Quelle sigarette quasi introvabili

Quelle sigarette quasi introvabili Un fenomeno che si è aggravato Quelle sigarette quasi introvabili Roma, 12 ottobre. Da un paio d'anni trovare le sigarette preferite è diventato sovente difficile: molte rivendite ne sono sprovviste. Accade in tutta Italia. Le marche più difficili da trovare sono quasi sempre le più diffuse: « Ms », « Stop » e « Stop con filtro », « Bis », <( Gala », « Lido », « Pack », fra i tipi da 300 lire; « Diana », « Roy » e « Mercury », fra quelli da 350; « Presidente » e «Zenith», fra quelli da 400 lire; « Marlboro » e « Muratti », fra quelli da 450. Scarse le « Nazionali con filtro », « Super con filtro » ed « Esportazione con filtro ». Pressoché scomparse le sigarette alla menta, tipo « Winston » e « Saint Moritz ». Da un paio di mesi è quasi introvabile anche il trinciato forte, consumato ormai soltanto dalle persone anziane nei paesi. Non migliore è la sorte dei pochi sigari fabbricati in Italia, come i Cavour, gli Avana, i Branca e i Burno: da almeno sei mesi sono scomparsi completamente pressoché ovunque. E quando non si trovano le marche preferite, qualche volta ci si adatta ad acquistarne altre, ma molto più spesso si preferisce ricorrere a chi spaccia sigarette di contrabbando, anche a costo di pagarle 50 lire al pacchetto in più Quali danni scaturiscano da questa persistente carenza di sigarette tanto allo Stato quanto alle rivendite (circa 66 mila in tutta Italia) è facile immaginare, specialmente in un momento di crisi economica come questo. Di chi è la colpa? Alcuni tabaccai temono che la scarsa presenza del prodotto italiano dipenda dalla disorganizzazione dell'azienda dei Monopoli, nella quale la mancanza di personale sarebbe tanto grave da lasciare addirittura inutilizzate (qualcuno dice « ferme da mesi sui convogli ferroviari », in attesa di destinazione) alcune modernissime macchine confezionatrici. Interpellato al riguardo, Luciano Cremona, vicedirettore generale dei Monopoli di Stato, ci ha detto: «Mi sembra che certe critiche siano eccessive. La nostra vendita attuale si aggira sugli SO milioni di chili di tabacco all'anno, pari a circa 4 miliardi di pacchetti di sigarette. Venti milioni di chili sono d'importazione. Ma in certi periodi anche questa imponente distribuzione non basta. Fra gli elementi che la rendono insufficiente bisogna contare le ferie del personale, l'afflusso stagionale dei turisti, gli spostamenti dei fumatori italiani durante le vacanze, l'aumento dei consumi di prodotti nazionali in seguito alla diminuzione del contrabbando ». « A tutto questo, prosegue Cremona, bisogna poi ancora aggiungere le difficoltà di rifornimento dei magazzini di distribuzione a causa delle disfunzioni ferroviarie. Alcuni tipi di sigarette possono essere difficili da trovare perché i loro consumi aumentano più degli altri. Per esempio negli ultimi quattro anni la produzione delle "Ms", iniziata nel 1970, ha dovuto essere aumentata di ben sei volte ». «Far fronte ad incrementi nelle vendite del 10 per cento, qual è quello verificatosi da parecchi mesi a questa parte, conclude il dirigente, non è facile, ma si sta facendo il possibile. Fra qualche giorno in una manifattura del Meridione si inizierà il doppio turno lavorativo. Nei primi mesi di quest'anno abbiamo assunto 1300 operai e bandito concorsi per altri 420, mentre siamo in attesa dell'autorizzazione per bandire altri concorsi per 3 mila posti ». I pareri dei rappresentanti sindacali del Monopolio sono invece diversi: « Gli inconvenienti nascono soprattutto dal fatto che l'azienda non si è adeguata ai tempi, modernizzando macchinari e strutture con la necessaria tempestività — dice Rosario Palamara della Cgil. — Evidentemente manca la volontà politica di farla funzionare. Altrimenti come spiegare che dal febbraio all'agosto scorso sia rimasta senza consiglio d'amministrazione, con conseguenze di immobilismo facilmente immaginabili? Noi sindacalisti abbiamo protestato, sollecitando fin dal 26 marzo un incontro con il ministro delle Finanze: dopo molte insistenze e proteste siamo stati ricevuti pochi giorni fa, il 26 settembre ». Per il vicedirettore dei Monopoli la faccenda dei macchinari fermi non ha nulla di scandaloso: « In ogni azienda di grandi dimensioni c'è almeno un 10 per cento di macchinari di riserva, che stanno molto tempo inutilizzati », dice. « Se ci sono macchine ferme lo si deve alla carenza di manodopera — afferma invece Pai-amara —. Trent'anni fa una macchina confezionatrice faceva 25 sigarette al minuto, quelle di oggi ne fanno 4 mila. Più che inocchine sono complessi elettronici, che se da una parte richiedono meno persona¬ le, dall'altra esigono personaie più qualificato ». Più che per il presente, le preoccupazioni dei sindacati sono per l'avvenire. Il 31 dicembre 1975 cesserà il monopolio della distribuzione e i prodotti stranieri potranno essere distribuiti direttamente alle rivendite senza controlli da parte del Monopolio di Stato. Che cosa succederà? Timor; e incertezze non mancano. A Torino è nato di recente il sindacato autonomo tabaccai italiani (Sati) allo scopo di rappresentare ufficialmente i rivenditori e i consumatori e tutelarne gli interessi. « L'azienda non è in deficit ma può diventare passiva, mi dice ancora Palamara. E non soltanto per il progressivo aumento delle materie prime ma anche per il modo in cui si continua a fare questi approvvigionamenti. Si continua cioè, colile accadeva quando anche la produzione di tabacco era monopolistica, ad aspettare che i produttori vengano ad offrire la loro merce, senza aiutarli magari con anticipi e con contratti vincolanti che assicurino le forniture anche in fu turo ». « Non dimentichiamo, avverte Palamara, che oggi l'Italia produce il 60 per cento del tabacco di tutta la Comunità europea. Indidgendo a mentalità ormai superate si corre il rischio di comprare sempre di più all'estero e sempre meno in Italia. Invece gli stranieri, e specialmente olandesi e tedeschi, si assicurano la fornitura italiana per molti anni ». b. gh.

Persone citate: Branca, Burno, Cavour, Cremona, Luciano Cremona, Muratti, Palamara, Rosario Palamara, Zenith

Luoghi citati: Avana, Italia, Roma, Torino