Il giudice-arbitro teme le femministe e mette in crisi tutta l'organizzazione
Il giudice-arbitro teme le femministe e mette in crisi tutta l'organizzazione Gli assoluti di tennis proseguono senza sorprese Il giudice-arbitro teme le femministe e mette in crisi tutta l'organizzazione (Dal nostro inviato speciale) Palermo, 17 ottobre. L'architetto Alfonso Gambardella, napoletano verace, giudice arbitro degli assoluti di tennis, teme soprattutto le accuse delle femministe. Cosi il programma odierno lo ha interamente dedicato al settore femminile, con una limitata partecipazione maschile relativa ai « misti - ed a qualche sporadico doppio maschile in apertura di giornata. « A Wimbledon si fa cosi » ha detto il giudice arbitro, die appare intenzionato ad inserire durante le telecronache in diretta di sabato e domenica la finale del singolare femminile, con disappunto dei dirigenti del Tennis Club Palermo che badano soprattutto al buon esito finanziario della manifestazione che. in seguito allo spostamento di data per la finale di Coopa Davis, deve vincere la concorrenza del Concorso Ippico Intemazionale. Duali frutti ha dato il giorno delle donne? Poche emozioni nel singolare femminile. Le quattro teste di serie sono approdate infatti alle semifinali. Le due giovani ancora in gara, Antonella Canapi, diciassettenne romana e la diciannovenne toscana Marta Dassù (quest'ultima datasi troppo tardi al tennis dopo avere tradito il golf, tradizionale sport di famiglia e di cui lei stessa è stata campionessa italiana juniores) non hanno avuto scampo rispettivamente contro la Papale-Terras e Lea Pericoli. Più lottati gli altri due incontri che hanno visto il successo di Maria Nasuelli sulla Marzano-Porzio e di Monique Di Maso-Sallati su Lucia Bassi. In semilinale il compito è più agevole per Lea Pericoli contro la Di Maso, mentre la Nasuelli cercherà di riscattare la sconfitta dello scorso anno a Perugia contro la Papale. La Nasuelli. delle nostre giocatrici è sempre la più dotata, ma non è mai riuscita a conquistare il massimo titolo nazionale. Due anni la. quando era la giocatrice più In forma, non potè disputare la finale contro la solita Pericoli in quanto colta da un improvviso attacco influenzale. Quest'anno per Maria, soprattutto se s iprà tenere a treno il suo temperamento, troppo facile agli abbattimenti per le più piccole contrarietà potrebbe essere l'occasione buona. Nel doppio misto ha latto sorprosa il cammino della coppia Panatta-Canapi (« E' un amico di famiglia », papà Panatta spiega così la scelta del figlio Adriano) che è giunta in semifinale con un grande prodigarsi di Adriano battendo il tandem Giorgi-Barioni. Altri semifinalisti sono NasuelliBertolucci che al primo turno hanno superato le teste di serie numero 2 Pericoli-Maioli, e la coppia Marzano-Di Domenico. Nell'unico doppio femminile dìsputato il risultato più a sorpresa della giornata. L'alessandrina Marina Berta (17 anni, avviata al tennis dal maestro Cornara, scopritore di Rivera e Barazzutti) e Marta Dassù entrambe giocatrici di terza categoria di cui hanno perso il titolo per poi conquistare lo scudetto tricolore di seconda, hanno colto un brillante risultato vìncendo il confronto che le oppone¬ va alla prima categoria Gordigiani e Rosa in due soli set. I doppi maschili sono giunti alle semifinali, con le due coppie azzurre Panatta-Bertolucci e Barazzutti Zugarelli. Hanno superato lo scoglio dei quarti anche MarzanoFranchitti ed i - senatori » Pietrangeli-Maioli che hanno perso il primo set contro i seconda categoria Orecchio e Bazzardi per essere ancora addormentati, ma una volta svegliati, hanno deliziato il pubblico con alcuni tocchi pregevoli, se non proprio violenti, come si pretenderebbe dal tennis moderno. In semifinale però i due «senatori' sono chiusi da Panatta-Bertolucci ma lo spettacolo è assicurato in ogni caso. Rino Cacioppo
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