È pronta una legge per salvare i boschi

È pronta una legge per salvare i boschi L'annuncio al Convegno di silvicoltura È pronta una legge per salvare i boschi In Italia sono stati distrutti in 7 anni 304 mila ettari di foreste Roma, 19 ottobre. Mentre le montagne italiane franano perché sono state diboscate, il legno è la tersa voce delle nostre importazioni, dopo il petrolio e la carne, con un saldo passivo di oltre 500 miliardi l'anno. Il contrasto è stridente, e inascoltato è rimasto chi da anni cerca di far capire ai nostri governanti l'importanza dei boschi; la superficie delle foreste è aumentata in sette anni di soli centomila ettari, mentre nello stesso periodo gli incendi — spesso dolosi — hanno distrutto o danneggiato quasi 340 mila ettari di bosco. Questi dati sulla situazione forestale italiana sono stati messi in evidenza nei giorni scorsi a Roma, dove s'è tenuto il convegno organizzato dall'Associazione per lo sviluppo della silvicoltura; il presidente, ambasciatore Benedetto Capomazza, ha fatto pesanti accuse, ha lanciato preoccupanti moniti: « Una politica forestale in Italia non è mai esistita, e adesso dobbiamo correre immediatamente ai ripari se vogliamo scongiurare il crescente deficit legnoso della bilancia commerciale, le calamità idrogeologiche che avvengono sempre più di frequente e gravi rischi per l'occupazione dei 400 mila dipendenti dell'industria del legno ». Affinché i 14 . mila ettari che oggi si rimboscano in media ogni anno diventino almeno 170 mila, l'ambasciatore Capomazza ha sollecitato al prossimo governo l'approtazione della proposta di legge Micheli, che indica misure per incrementare la silvicoltura, sia da parte degli enti pubblici che dei privati. Si tratta d'una legge che contiene importanti innovazioni: forestazione industriale, creazione di società forestali, aiuti ai vivai forestali, cooperative tra lavoratori del bosco e, soprattutto, la sensibilizzazione dei proprietari privati dei boschi, che posseggono il 61 per cento di j tutte le aree boscate italiane, mentre i comuni ne hanno soltanto il 28 per cento. L'agricoltura, non solo l'inI dustria, è molto interessata ! al mantenimento e al miglio- ramento dei boschi. Una direttiva comunitaria (del luglio di quest'anno) indica misure di carattere forestale per migliorare le strutture agrarie. E' indubbio che l'abbandono dei campi riguarda soprattutto le zone più inospitali e difficili da lavorare, come i terreni montani. E con la partenza dell'agricoltore (con le sue poche vacche), prati, pascoli e boschi vengono abbandonati a se stessi, con danni per tutta la comunità; meno carne, meno legno, pericolo di frane e alluvioni. Le cifre parlano chiaro: in Italia 50.000 chilometri quadrati, un sesto del territorio nazionale, sono in preda o sotto minaccia di erosione (il danno che l'agricoltura patisce è valutabile in 500 miliardi l'anno). L'Italia diventerà come il suolo lunare? 1. bu.

Persone citate: Benedetto Capomazza, Capomazza, Micheli

Luoghi citati: Italia, Roma