Esplosa anche a Boston la tragedia del razzismo di Vittorio Zucconi

Esplosa anche a Boston la tragedia del razzismo La "superdemocratica,, città dei Kennedy Esplosa anche a Boston la tragedia del razzismo (Dal nostro corrispondente) Washington, 16 ottobre. Boston, la città di Harvard e dei Kennedy, orgogliosa della sua tradizione «liberale» è sofisticata, è teatro dei più gravi incidenti razziali dall'esplosione dei ghetti negri alla fine degli Anni 60. Tre uomini sono stati uccisi (fra loro un giovane negro linciato da «giustizieri» bianchi), la Guardia Nazionale è mobilitata, la polizia pattuglia le strade, un reparto di paracadutisti dell'esercito di stanza alle porte della città è da stamani in allerta e pronto a muovere, su ordine del Presidente, entro Boston. Alla radice degli i incidenti, i più gravi dalle rij volte di Watts ( il ghetto di Los Angeles) e di Deti-oit, è la questione del busing, l'integrazione scolastica forzata, miccia delle nuove inquietudini razziali. Per ordine della magistratura, i bus scolastici trasportano scolari bianchi in scuole ti prevalenza negra e viceversa, per raggiungere quello che il legislatore definisce «equilibrio razziale». Una misura generosa nelle in] tenzioni, disastrosa nei risulI tati. La dimostrazione che il ! problema della convivenza I tra la maggioranza bianca e la minoranza negra ( 10 per cento) in questo Paese è ancora lontanissimo da una soluzione accettabile. Da due settimane a oggi, da quando la sentenza sul busing è divenuta esecutiva, la situazione a Boston è andata peggiorando regolarmente. La responsabilità iniziale è tutta «bianca»: il primo, grave episodio di intolleranza avvenne infatti la scorsa settimana, quando un gruppo di giovani circondò l'auto di un ragazzo negro e lo costrinse a uscire, linciandolo. Da allora, la violenza si è diffusa, ancora ad opera di oltranzisti bianchi: un pullman carico di scolaretti è stato bloccato, i bambini fatti scendere, quelli bianchi rimandati a casa, quelli neri picchiati. Nei giorni scorsi altri due giovani di colore sono stati aggrediti e uccisi. Finora, la popolazione negra della città ha mantenuto una calma relativa, ma a Roxbury, il «ghetto», la temperatura «cresce a vista d'occhio», dice il sindaco, che porta ironicamente, il cognome White I (bianco). Un rapporto segrej to dell'Fbi, ora sul tavolo del I presidente Ford, considera «probabile» un'esplosione di collera a Roxbury, paragonabile alla rivolta di Watts, quando, 7 anni fa, i quartieri negri di Los Angeles si trasformarono per 5 giorni in un campo di guerriglia urbana. Il governatore dello Stato del Massachusetts (lo Stato di Boston) ha già chiesto a Ford l'intervento delle truppe, ma la Casa Bianca esita. Da un lato il Presidente ha dichiarato pubblicamente la sua disapprovazione della politica del «busing», e dunque non vuole inviare i soldati per imporre il rispetto di una legge che non approva. Dall'altro, Ford sa che i reparti militari possono essere la miccia di nuovi e più gravi scontri. I fatti ricordano dunque con straordinaria analogia le crisi di Little Rock, dell'università del Mississippi, di Birmingham (Alabama); ciò che stupisce è lo scenario: Boston, la culla del pensiero liberale americano, la città «superdemocratica», la sola che votò per McGovern contro Nixon alle ultime presidenziali. Ma gli incidenti di questi giorni dimostrano come la tragedia razziale Usa attraversi pressoché intatta gli anni e le promesse, e si riproponga puntualmente. Solo la politica di anestesia razziale praticata da Nixon (il «benign neglect»», la dolce indifferenza) aveva potuto far credere che \ «guardando dall'altra parte, il ■ problema negro si sarebbe risolto», come ha scritto Silberj mann. La verità è ben diverI sa, Boston lo prova. • Naturalmente, il profondo i Sud, la terra del razzismo uf; ficiale e militante, non poteva i restare indifferente all'esempio di Boston, e notizie di incidenti vengono sempre più numerose: a Montgomery (Alabama) una stazione radio è stata teatro di una sanguinosa sparatoria, a Birmingham, il leader del Ku Klux Klan annuncia la ripresa imminente di pogrom, e può non essere un bluff. L'opinione pubblica, assopita dopo la grande paura bianca dei tardi Anni 60, riscopre con un brivido la permanenza di una problematica razziale insoluta: certo molti progressi sono stati fatti, esistono oggi più sindaci, deputati, rappresentanti eletti negri di quanti ve ne siano mai stati, ma nelle città i ghetti resistono, il reddito medio delle famiglie negre è aumentato meno di quello «bianco» e dunque il dislivel| lo è aumentato ancora. Vittorio Zucconi

Persone citate: Kennedy, Little Rock, Nixon, Watts