La corsa agli sportelli della banca di Renato Cantoni

La corsa agli sportelli della banca Situazione del Banco di Milano, risparmiatori e azionisti La corsa agli sportelli della banca Ieri l'istituto milanese ha dovuto limitare i prelievi ad 1 milione per depositante - Nel pomeriggio, il responsabile Ugo De Luca ha chiesto che venisse sospesa per il momento la trattativa dei suoi titoli - Interverrà la Banca d'Italia - C'è sfiducia diffusa, non sempre giustificata, verso le piccole e medie banche dopo i casi di Sindona e Pagliarulo (Nostro servizio particolare! , Milano, 16 ottobre, i Dopo il crollo dell'impero costruito da Michele Sindona e di quello messo assieme, a livello artigianale, da \ Antonio Pagliarulo attraver- < so la sua società finanziaria Finarco. è ora di scena un al- j tro personaggio. Ugo De Lu- l ca, venuto alla ribalta negli ultimi anni passando dalla direzione finanziaria della S.G.S. (Società Generale Semicondutto. i) alla direzione della Banca Unione, prima, e del Banco di Milano, poi (all'inizio del 1972). Il Banco di Milano (ex Banca Loria) è un piccolo istituto di credito che, sotto l'impulso di De Luca, è diventato ben presto il centro d'irradiazione di una serie di iniziative finanziarie, industriali, assicurative. In un primo momento, Antonio Pagliarulo. lasciato il suo impiego alla Banca Commerciale Italiana, dove ricopriva la carica di vicedirettore di sede, si uni a De Luca e al Banco di Milano, dove sovrintendeva al settore tìtoli. Poi. dopo ripetuti scontri con il suo alleato, se ne andò portandosi dietro il nerbo dei suoi clienti. A poco a poco. De Luca creò una serie di società (Centro/ina, Gefi, Dieci) e, anziché indirizzare gli investitori verso la Borsa, li convinse ad acquistare tìtoli del suo gruppo, a crii vennero aggiunte le azioni di ima compagnia di assicurazione, la Norditalia, che aveva un ambizioso piano di sviluppo, e recentemente quelle della De Micheli, una fabbrica di tessuti elastici. Il fallimento della Banca Privata Italiana e il clamoroso annuncio dell'emissione di un mandato di cattura contro Michele Sindona hanno provocato una grave crisi di credibilità nei confronti di diverse banche milanesi, e particolarmente del Banco di Milano, che non aveva ancora avuto il tempo di consolidarsi e che era ritenuto — forse a torto — una piccola copia conforme del gruppo Sindona. La permanenza di De Luca per due anni alla direzione della Banca Unione e il modo disinvolto con cui aveva gestito questo istituto, soprattutto ai tempi del formidabile rialzo della Pacchetti e della Talmone (oggi Venchi Unica), facevano pensare che le sue «nuove tecniche operative», come allora sì diceva, sarebbero state adottate anche al Banco di Milano. L'acquisto del pacchetto di maggioranza della Cascami Seta e la vertiginosa salita del titolo, difeso poi ai livelli massimi con estrema energia, erano un chiaro esempio che i suoi sistemi di lavoro erano rimasti immutati. Così avvenne anche per la Gefi, la Centrofina e la Norditalia, trattate al mercato ristretto. Ora i nodi vengono al pettine. La stretta creditizia e l'affannosa ricerca di liquidità da parte di tutte le banche, comprese le maggiori, hanno assottigliato le possibilità di finanziamento degli istituti minori. La serie ininterrotta di crisi e di scandali bancari in ogni Paese ha reso oltremodo prudenti i depositanti ed è sufficiente un nonnulla per provocare lo spostamento di risparmi da un luogo all'altro, e chi ne fa le spese sono quelle banche e quegli istituti finanziari che erano stati troppo aggressivi ed espansionisti nel recente passato. Al Banco di Milano, la difficoltà di ottenere prestiti interbancari e il ritiro dei depositi hanno provocato in breve una crisi di liquidità e sono corse voci di una imminente moratoria. Di qui alla corsa agli sportelli è stato un breve passo e la banca si è trovata, oggi, costretta a ricorrere ad una clausola piuttosto connine, sottoscritta dai clienti all'atto dell'apertura del conto, limitando i sìngoli prelievi a un milione al giorno. La cosa non ha mancato di aggravare la situazione, già precaria, di liquidità ed è stato indispensabile richiedere l'amministrazione straordinaria, con l'intervento della Banca d'Italia, come già avvenuto diverse volte, recentemente, in casi analoghi. In Borsa, l'allarme è notevole. Anche se non vi è rischio alcuno per i risparmiatori che hanno depositi presso il Banco di Milano, quali potrebbero essere le ripercussioni sul mercato azionario? Come si è detto, la clientela del Banco di Milano era indirizzata, per quanto concerne la Borsa, soprattutto verso i valori del gruppo. Erano perciò da attendersi cospicui ribassi per la costellazione di De Luca. Questa mattina la Cascami è passata da SS00 a 8200 lire. Al mercatino del pomeriggio la Norditalia è stata trattata regolarmente perdendo solo 100 lire risiietto alle 8100 segnate ieri a Torino. In quanto a Banco di Milano. Centrofina. Gefi e De Micheli /offerta recentemente ai risparmiatori) non si è rilevata alcuna quotazione per mancanza di compratori. Il grande trambusto che si è creato nei mercati finanziari in questi ultimi mesi sta, purtroppo, producendo grossi guai alle banche piccole e medie e al sistema bancario in generale. Vi sono grandi spostamenti di fondi che. quanto meno, intralciano la normale attività degli istituti di credito. I risparmiatori devono tener presente che la politica adottata dalla Banca d'Italia tende a proteggere i deposi¬ tanti e che non vi è rischio alcuno se si tiene denaro presso banche medie e piccole. Occorre aggiungere che in Italia è necessario mantenere in vita gli istituti di credito privati, che rappresentano una importante fascia nella intermediazione, non solo di denaro ma anche di titoli a reddito fisso e variabile. Inoltre, la legge bancaria del 1936 e i controlli dell'istituto di emissione permettono di considerare più che soddisfacente la situazione della quasi totalità delle banche. Renato Cantoni

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