Comizi in tutta Italia di Giancarlo Fossi
Comizi in tutta Italia Comizi in tutta Italia Roma, 17 ottobre. Lo sciopero per la « contingenza » e l'occupazione ha bloccato per quattro ore in tutta Italia la maggior parte delle aziende industriali, numerosi grandi magazzini e supermercati, i servizi aerei e marittimi, le attività portuali, per due ore gli uffici centrali e periferici dell'amministrazione statale, per un'ora i tram e gli autobus, le metropolitane e i traghetti lagunari. Le percentuali di astensione sono state ovunque elevate. I motivi del « conflitto » sono stati illustrati da esponenti delle confederazioni e delle federazioni di categoria in pubbliche manifestazioni svoltesi nelle principali città senza turbamento dell'ordine. Solo nei comizi di Torino e di Chivasso si sono registrati momenti di tensione, quando la massa degli scioperanti ha fischiato gli onorevoli Donat-Cattin e Bodrato, ostacolando i loro interventi. Domani la segreteria della Federazione Cgil-Cisl-Uil deciderà, insieme ai dirigenti dei sindacati dei lavoratori dell'industria, dei servizi e del pubblico impiego, di proseguire l'azione. Saranno decise quasi certamente astensioni di otto ore articolate per territorio: non si esclude che si possa giungere ad uno sciopero generale, riguardante tutti i settori, se nei prossimi incontri con Confindustria, Intersind-Asap, Confcomrnercio e governo non sarà possibile conseguire risultati soddisfacenti sui problemi sollevati nella « piattaforma » unitaria. Alle prossime agitazioni ha fatto un preciso riferimento il segretario generale della Cgil, Lama, parlando a Livorno. « Con questa prima manifestazione — ha detto — alla quale altre seguiranno in forma articolata, la Federazione Cgil-Cisl-Uil dice agli imprenditori che non possono illudersi di far pagare ai lavoratori il prezzo della crisi con i licenziamenti e le sospensioni unilaterali e negando, come sta facendo la Confindustria sulle trattative in corso per la scala mobile, la difesa dei salari contro l'aumento dei prezzi. Di fronte alle lungaggini della controparte, domani prenderemo ulteriori decisioni di azione. Ma è certo che la lotta in corso ha anche un evidente significato politico ». Su questo aspetto si sono soffermati tutti i dirigenti sindacali intervenuti alle assemblee e ai comizi. « Si sta faticosamente tentando di costituire un nuovo governo— ha osservato Lama — e forze di destra spingono non già verso la soluzione dei reali problemi della società, ma verso nuove elezioni politiche che potrebbero soltanto aggravare la situazione e creare vuoti di potere pericolosi per lo stesso sistema democratico. Ai partiti diciamo che ad essi incombe l'obbligo di adottare misure economiche e sociali concrete e immediate per combattere la crisi, avviare gli investimenti, contrastare i prezzi, aumentare le pensioni. Ad essi incombe il dovere di mutare la politica economica promuovendo il pieno impiego delle forze produttive e una equa ripartizione del reddito nazionale ». « Il nuovo governo deve sapere — ha concluso — che su queste basi e non su accordi programmatici formali può fondarsi una sua vera capacità di durare perché senza il consenso delle grandi masse è impossibile in Italia una direzione democratica stabile». Giancarlo Fossi
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