Saranno processati per un omicidio che avevano commesso 28 anni fa

Saranno processati per un omicidio che avevano commesso 28 anni fa Il dibattimento a novembre in corte d'assise a Pavia Saranno processati per un omicidio che avevano commesso 28 anni fa Fu ucciso il dipendente di un mugnaio durante una rapina - Gli imputati sono quattro: uno è morto nel '59 - Il rimorso ha spinto uno dei banditi a confessare (Nostro servizio particolare) Voghera, 14 ottobre. Per un delitto a scopo di rapina consumato ventotto anni fa a Zenevredo, nel Vogherese, quattro persone verranno giudicate dalla corte d'assise di Pavia, nel prossimo novembre. Sono stati infatti rinviati a giudizio dal giudice istruttore di Voghera, dott. Priolo, il fruttivendolo ambulante Abramo Rustioni, 49 anni, l'operaio Evaristo Primo Inzaghi, di 57, entrambi da Magherno, l'ex agente di p.s. Luigi Ripa, 60 anni, di Sant'Angelo Lodigiano e il pensionato sessantunenne Francesco Franchini, da Copiano. Fu il Rustioni, nell'agosto del 1973, a presentarsi alla caserma dei carabinieri di Villanterio (Pavia) e confessò di essere stato tra i protagonisti di un tragico fatto di sangue di tanti anni prima. Interrogato dal sostituto procuratore di Voghera, dott. Claudia Squassoni, ripetè la storia, fornendo anche i nomi dei complici: Inzaghi, Franchini e Ripa. Fece anche il nome del quinto partecipante al fatto, Paolino Zucca, morto all'età di 34 anni nel 1959. La sera del 28 gennaio del 1946, al molino di Siro Motti, a Zenevredo, si presentarono cinque banditi decisi a rapinare una grossa somma in denaro che quello stesso giorno era stata incassata dal mugnaio. I banditi si trovarono di fronte, oltre al Motti, poi morto dopo qualche tempo, anche la moglie, Altea Cignoli, e un dipendente, il quarantottenne Pietro Benvenuti. Fu proprio questi a tentare una reazione. I rapinatori — o alcuni di loro — fecero fuoco con le rivoltelle e l'uomo, sposato e padre di famiglia, crollò a terra ucciso. Le indagini, subito dopo il delitto, non diedero alcun esito. Il delitto a scopo di rapina venne archiviato come tanti altri ad «opera di ignoti». Tale sarebbe certamente rimasto se il Rustioni non avesse fatto la drammatica confessione-denuncia nell'agosto dello scorso anno. Chiamati in causa, Inzaghi, Ripa e Franchini respinsero le accuse, tutti però finirono in carcere. Qualche tempo dopo ottennero la libertà provvisoria, mentre il fruttivendolo ambulante è ancora in prigione: gli elementi raccolti nel corso dell'istruttoria farebbero pensare che sia stato uno degli autori materiali dell'omicidio, anche se il Rustioni continua a sostenere di avere soltanto partecipato alla rapina. Ora, conclusa l'istruttoria, spetterà ai giudici della corte d'assise dire l'uitima parola sul fatto di sangue di ventotto anni fa. f. m. Ovail;,. 14 ottobre — E' deceduta a Belforte Monferrato la nonnina della Val d'Orba, Rosalia Settembrini vedova Pesce, di 101 anni.