Fantasia di Luigi Nono sull'ippogrifo musicale di Massimo Mila

Fantasia di Luigi Nono sull'ippogrifo musicale LE NOVITÀ DISCOGRAFICHE Fantasia di Luigi Nono sull'ippogrifo musicale LUIGI NONO: » Como una ola de luerza y luz - Y cntonces coniprandio ». Slnvkti Tnskova, soprano: Maurizio Pollini, piano; direttore. Claudio Abbado. Symphonie Orchestcr cles Bayerischen Rumilunks. Deutsche Grammophon 2530 43G. La persistenza di Nono ad appoggiare la sua creazione musicale sopra una vena ideologica ben determinata suscita ancora prevenzioni ostinate così insulse quanto la pretesa di segno opposto che l'artista del giorno d'oggi debba esclusivamente guardare alla lotta di classe, con divieto d'ispirarsi, puta caso, alle rose, ai chiari di luna e alle belle ragazze. C'è da vergognarsi a dovere ancora mettersi lì a ristabilire certi punti fermi lapalissiani, ma purtroppo è necessario per dissipare il polverone di malintesi che la confusione dei concetti suole addensare intorno all'arte di Nono. Ecco qui uno dei suoi ultimi lavori. Como una ola de luerza y luz (Come un'onda di forza e di luce), che può essere gustato anche dal più reazionario degli affamatori del popolo, purché abbia buon gusto e discernimento musicale, allo stesso modo come non è preclusa agli atei la bellezza delle Messe di Palestrina. E' stato ispirato dalla morte accidentale del rivoluzionario cileno Luciano Cruz, amico dell'autore, ma questo ha tanta importanza quanta ne ha per YEroica l'incoronazione di Napoleone a imperatore. E' un lavoro composto nel 1972 ed è sorto dalla solidarietà artistica, e naturalmente anche ideologica, di tre artisti come Nono. Maurizio Pollini e Claudio Abbado. Appartiene sì e no a quel genere di cantata moderna che Nono ha sempre coltivato, meritandosi perciò il titolo, nell'ultimo e recentissimo volume della Oxlord History ol Music, di continuatore d'una » tradizione tipicamente italiana nell'ambito della nuova musica ». C'è la voce, sì, ed è quella assai addestrata del soprano Slavka Taskova [la recente Lulu di Spoleto), sia nella sua genuina autenticità, sia combinata con se stessa in elaborazione elettronica. Tuttavia è talmente preponderante, questa volta, l'elemento strumentale, sotto forma d'un'enorme orchestra (più di cento strumenti, con colossale percussione) e attraverso il contatto con la classica nobiltà del pianoforte trattato in stile di alto virtuosismo da Maurizio Pollini, che piuttosto che al genere della cantata si è tentati d'ascrivere questo lavoro al genere, niente affatto avvizzito, del Concerto per pianoforte, con impiego della voce come avviene per esempio nel Concerto di Busoni. Un pianoforte trattato con violenza percussiva, ma non alla maniera di Strawinsky, bensì — come fa giustamente osservare Armando Gentllucci nella nota introduttiva — bensì in modo da far pensare un poco a Bartók e alla sua lezione di libertà stilistica, non ancora esaurita né interamente sfruttata dalla musica dei nostri giorni: Il pianoforte è usato, curiosamente, solo nella metà più grave della tastiera, a partire dall'ultimo la basso. Ciò permette, nel terzo dei quattro episodi di cui l'opera è costituita, l'effetto elettrizzante di quella che l'autore definisce, nelle note da lui pure fornite alla presentazione, « la Lunga marcia ascendente all'apulo ». " C'è qualche cosa di berlioziano nei cataclismi sonori scatenali dalla grande orchestra, dal tempestare grave del pianoforte, dalle scariche apocalittiche della percussione e dal sibilante fremito della colonna sonora (nastro realizzato nello Studio di fonologia della Rai di Milano, con la partecipazione del favoloso tecnico Marino Zuccheri). Ma non c'è mai caos sonoro, non c'è mai l'approssimazione di grandi intenzioni non interamente realizzate. Chi voglia farsi un'idea delle più vantaggiose di questa musica nuova, che non è più o non è soltanto più combinazione di note e d'intervalli, ma è creazione del suono — musica che si crea anche la propria materia -- qui sarà perfettamente servito. In confronto alla salda compattezza, alla classicità quasi « brahmsiana » di questa composizione, il precedente Y entonces comprendici può magari apparire come un lavoro più sperimentale. Olii la voce umana è signora dell'espressione, come d'uso in Nono. E so¬ no le voci di sue interpreti fedeli, come la bravissima Liliana Poli, la penetrante ed esatti! Gabriella Ravazzi, l'americana Mary Lindsay, soprani, e delle attrici Kadigia Bove, Miriam Acevedo, Elena Vicini, che senza cantare impiegano tuttavia anche loro la voce in ogni sorta di registri, gridando, imprecando, sospirando, sparando certe parole (« piedra ». « cinco » « secos ») come proiettili nell'episodio El Fusilamlento. Perla della composizione l'episodio intitolato Camilo en el aire - Camilo en el agua, che si riferisce alla sparizione in aereo durante una tempesta del leggendario Camilo Cienfuegos ». Poco importa stabilire chi fosse il leggendario Camilo Cienfuegos. Quel che importa è che la fantasia del musicista ha qui preso il volo in un'invenzione fantastica prodigiosa, dove i suoni elettronici sembrano il fremito dell'aria che Astolfo doveva sentirsi vibrare intorno a cavallo del suo Ippogrifo. Massimo Mila

Luoghi citati: Como, Milano, Palestrina, Spoleto