Sta lavorando con la bilancia di Vittorio Gorresio

Sta lavorando con la bilancia Sta lavorando con la bilancia Roma, 15 ottobre. In via degli Staderari, una strada corta e larga che conduce dal corso Rinascimento a Sant'Eustachio, al numero 4 c'è un ingresso secondario del Senato, e al primo piano c'è l'ufficio — del gruppo parlamentare de — dove Fanfani ieri ed oggi ha incominciato a lavorare per risolvere la crisi. Come lavora, con quale tecnica? Il facile richiamo allo strumento che dà nome alla strada (una stadera serve a determinare il peso di un grave equilibrandolo con un altro grave costante, o contrappeso) può contribuire a dare una prima risposta. Su uno dei piatti — il proprio piatto — Fanfani tiene irremovibile il suo «grave», che è la de, in aggiunta col peso dello psdi ed eventualmente del pli, della Volkspartei, di qualche indipendente e alcuni franchi tiratori in libertà. Sull'altro piatto pone gli altri gravi costanti o contrappesi — dai socialisti, ai comunisti, ai repubblicani, ai missini — per vedere se l'equilibrio gli torna, e cioè se gli riesce di costituire una maggioranza. E' stato questo, ieri ed oggi, il suo primo esercizio che egli stesso ha chiamato «cortesia parlamentare e ricognizione politica». Dicono infatti tutti gli interpellati fino ad ora che Fanfani non è stato avaro di cortesia con nessuno, che è stato pure allegro nella sua alacrità, efficiente, cortese e convenevole. Il presidente dei deputati comunisti, Alessandro Natta, mi ha espresso ieri sera qualche riserva solo nell'ordine dell'efficienza: «Cordiale, è stato cordialissimo, ma l'impressione che ne abbiamo ricevuta è che dalla fase dell'esploratore Spagnolli siamo passati a quella dell'indagatore Fanfani». Indagatore o ricognitore che sia, l'attuale, presidente incaricato fa il suo lavoro con estrema serietà. Si continua a parlare di un teso braccio di ferro tra Leone e Fanfani, l'uno che vuole costringere l'altro ad accettare di bere come un povero Cristo sulla croce un calice amaro, ed il povero Cristo che supplica suo Padre: «Transeat a me calix iste». Si è: trovato il modo letterario di allungare la serie dei più famosi romanzi di Italo Calvino {«Il visconte dimezzato», «Il barone rampante», «Il cavaliere inesistente») trovando per Fanfani un altro titolo da protagonista: «L'incaricato riluttante». Sono state diagnosticate tutte le sue fotografie e tutte le sue facce trasmesse per tv: pare aggrottato? E' segno che non vuole fare il governo. Scherza o sorride? Allora non è serio, con tutto quello che gli sta di fronte. Fanfani, pover'uomo, kleiner mann, è destinato a non farla mai franca. Gli chiedono di salvare.la patria, ma i comunisti dicono che evidentemente non se la sente neppure lui sicché preferirebbe divagare. Tutto al contrario, i socialisti' sono convinti che l'istinto salvifico è sempre quello chè'lo guida: «Il governo vuol farlo», mi ha assicurato stamattina Francesco De Martino dopo un colloquio di un'ora e un quarto col presidente designato. «Anzi!», ha ribadito" l'onorevole Luigi Mariotti, presidente dei deputati socialisti, con il tono di chi non può negare un'evidenza che egli magari disapprova. Credo sinceramente che Fanfani non abbia gradito l'incarico di formare il governo, e d'altra parte mi domando chi lo avrebbe gradito in un moménto come questo. Ma sono anche persuaso che una volta accettata a malincuore l'incombenza, Fanfani non sia uomo da piccoli giochetti fatti per finta. Tra lazzi e frizzi — e non del genere migliore, per la verità — egli rimane sempre l'uomo che ce la mette, tutta, come suol dirsi. Quando" risponde ai giornalisti, come ha fatto ieri, che non gli piacciono i giochi di parole, tipo «riserva di accettare» e «mi sono riservato di accettare», egli dice una cosa di totale verità. Ma quando, come stamattina, ha detto di non temere le domande dei giornalisti, purché non fossero «indiscrete», ha fatto un passo falso. Sempre indiscrete hanno da essere le domande nostre rivolte a un uomo pubblico. Se no, non hanno senso. Esse debbono tendere ad accertare una verità plausibile, a dispetto di tutte le reticenze degli uomini politici sempre impegnati in falsi giochi di nascondarella. Per il momento, tanto per dire la mia impressione, finora il gioco mi sembra questo: Fanfani prova seriamente a formare un governo: «Salvo poi a rigettare su di noi — dicono i socialisti, che sanno di essere i soliti cattivi — la responsabilità di non averglielo lasciato costituire». Vittorio Gorresio

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