Rivoluzione

Rivoluzione Rivoluzione Diversamente da quanto avviene per la maggior parte degli scienziati, ai quali il .conferimento del premio No; bet porta un'improvvisa cele ! hrifh mnrlr,inlo „ „„ brità mondiale, Ryle e He i ivish avevano già raggiunto ! da tempo una fama internazionale, anche al di là dei confini accademici, grazie all'interesse suscitato sui giornali e nel pubblico dai loro lavori cosmologici (Ryle e Hewish hanno lavorato per moltissimi anni in tandem). Sta di fatto che con l'attribuire il Nobel ai due professori del Cavendish Laboratory di Cambridge, Testablishment- ufficiale della scienza assegna per la prima volta il massimo riconoscimento ad una disciplina, la radioastronomia, che negli ultimi dieci anni ha letteralmente rivoluzionato la concezione che potevamo avere dell'Universo — qualcosa come avvenne con la rivoluzione copernicana allorché il Sole prese brutalmente il posto della Terra al centro del cosmo. Sono trascorsi ormai più di quarantanni da quando C. Jansky, un ingegnere elettrotecnico nei laboratori della Belle Telephone Company, usando per le sue esperienze normali apparecchi ricevitori di radio onde, scopriva con immensa sorpresa l'esistenza di misteriosi rumori di fondo che non erano di origine terrestre e che ben presto poteva identificare come provenienti dalle nubi di stelle presenti nella costellazione del Sagittario, là dove è nascosto il cuore della nostra Galassia. Pochi anni dopo, nel 1936, G. Reber, radiodilettante degli Siati Uniti, messo in curiosità dalla scoperta di Jansky che non aveva suscitato altrove un grande interesse si costruiva un vero e proprio radiotelescopio operante su lunghezza d'onda di 50 centimetri e due metri e dimostrava che le enigmatiche radiazioni provenivano esattamente da due ammassi stellari situati nel centro della Galassia, come previsto dallo stesso Jansky. Da allora la radioastronomia ha assunto un immenso sviluppo, in tutto il mondo sono stati costruiti colossali e costosissimi strumenti (a paraboloide unico, come il notissimo di Jodrell Bank e quello ancora più grande di Green Bank in Virginia, e in serie lineare, come ad Arecibo). Si è scoperto, da allora, che gli oggetti celesti, le stelle, i pianeti (soprattutto il « gigante » Giove), le nebidose a spirale, gli ammassi, le supernove, irradiano \ nello spazio energie in tutti | i settori dello spettro elettro| magnetico, dalla luce visibile all'ultravioletto all'infrarosso, I dai raggi gamma e X sino aiI le radioonde. L'uomo è riu\scito a sortire dalla caverna | ìn cui em rinchiuso daUa coZ. I tre atmosferica (le radioonde non sono ostacolate dal denso velo di aria che avvolge il nostro pianeta) ed ha dilatato i confini del cosmo fino a limiti assolutamente imprevedibili ancora poco tempo fa. Dieci anni or sono, quasi esattamente di qi sti giorni, venivano scoperte le quasar. Il nome (abbreviazione di quasi stellar radio source; indica già di per sé oggetti scoperti mediante la radioastronomia: oggetti ancora enigmatici (superstelle? più probabilmente nuclei di galassia in esplosione) che da soli rovesciano tutt'attorno tanta , , f"e^Ì-,?"mÌl-f 'I™!*? "Il" ! lo spazio l'intera nostra via \ Lattea con i suoi cento miliardi di Soli. L'osservazione degli spettri (alcune quasar sono state successivamente identificate grazie alle lastre fotografiche di Monte Palomar) rivela uno spostamento verso il rosso, vale a dire un effetto analogo a quello Dop- I pler per il suono, dal quale , si ricava (questa tesi è or- mai accolta dalla quasi tota- ; lìtà degli studiosi) che qua- \ sti mostri celesti si allonta- ' nano da noi, a velocità che I si avvicinano a quella della luce Alcuni oggetti sarebbe- ro distanti da noi almeno die-, ci miliardi di anni luce, li] vediamo quindi adesso come \erano dieci miliardi di an- ! ni fa ; La scoperta delle pulsar è I più recente, ed altrettanto ro- ! manzesca. Nell'ottobre 1967 ! gli astronomi dell'Università !di Cambridge captarono con \' i radiotelescopi dei segnali ritmici di brevissima durata, paragonabili a quelli che sono trasmessi dalle emittenti terrestri per darci il tempo esatto. I segnali erano così regolari che, scherzando, gli astronomi di Cambridge parlarono di « piccoli uomini verdi r little green meri; come di presunti esseri viventi extraterrestri che volevano comunicare con gli umani. Poco dopo Martin Ryle ideava, con la collaborazione di Hewish, e costruiva tre radiotelescopi a paraboloide i I quali inviavano simultanea , mente i loro segnali ad un calcolatore elettronico: ciò ; permetteva a Ryle di deter \ minare con molta precisione ' ia posizione delle sorgenti di I quei segnali, che vennero chiamate pulsar, cioè emit tenU msazione. , r. .. „,,„„,„ =, „,„ ] . Una di queste pulsar e sta \ta 1,1 se^ulto identificata ot ! ticamente e riconosciuta co ; me appartenente alla cosid I detta Nebulosa del Granchio; ! si tratta cioè del residuo di ! una stella esplosa nel 1054; !la data « e indicata da os \servazioni di antichi astro- ' nomi cinesi che avevano visto una nuova luce accendersi nel cielo. Le pulsar sono quasi certamente « stelle a neutroni », già previste dalla teoria sin dagli'Anni Trenta, stelle nelle quali si è pressoché esaurito il combustibile idrogeno (che fondendosi in elio libera energia) e si è provocato un collasso gravitazionale. In queste stelle che la nostra fantasia non riesce a concepire la materia è così densa che un cucchiaino di essa potrebbe pesare milioni di tonnellate. Umberto Oddone

Persone citate: C. Jansky, Cavendish, Green, Hewish, Martin Ryle, Reber, Umberto Oddone

Luoghi citati: Arecibo, Cambridge, Virginia