De Vlaeminck brucia Merckx sul traguardo del "Lombardia

De Vlaeminck brucia Merckx sul traguardo del "Lombardia Duello fra belgi, amara sconfitta degli italiani De Vlaeminck brucia Merckx sul traguardo del "Lombardia II campione del mondo non ha saputo reagire allo sprint del rivale - Una corsa durissima, soltanto 25 corridori su 125 sono giunti al traguardo - Conti e Perletto si sono classificati al 3° e 4° posto, Moser 7° a l'24", Gimondi 11° a 2'20" - Felice è sincero: "Ho sofferto moltissimo ma non ho potuto fare nulla" (Dal nostro inviato speciale) Como, 12 ottobre. Un campione, naturalmente, sul traguardo del Giro di Lombardia, ma non uno di quelli che tutti si aspettavano. La prevista sfida tra Eddy Merckx, il nostro vecchio Gimondi e Francesco Moser è sfumata quando i due italiani, nel finale, hanno nettamente ceduto alla prepotente progressione del fuoriclasse belga. Il ruolo di nemico numero uno del leader della Molteni è passato quindi al suo connazionale Roger De Vlaeminck. Questi, dopo aver resistito a tutti i tentativi di Merckx di scollarselo di dosso in salita, sulla pista di Como lo ha facilmente battuto in volata, conquistando la diciassettesima vittoria della stagione, senz'altro la più bella. Dietro i due belgi, con 1'24" di van¬ taggio su un terzetto comprendente anche Moser e con Bitossi e Gimondi a più di due minuti, si sono classificati rispettivamente al terzo e al quarto posto I bravissimi Conti e Perletto: i soli italiani che siano in parte riusciti a rendere meno amara una sconfitta che poteva senz'altro rientrare nelle previsioni, ma non in queste proporzioni purtroppo eloquenti. Merckx non ha cercato scuse, ha spiegato questo mancato successo con la lucida e fredda autocritica di chi, avendo vinto molto, può anche permettersi di perdere senza fare dei drammi: » De Vlaeminck — ha detto Eddy — oggi era più lorte di me e soprattutto meglio allenato. Per staccarlo in salita io avrei dovuto possedere una più specifica pre- parazione alla quale sarei potuto I arrivare solo correndo come ha fatto lui tutte le ultime gare in Italia. Bloccato dall'influenza, io invece ho potuto disputare a pie no ritmo solo la Coppa Agostoni che evidentemente non mi è bastata per ritrovare la pedalata vincente. In una volata con Roger ero irrimediabilmente battuto e lo sapevo già prima. Ho la coscienza a posto perché ho fatto tutto il possibile per vincere e quindi è inutile ora che mi faccia il sangue cattivo ». Chiarito da queste oneste dichiarazioni l'andamento del duello finale tra Merckx e De Vlaeminck, il quadro intero della corsa salta fuori con altrettanta nitidezza dalle brevi interviste agli altri sconfitti. « Ho fatto male — ha detto Moser — a rompere il ritmo della preparazione su strada con la partecipazione al Gran Premio delle Nazioni a cronometro. In apparenza mi sentivo bene, ma quando Merckx sulla salita di Castiglione d'Intelvi ha piazzato lo scatto decisivo, non sono stato In grado di resistergli. In discesa ed in pianura, ho cercato di rimediare ma nonostante l'aiuto del bravissimo Ritter e la collaborazione al limiti delle loro forze di Bitossi e Gimondi, non sono più riuscito a riportarmi sui primi. Davanti volavano ed lo progressivamente mi sono rassegnato. Ora lo confesso: sono un po' demoralizzato e penso che rinuncerò a disputare II Trofeo Baracchi ». « Ho aspettato invano — ha confessato dal canto suo Gimondi — di trovare la pedalata giusta per potermi inserire nel vivo della corsa. Purtroppo il freddo e la pioggia mi hanno bloccato. Ho sofferto moltissimo per restare a galla, ma quando si è scatenata l'offensiva decisiva non ho potuto far nulla. Mi splace soprattutto per Moser che volava e che, con