Un metrò sotto le caverne

Un metrò sotto le caverne Matera: una città tagliata in due dalla ferrovia Un metrò sotto le caverne I lavori sono iniziati alla vigilia delle elezioni - I politici invece di metropolitana preferiscono dire "interramento" della strada ferrata - Polemiche per la costruzione dell'opera la cui spesa supera i due miliardi (Dal nostro inviato speciale) Matera, 12 ottobre. Per raggiungere le loro abitazioni scavate nella roccia, molti abitanti di Matera avranno a disposizione una metropolitana. C'è il progetto, già approvato, ci sono i soldi (la spesa supera i due miliardi), e il sindaco ha già dato il primo simbolico «col- po di piccone». Però dopo l'entusiasmo iniziale sono in molti ora a gettare acqua sul j fuoco d'un orgoglio di campa- nile che s'alimenta bruciando j miliardi. La parola d'ordine è «minimizzare», ridimensiona- re i termini d'una polemica j che rischia di rispolverare in-1 giusti luoghi comuni sulla ge- ; stione della spesa pubblica nel Mezzogiorno. Adesso anziché di metropolitana, nella città dei «sassi» (alcune caverne sono ancora abitate da famiglie d'inurbati, talvolta insieme con animali) si preferisce parlare di «interramento» della linea ferroviaria. Si ricorda la necessità di risparmiare alla città, tagliata in due dai binari della ferrovia calabro-lucana, la strozzatura di sei passaggi a livello che nelle ore di punta paralizzano il traffico. E si aggiunge che se l'avvio ai la- vori del metrò è avvenuto ' proprio alla vigilia delle elezioni (il 17 novembre si vota il rinnovo del consiglio comunale), la decisione tuttavia fu presa, all'unanimità, tre anni addietro. E' proprio questa unanimità che impedisce ai partiti di prendere le distanze come forse vorrebbero da una polemica (avviata dalla «sparata» preelettorale del sindaco) che li coinvolge direttamente. E gli stessi sindacati vanno coi piedi di piombo. «Siamo favorevoli a un ammodernamento della ferrovia — spiega Cosimo Vitelli, segretario provinciale della Cisl di Matera — anche nel tratto che attraversa la città, causando ogni giorno gravi disagi. Non siamo stati consultati quando fu deciso l'interramento della ferrovia, e dunque non abbia- 7720 dato il nostro contributo: tuttavia non possiamo essere contrari a un progetto che ri- solve tanti problemi. Non convince invece l'abolizione del tratto che congiunge la periferia di Matera con la zo- na industriale di Pisticci: una volta soppresso questo percorso si darà via libera alle compagnie private per il trasporto dei pendolari, e i prezzi saranno certamente superiori a quelli attuali». La ferrovia è per Matera fonte di preoccupazioni e ancora di salvezza al tempo stesso. Pur tagliando in due la città che si è sviluppata in questi ultimi vent'anni pro j prio lungo l'asse della strada ferrata (dal '52 in poi sono j arrivati 28 miliardi di sovven zioni per l'edilizia popolare, per togliere dai «sassi» il j maggior numero possibile di 1 materani: ancora oggi vivono ; nelle caverne oltre mille per- sone) essa costituisce un indispensabile cordone ombelicale per alimentare l'economia lucana. Il treno corre su binari a scartamento ridotto che solcano una campagna tutta pietre e ulivi; la linea non è elettrificata, le carrozze più vecchie ricordano i convogli del Far West, col balconcino in fondo al vagone e la scaletta per scendere; portano solo la seconda classe. E' su queste «basi» che nascerà la metropolitana di Matera. Essa utilizza il tracciato e i mezzi della ferrovia calabro-lucana ' (circa tremila dipendenti, ge stione fifty-fifty tra de e psi) nel tratto di oltre due chilometri che attraversa la città. Per eliminare il disagio causato da sei passaggi a livello verrà costruita una galleria a quattro-cinque metri di profondità, interrati i binari, costruite quattro fermate intermedie, con scale che portano in superficie, a disposizione dei 47 mila 500 abitanti di Matera. L'attuale stazione ferroviaria verrà spostata e sistemata nel sottosuolo: sopra dovrebbe sorgere un grande parcheggio per il centro direzionale della metropoli lucana, mentre sul tracciato della ferrovia sarà costruita una strada di scorrimento rapido per attraversare la città. Grandi progetti, molte ri- j serve. Matera, capitale dei j «sassi» (29 ettari nel centro i storico), terz'ultima in Italia j per reddito pro-capite, prima j ti negativi per il tasso d'anal fabetismo e di sviluppo socioe \ economico, batte Torino, Ge nova, Bologna, la stessa Ro-1 ma dando il via ad un'opera pubblica che il segretario provinciale del pri, Raffaele de Ruggeri definisce «di regime». Anche i comunisti hanno digerito il progetto di metrò, la spesa, il criterio prioritario di quest'intervento su altri di risanamento della città. Temono anzi — come spiega il capogruppo in consiglio comunale Domenico Notarangelo — che al Nord non si capisca del tutto il significato di queste scelte, che si possa parlare di sperperi, di spese ingiustificate. Per il pei c'è il rischio che l'intera faccenda si sgonfi a elezioni ultimate, traducendosi solo in una manciata di voti in più per la coalizione che amministra la città (dc-psi). I comunisti temono che la promessa di costruire strade e parcheggi sull'area liberata dalla ferrovia possa cadere di fronte agli allettamenti della speculazione edilizia. A parte questo sono favorevoli al progetto di interramento, al mini-metrò ur-1 bano. Maggioranza e varie opposizioni (fatta eccezione per il gruppo del Manifesto che ha attaccato duramente «Colombo l'austero» ritenuto il «padrino» dell'intera operazione) si sono così trovate unite, salvo sfumature di metodo, su una delle grandi scelte di sviluppo della città lucana. Giorgio Battistini

Persone citate: Cosimo Vitelli, Domenico Notarangelo, Giorgio Battistini, Raffaele De Ruggeri