Vertice socialista
Vertice socialista Vertice socialista Roma, 17 ottobre. Dopo il voto unanime della de sulle indicazioni di Fanfani, la parola è ai partiti, ed in particolare al psi, che oggi ha riunito la sua direzione. E' stata una riunione drammatica, densa di contrasti e di acute tensioni, che sul problema chiave — continuare o non continuare le trattative per il governo — ha registrato tra l'altro la spaccatura della maggioranza che all'ultimo congresso di Genova portò alla segreteria De Martino con l'appoggio di Nenni e alla sconfitta di Mancini. Stasera le posizioni sono cambiate, e ulteriormente complicate. Non è una sorpresa, è la conferma di un lungo travaglio cominciato dopo il referendum. De Martino (e la maggioranza della sua corrente) è convinto che la trattativa con Fanfani debba continuare; questo non significa che il governo di cen- IIIIIIIIIII tro-sinistra debba essere fatto ad ogni costo, « ma — ha precisato — le indicazioni di Fanfani offrono un buon avvio di discussione su molti punti e quindi non si vede perché spaccare tutto ». Mancini (e la sua corrente) che fu il grande rivale di De Martino a Genova e nella sfida perse la segreteria, da tempo si è riavvicinato all'attuale segretario e oggi l'appoggia nella sua linea che, è bene sottolinearlo, non è di entusiastica adesione al tentativo Fanfani, ma « sostanzialmente possibilista». «E' inutile continuare la trattativa. Non bisogna cadere nelle provocazioni dei socialdemocratici che staranno al gioco sull'economia e poi romperanno sui comunisti, per rilanciarci le solite accuse e per ribadire che ' la colpa è tutta nostra», ha detto invece Nenni, che non è più d'accordo con la maggioranza e che forse vede (per motivi e obbiettivi opposti a quelli del psdi) una grande occasione per il suo partito nelle elezioni anticipate. Al di là dei dettagli e delle differenziazioni personali, sul « no » al governo è completamente d'accordo con il vecchio leader Riccardo Lombardi, capo delle sinistre, eterno contestatore di De Martino, l'uomo che al congresso di Genova fu il più ap plaudito, con lanci di garofani rossi. A complicare ulteriormente la « geografia » socialista sul problema del governo, va detto subito che sono contrari anche il vicesegretario Mosca (amico di De Martino) e una parte della corrente di Bertoldi (che due anni or sono si staccò dalla maggioranza e da tem- po vi è tornata in forze). Si tratta di opposizione molto forte e, naturalmente, molto tormentata. I socialisti non erano mai stati tanto uniti come prima che si aprisse la crisi di governo, e i contrasti di oggi non sorgono per rivalità interne o squallidi giochi di corrente, sorgono su un problema politico fondamentale e sulla «buona fede», che alcuni si sentono di verificare, e altri no, del psdi e di parte della de. In direzione il dibattito ha rispettato più o meno i nuovi schieramenti e si è parlato con molta franchezza e con molta durezza, com'è normale in un grande partito, specialmente nei momenti difficili. In pratica, i socialisti non si fidano di troppe cose e di alcuni nomi. Tutto è cominciato molto tardi e tutto è finito più tardi ancora. Nella tensione c'è un dato politico importante: la riunione è stata sospesa, verrà ripresa domattina alle 10, ma sembra ormai scontato che la trattativa con Fanfani verrà ripresa. Si insisterà molto sull'economia, sul problema del credito, « e specialmente sulle pensioni », come ha detto Mariotti. Tra l'altro, De Martino ha soltanto esposto alla direzione i punti del programma politico-economico del governo prospettato da Fanfani. Fanfani ha ricevuto per primi i socialisti. I colloqui del premier incaricato si svolgono a Piazza del Gesù, nella sala degli specchi, dove al tempo di De Gasperi si riunivano il consiglio nazionale e la direzione del partito. E' un'abitudine durata sino alla segreteria Moro, che spostò tutto all'Eur. L'incontro tra Fanfani, De Martino, Mariotti e Zuccaia era fissato tra le 10 e le 12, ma è andato avanti fino alle 13. E' apparso per primo Nenni, in gran forma, con l'inseparabile basco e senza cravatta; dietro di lui, De Martino appariva stanco e teso. Le sue parole hanno deluso l'attesa dei numerosi giornalisti presenti. « Mi dispiace di non poter dire niente». La « consegna del silenzio » è stata mantenuta anche da Nenni, Zuccaia e Mariotti. Zuccaia ha detto che « il colloquio è stato buono ». Mariotti. ha parlato di « alcuni punti positivi. Poi si vedrà». Nenni ha allargato le braccia: «Fanfani ha fatto la sua esposizione ». Il «cerimoniale» delle consultazioni è continuato con la delegazione socialdemocratica, costretta a una lunga anticamera che sembra abbia irritato particolarmente Cariglia. Qual è la sua impressioLuca Giurato (Continua a pagina 2 in quinta colonna)
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