - Il primo rimedio è ricorrere al contenimento delle spese statali - "Commenti" al programma di Fanfani del pri e del psdi - Le richieste socialiste e dei sindacati Roma, 21 ottobre. Sulla nuova politica economica da svolgere in conseguenza della crisi del petrolio, contrasti di principio non ce ne sono più da tempo tra i quattro partiti del centro-sinistra (de. psi. psdi, pri). E Fanfani. incaricato di formare il nuovo governo, nella relazione del 16 ottobre alla direzione della de ha lutto ricapitolato. «Senza indugi — ha detto — l'Italia deve riportare l'insieme del suo sistema economico a produrre di più e a costi minori». L'intera economia deve cioè essere ristrutturata. La ristrutturazione non deve deprimere l'occupazione («Per mantenerla non bisogna rallentare il ritmo della produzione»), deve anzi accrescerla (e perciò «bisogna incrementare lo sviluppo»). Quindi «occorre dar fiato e impulso alle imprese». Servendo per questo mezzi monetari, è necessario eliminare ogni area di spreco: «Il primo rimedio cui ricorrere è quello d'un difficile contenimento delle spese statali». Qui Fanfani ha anzi richiamato gli ultimi documenti di governo di Colombo c di Giolitti. Il programma di Fanfani ha ricevuto, come lui stesso ha detto, dei «commenti» dal pri c dal psdi. Quanto ai socialisti, come per sottolineare che sui principi vi è accordo, hanno elaborato 10 proposte di pratica e immediata attuazione del programma economico di governo. In attesa che- su di esse si apra un eventuale confronto, Fanfani c La Malfa hanno dichiarato che quei dieci punti pongono dei problemi di compatibilità. Ci si riferisce a due sole delle richieste: il «salario garantito» e l'impegno di spesa per il blocco di vari prezzi alimentari. Le due richieste socialiste stanno pienamente dentro la filosofia di Fanfani. Questi ha infatti parlato di ristrutturazione e di sostegno alle industrie. Ebbene, la stessa Coni'industria, proprio in funzione d'un rilancio delle imprese, chiede un «salario garantito», che consenta alle imprese di ridurre l'occupazione nei settori da ristrutturare, senza che venga meno il potere d'acquisto dei lavoratori per i quali viene momentaneamente meno il lavoro (attualmente in j Italia il salario è garantito già al 75 per cento sino a un anno, ma mediante successive decisioni). Lo slesso Fanfani ha detto che il suo eventuale governo deve avere la collaborazione delle parti sociali. Una di esse e costituita dai sindacati. I sindacali accentuano l'esigenza di frenare quella parte dell'inflazione che agisce contro il potere d'acquisto degli strati meno abbienti, cioè di bloccare i prezzi degli alimenti e dei servizi di base. La richièsta socialista sulla materia è dunque un punto che non si può eludere. Naturalmente le due forze sociali chiedono anche altri impegni: la Confindustria, che il governo ottenga un «patto» sindacale per frenare le richieste salariali; i sindacati, che rifiutano di far patti scritti, vogliono invece un forte adeguamento del potere d'acquisto mediante la rivalutazione della contingenza. La proposta socialista non accoglie tutte le richieste delle due parti. Essa, evidentemente, si pone già un problema di compatibilità, e dunque fa propri solo due punti. Cosi come li pone il psi (salario garantito e sostegno dei prezzi) sono compatibili con le varie grandezze economiche che stanno alla base della generale filosofia economica di governo? Occorre a questo punto tener presenti le indicazioni fornite da Carli: la principale è che nel prossimo anno l'Italia riuscirà a trovare prestiti esteri solo nella misura in cui avrà un deficit estero unicamente petrolifero, e già ridotto rispetto a quello j di quest'anno. E poi al più prc- ; sto si deve andare al pareggio mediante l'aumento delle esportazioni. Una risposta va ancora trovala in relazione ai prezzi c ai mezzi (non solo la spesa pubblica) per contenerli. Per il salario garantito la Confindustria propone un fondo al quale contribuiscano i lavoratori e le imprese, e tra queste soprattutto quelle che intendono poi ricorrervi per ristrutturazioni. Allo Stato è chiesto solo un contributo, la cui dimensione va studiata. Dunque la risposta ai quesiti del psi (e alle perplessità che hanno sollevalo ili Fanfani e La Malfa) può venire solo se qualcuno si pone a un tavolo a fare dei calcoli. E insieme a tali calcoli, verifichi pure quale dose di risparmio è conseguibile da tutte le operazioni che lo stesso programma Fanfani suggerisce (enti inutili da eliminate, riduzione di spreco mutualistico, riduzione dell'evasione fiscale). Ciò che ancora non si vede, è 1 ■ volontà di mettersi a un tavolo per verificare le «compatibilità». C'è l'ostacolo del «quadro politico» posto dal psdi, in contrasto con due richieste del psi, che derivano da motivazioni economiche. Ha detto il psi che occorre un diverso rapporto col pei (altrimenti il Parlamento non funziona): sulla «pratica» di tale discorso non sono mai venute obiezioni, formulate però dal psdi in sede teorica. Ma il psi dice pure che la «ristrutturazione» dell'economia comporta saldezza di governo «costituzionale» nei Comuni: quindi il psi, per evitare il commissario, intende far giunte locali anche col pei. Qui c'è il veto del psdi: non superandosi tale problema, gli studi di «compatibilità» economica subiscono rinvìi, mentre però vanno avanti azioni sindacali, che incidono sul ptesente c ipotecano il futuro. Giulio Mazzocchi

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