Sud Africa, "Bengodi,, dello sport (ma non per gli uomini di colore)

Sud Africa, "Bengodi,, dello sport (ma non per gli uomini di colore) Un Paese dove la discriminazione razziale è ancora legge Sud Africa, "Bengodi,, dello sport (ma non per gli uomini di colore) Per i 4 milioni di bianchi esistono magnifici impianti di tennis e di golf, numerosissime piscine, per i 17 milioni di "coloured" soltanto qualche campo di calcio sterrato e polveroso - Somme ingenti vengono stanziate per l'organizzazione sportiva degli "europei" (Dal nostro inviato speciale) Joannesburg, ottobre. Quando il jumbo scende lentamente su Johannesburg dalla sua quota di crociera ed incominci a distinguere la planimetria della grande capitale dell'oro, oltre alle miniere del prezioso materiale a forma di piramidi messicane dal vertice decisamente tozzo e spianato dalla copertura di sicurezza in cemento, scopri i grandi centri residenziali. Tante ville contornate di verde nel quale spiccano campi di tennis in cemento, sempre dipinto di verde, e tanti specchi d'acqua, piscine di tutte le misure. Ti sembra di essere arrivato nel paese di Bengodi in quanto a sport. Invece quello che vedi è il benessere di una sparuta minoranza: quattro milioni circa di bianchi su una popolazione di 21 milioni. Per i 17 milioni di gente di colore lo sport è ancora una conquista molto lontana. Per i bianchi ci sono piscine a bizzeffe, campi di tennis come forse nemmeno in Australia, campi di golf dalla pelouse in grado di fare concorrenza a quelli della Gran Bretagna, per I neri lo sport è solo il - soccer ». // football giocato su lande senza il minimo filo d'erba ma sterrati polverosi dove i giocatori al termine escono come infarinati, quasi volessero nascondere il vero colore della pelle. C'è un loro torneo, per squadre tutte composte da gente colorata, con delle riviste specializzate dal costo irrisorio ma dalla stampa decisamente brutta. E' l'unico slogo della domenica in città paralizzate per le convinzioni calviniste dei bianchi che fermano qualsiasi attività. Così nelle lande vicine ai - ghetti » della gente di colore si susseguono partite di football dinanzi ad un pubblico posto su tribune traballanti di legno. Tanto football ma senza Pelé. « Sono come innamorati del palio le — ci dice un appassionato italiano — tanti dribbling ma rarissimi tiri in porta. Per loro il calcio è come il ballo, una serie di passi obbligati con il rispettivo avversario, da scherzare ma non con l'intenzione di irridere. Quando si tratta di arrivare al gol però, il loro tiro non è mai al fulmicotone ». Per i bianchi II calcio non è lo sport guida anche se c'è un campionato ad essi riservato, con squadre « nobilitate » da vecchi campioni Inglesi al limite della pensione come Gilzean. Il calcio per i bianchi è solo un'attività limitata in una nazione che vanta qualcosa come mezzo milione di atleti militanti, escludendo i tesserati alla pesca il cui cartellino è staccato dalla quasi totalità della popolazione non di colore. Se per i neri i mezzi per lo sport sono limitati, per i bianchi il governo stanzia somme considerevoli. Il bilancio di cui dispone il ministro dello Sport Ricreazione e Miniere (davvero uno strano connubio) è di tre milioni di rand (un rand equivale circa a mille lire italiane) a cui bisogna poi aggiungere le varie sovvenzioni che a favore dello sport vengono stanziate dagli Enti locali, direttamente o indirettamente, sotto forma di terreni da adibire ad impianti o somme per la costruzione di questi ultimi. Per i bianchi gli sport principali sono il rugby (i sudafricani sono una delle nazioni guida del mondo della palla ovale) e l'atletica leggera, con circa centomila atleti tesserati a testa. Seguono poi le bocce, di chiara importazione olandese ed il cricket, poi tennis, nuoto, golf e ciclismo (diversi in questa specialità gli oriundi italiani). Nello sport bianco la percentuale delle donne è buona. In linea con i più avanzati Stati del mondo. Ma per il Ciò, l'organizzazione mondiale dello sport che cura i giochi olimpici, il Sudafrica è giustamente escluso dalle Olimpiadi. Il presidente sudafricano Opperman venne allontanato da una sessione del congresso del Ciò proprio in seguito ad una mozione dell'avv. Onesti, presidente del Coni. E non potrebbe essere diversamente, dato che per precise disposizioni del governo in Sudafrica è tassativamente proibito qualsiasi sport con partecipazione mista, di atleti bianchi e neri. E se si vuole incominciare a rompere il ghiaccio sul ring, contro l'atleta di colore si la salire un bianco, magari norvegese come il mediomassimo Jorgen Hansen, ma non certo un boero. Durante la Davis contro gli azzurri si è cercato di velare questa discriminazione facendo giocare sui campi secondari dell'EIlis Park qualche ragazzino di colore con dei coetanei bianchi, ma erano decisamente specchietti per le allodole, in modo da convincere l'India a disputare l'eventuale finalissima per l'insalatiera d'argento. Ma'giustamente il governo di Indirà Ghandi ha ribadito il suo veto. L'indiano in Sudafrica è sempre « non bianco • anche se per la finale sarebbero stati disposti a far entrare gli spettatori asiatici con la stessa . -r —•■ — 1 liberalità con cui avevano accolto gli « europei » Italiani. Ma era una concessione temporanea non poteva accontentare la squadra dei fratelli Armitraj. Per vincere l'apartheid, almeno nello sport, troncare i rapporti con il Sudafrica resta inevitabilmente la strada migliore. Lo sport può essere veicolo di pace fratellanza e coesistenza anche in questo senso. Rino Cacioppo

Persone citate: Ghandi, Hansen, Opperman, Rino Cacioppo

Luoghi citati: Australia, Gran Bretagna, India, Sud Africa, Sudafrica