maggiore aiuto, sarebbe potuto tornare sui primi. Purtroppo ho potuto offrirgli una collaborazione ben modesta. Comunque rispetterò gli impegni e correrò II Baracchi anche se non so ancora chi sarà il mio compagno di coppia >. Bitossi è II terzo a recitare, sia pure con sufficiente serenità, il mea culpa: » Ho perso cinquanta metri — ha detto il toscano — per le solite palpitazioni di cuore al momento decisivo e non c'è stato più niente da fare. Del resto oggi Merckx e De Vlaeminck stavano decisamente meglio di me, visto come sono andati via ». La Lombardia ha accolto la classicissima di chiusura con un clima quasi invernale: vento, freddo, frequenti scrosci di pioggia appena mitigati da un pallido sole soltanto nel finale verso Como, hanno accentuato la tradizionale durezza della corsa che ha portato al traguardo solo venticinque dei 125 partiti da Milano, cioè il venti per cento dei concorrenti. Il gruppo è rimasto praticamente compatto sia sulla salita di Sormano che sul Ghisallo. poi II toscano Fabbri si è assunto il ruolo di battistrada rimanendo al comando con una punta massima di due minuti e rotti di vantaggio per una cinquantina di chilometri da Malgrate fino alle porte di Colico. Raggiunto Fabbri, gli hanno dato il cambio Lualdi, Spruyt e Ritter, cui si è poi aggiunto Paolini. Ouesto quartetto si è sfaldato sulle prime rampe del Colle d'Intelvi dove Ritter è il solo a resistere sia pure senza poter impedire a Conti e a Panizza di raggiungerlo. Nella discesa su Arzegno si forma- in testa una pattuglia di una ventina di uomini con Merckx, De Vlaeminck, Moser, Gimondi, Bitossi e tutti I migliori. La nuova impennata verso la collina per affrontare la salita di Castiglione d'Intelvi dal versante opposto è il terreno scelto da Merckx per l'attacco decisivo. Gli resistono solo De Vlaeminck, Conti, Panizza. Perletto e Verbeeck. Moser, Gimondi e Bitossi arrancano indietro senza potersi opporre ad un'offensiva che fa svanire per loro ogni sogno di vittoria. Tornati in pianura, il sestetto di testa guidato a cinquanta all'ora da Merckx e De Vlaeminck progressivamente aumenta il suo vantaggio anche se Moser con il francese Thevenet. dopo aver sfruttato al massimo la collaborazione di Ritter, si svincola dagli inseguitori e prosegue rabbiosamente una ormai impossibile caccia ai primi. Il ritmo di Merckx e De Vlaeminck è insostenibile per I loro stessi compagni di fuga: Panizza, per le cui corte gambe da piccoletto i cinquanta all'ora sono un traguardo proibito, sballa il motore e si arrende (arriverà con dieci minuti sul groppone) mentre sulla saltella di San Fermo cede anche Verbeeck. Restano in quattro a disputarsi la vittoria in una volata il cui esito — De Vlaeminck primo con una macchina abbondante su Merckx — già conosciamo. Moser a 1'24" ha dovuto accontentarsi del settimo posto dietro a Verbeeck e Thevenet ma davanti a Bitossi (2'17"), mentre Gimondi si è piaz¬ zato solo undicesimo a 2'20" dal vincitore, che non costituisce certo una sorpresa anche se veniva in seconda fila tra i favoriti, dietro Merckx. Moser e lo stesso Gimondi. Gianni Pignata Ordine d'arrivo: 1. Roger De Vlaeminck, km 266, in 7h07'54". media km 37,290; 2. Merckx, s.t.; 3. Conti, s.t.; 4. Verbeeck a 1 '24" 7. Moser s.t.: 8. 9. Ritter a 2'20 me s.t.; 11. Gimondi s.t; 12. O vion s.t.: 13. Panizza a 10'24"; 14. Guimard a 11': 15. Maggioni a 11 '11"; 16. Van Springel a 11'28": 17. Rodriguez s.t.: 18. Fabbris s.t.; 19. Vannucchi s.t.; 20. Pettersson s.t.: 21. Goodefrot s.t.: 22. Zilioli a 11 '40": 23. Martos a 14'41"; 24 Chinetti s.t.; 25. Delcroix a 22'. Partiti 125. arrivati 25. Perletto s.t.; 5 6. Thevenet s.t. Bitossi a 2'17" 10. Danguillau Merckx battuto in volata