I fascisti si difendono: "Golpe? Ma no, chiacchiere da osteria,,

I fascisti si difendono: "Golpe? Ma no, chiacchiere da osteria,,Terzo interrogatorio dell'ex federale Mario Pavia I fascisti si difendono: "Golpe? Ma no, chiacchiere da osteria,, L'accusa di cospirazione politica sarebbe però avvalorata da documenti trovati nello studio dell'avv. Parigini e dalle armi sequestrate a Palermo in casa del Micalizio - Si cerca il sesto uomo del complotto « