Il mancato miracolo dei cambi flessibili di Francesco Forte

Il mancato miracolo dei cambi flessibili Convegno di tre giorni a Venezia Il mancato miracolo dei cambi flessibili (E infatti la sterlina e la lira continuano a scendere) Si possono risolvere i proble- ' mi della bilancia dei pagamenti e dell'economia, mediante la libera fluttuazione della moneta, cioè il regime di cambi flessibili, come quello in cui dal 1973 si trova la lira italiana rispetto sia al dollaro che alle valute del « serpente » monetario europeo, che a ogni altra moneta? Di questo tema si è ampiamente discusso per tre giorni (venerdì, j sabato e domenica) a Venezia ' in un convegno internazionale I indetto dal Sucri (una organiz- ; zazione che raccoglie economi- i sti monetari e specialisti finan- j ziari delle maggiori banche, uf- j liei di cambi e imprese multinazionali dei vari Paesi europei) . La risposta è stata, in gran parte, negativa, anche se si è osservato che, comunque, il regime di cambi flessibili che ora è in atto in molti Paesi non è una fluttuazione « libera », ma una fluttuazione « amministrata » dalla Banca Centrale che interviene sul mercato dei cambi e attua vari controlli valutari, e che, quindi, esso non differisce in modo così netto dal regime dei cambi fissi ma aggiustabili in casi estremi che si applicava sino a tre anni fa su scala generale. Tre anni di esperienze di cambi flessibili, sia pure amministrati, hanno mostrato che non solo da essi non ci si possono attendere « miracoli » ma che spesso essi danno luogo a pericolose reazioni a catena. Monete che hanno cominciato a perdere quota, come la lira e la sterlina, sembrano destinate a perderla ulteriormente o a rimanere deboli mentre le monete che si sono rivalutate, come il marco tedesco (anche dopo che esso, rispetto al dollaro, fluttua) sembrano destinate ad accrescere la loro forza. Vi sono stati anche casi intermedi. E del resto ora, petrolio a parte, la bilancia dei pagamenti italiana sta migliorando. Ma i casi di cui sopra hanno indotto a riflettere. La risposta degli specialisti di cambi e degli economisti e che un deprezzamento della moneta per un Paese ad economia apeita, cioè con largo volume di commercio estero rispetto al suo reddito, per potersi tradurre in un durevole miglioramento della bilancia dei pagamenti correnti, attraverso maggiori esportazioni di beni e servizi e minori importazioni, ha bisogno di una politica monetaria e fiscale con ciò coerente, la quale anzi risulta l'elemento determinante. In altre parole, se non vi è • Una politica di « briglie strette », sia essa monetaria o fiscale o di entrambi i tipi, l'aumento dei prezzi delle importazioni si traduce in aumenti generali di prezzi e di costi, i quali fanno scattare in su i salari nominali (attraverso meccanismi di scala mobile ed altre forme) C quindi si traducono in un aumento complessivo di oneri per la produzione, che eguaglia ben presto la precedente riduzione di costi che. nei confronti della concorrenza estera si era avuta, mediante il deprezzamento della moneta. Così lo squilibrio iniziale perdura e la moneta scende ancora. Due fattori agiscono nello sviluppare una spirale insidiosa di aumenti di prezzi, svalutazione ulteriore, nuova inflazione, nuovo deprezzamento della moneta (in cui a guadagnarci non sono certo ; detentori di redditi fissi facenti parte delle categorie socialmente più deboli: piccoli risparmiatori, pensionati, salariati dei settori con minor forza contrattuale ecc. Il primo l'attorce la cosiddetta speculazione « destabilizzante » di cui si è molto discusso a Venezia, vale a dire la tendenza da parte di molli operatori economici (che a volle agiscono per paura, o per altri motivi irrazionali e non necessariamente per ottenere veri e propri guadagni speculativi) a vendere la valuta fluttuante che si è deprezzala e che pensano ancora si deprezzerà, in modo tale che queste vendile ne fanno scendere ancora la quotazione, al di là del necessario. L'altro è il fatto che per dispiegare pienamente i suoi effetti positivi, l'impulso al commercio estero derivante da un miglioramento delle condizioni di vendita all'esportazione dovuto alla riduzione del cambio della moneta nazionale rispetto a quella estera richiede il passaggio di parecchi mesi e anche di anni, perché >i devono fare modifiche di produzione, sviluppare organizzazioni internazionali di vendita, conquistare nuovi clienti esteri ecc. Ma. nel Irai tempo, la spirale di aumenti di prezzi interni può avere nuovamente ridotto le prospettive degli esportatori. 1 quali, del resto, devono essere dotati dei mezzi per espandere le vendite in questione. Si è detto che occorre una politica di « briglia stretta » per evitare questa spirale di inflazione c progressivo slittamento del cambio della moneta. Ma nella sua relazione intro- diluiva al convegno di Venezia, il governatore della Banca d'I la lia. Carli, ha sviluppato anche il concetto che la politica degli investimenti è mollo importan te per dare la soluzione di me dio e lungo periodo (e non solo contingente) della bilancia dei pagamenti, perche consente effettive riduzioni di costi e migliori prodotti, a più alto contentilo tecnologico c a più accentuata innovazione. Da ciò si desume che le briglie strette non dovrebbero incidere su questa azione d'investimento: diversamente, mentre si tappano i buchi nel breve periodo, si prepara una situazione più difficile per l'anno successivo e per quelli seguenti e l'azio¬ ne restrittiva, mentre comporta sacrilici, si rivela come dotata solo di eITctti effimeri. A Venezia si è anche sostenuto che l'esperienza di questi anni mostra che i cambi flessibili possono essere servili per evitare certi sconvolgimenti che ci sarebbero stati, se ci si fosse ostinati a mantenere i cambir • ii i j ■ fissi, anche dopo la grande ln nazione mondiale del 197., e il rialzo del prezzo del petrolio. che ha crealo giganteschi pio-blemi di movimenti di capitali e di disavanzo nelle bilance dei pagamenti dei Paesi consumatoti di petrolio. Il muro rigido dei cambi fissi sarebbe stato travolto, quello elastico dei cambi flessibili resiste meglio. Per portare soluzione ai problemi di fondo posti dalla erisi del petrolio nessuna modifica nel regime dei cambi può servire, ci vogliono altre soluzioni. Se ne è discusso a Venezia, anche in relazione a una recentissima proposta di Carli, che però, mi sembra, meriterà attenzione, con un discorso a sé stante. Francesco Forte

Persone citate: Carli

Luoghi citati: Venezia