Libertini in quarantena di Giovanni Bogliolo

Libertini in quarantena Studi sugli "spiriti forti,, del Seicento francese Libertini in quarantena John S. Spink, « Il libero pensiero in Francia da Gassendi a Voltaire », Ed. Vallecchi, pag. XX-410, lire 4200. Gerhard Schneider, « Il Libertino. Par una storia della cultura borghese del XVI e XVII secolo », Ed. Il Mulino, pag. 312, lire 6000. I contemporanei erano riusciti a squalificarne il pensiero con feroci censure morali e i posteri, per non turbare il perfetto equilibrio di un Grand Siede monoliticamente ordinato in funzione dell'apoteosi dell'età di Luigi XIV, li hanno frettolosamen| te relegati nel patetico limbo ! degli attardés e degli égarés: ! la lunga quarantena dei liberj tini è finita soltanto quando j questo schema storiografico ha incominciato a deteriorarsi e dietro la composta fac- I ciata è emerso un panorama ! di tensioni contrastanti e di | profonde fratture. Da allora, ! con tardiva giustizia riparatrice, lo studio delle clande■ stine vicissitudini del libero ; pensiero ha messo in moto un rapido processo di riabilitazione. Con l'etichetta abbastanza imprecisa e polemicamente riduttiva di libertini — spes; so concorrente con quella di libres penseurs, esprits forts e, più tardi, di philosophes — si designano comunemen' te tutti quei pensatori che, ! procedendo da diversi e spes: so contrastanti presupposti filosofici, giungono a una aI perta o velata contestazione I del dogma cristiano e a una j radicale autonomia ideologi: ca e morale. All'insegna del j libero pensiero e del primato della ragione umana ripren] dono vigore in Francia, con, taminandosi reciprocamente, , l'aristocratica scepsi e l'oc1 cultismo, l'aristotelismo pa- I dovano e lo stoicismo, il mai chiavellismo e il materiali| smo epicureo. Simbolo e tramite di que: sta rinascita è il vescovo di ! Digne, Pierre Gassendi, che ! nel suo Syntagma philosophicum tenta un'ardita conciliazione tra la parola della BibI bia e la dottrina di Epicuro; ma tutto il secolo è caratteI rizzato da vivaci focolai di | pensiero eterodosso che spes| so riescono . a dissimularsi ì dietro un ineccepibile ossequio formale alla Chiesa: più '• che nella tragica esperienza di Théophile de Viau o nella baldanza iconoclasta di CyraI no de Bergerac, il libero pen: siero si elabora e si esprime nel segreto delle conversazioni e degli epistolari o sotto l'anonimato dei pamphlets. Per tutti, il prudente motto di Naudé vale quanto aurea regola di vita: intus ut libet, foris ut moris est. A di là delle valutazioni particolari e malgrado le ambiguità e > fastidiosi eccessi da cui non riescono quasi mai a esimersi questi pensatori, il giudizio storico globale è altamente positivo: nella storia delle idee, il libertinismo secentesco ha rappresentato l'ininterrotto filo conduttore tra il Rinascimento e l'Illuminismo. Pur con qualche limite che Nicola Badaloni segnala nella sua Introduzione (e malgrado il mancato aggiornamento critico e bibliografico che, in un'opera tradotta con quindici anni di ritardo, sarebbe stato opportuno), lo studioso inglese disegna con rigore documentario il percorso dei « due sentieri all'incirca pa- j ralleli. ma talvolta divergenti, talora convergenti, lalora intersecantisi » che il razionalismo e il naturalismo francese hanno dovuto seguire prima di esprimersi compilitamente nella Enciclopedia, ma non trascura di colorare la più complicata mappa di quelle implicazioni politiche e sociali che restano il nodo più controverso di tutta l'esperienza libertina. Essendo però il suo un primo bilancio di una ricerca ancora in pieno sviluppo, | molte restano le lacune e le , questioni insolute. Così, sul ! problema solo apparentemente marginale del nome con cui venivano designati i liberi pensatori si limita ad osservare che la designazione di libertini compare per la prima volta sotto la penna di Calvino per bollare' una delle tante sette dissidenti, ma riconosce l'impossibilità di «stabilire un legame fra] questo uso primitivo del ter- '. mine e la sua applicazione più generale nel XVII secolo ». Ora la minuziosa indagine onomasiologica di Gerhard Schneider ha risolto anche questo difficile problema ricostruendo su un esauriente esame delle fonti a stampa le continue e impercettibili oscillazioni che la parola libertino ha subito nel corso di due secoli. Può sembrare un'angolazione pedantesca, ma anche da essa, nel gioco polemico consentito da un termine che serve a designare tanto il nobile affrancamento del pensiero quanto la più squallida dissolutezza, si possono analizzare le drammatiche vicende di un violento dibattito religioso e civile e portare nuovi contributi — forse meno diretti di quanto promette il titolo — alla « storia spiritìiale della nascente borghesìa ed ai suoi problemi nel loro nesso con la storia sociale ». Giovanni Bogliolo

Persone citate: Calvino, Gassendi, Gerhard Schneider, John S. Spink, Luigi Xiv, Nicola Badaloni, Pierre Gassendi

Luoghi citati: Francia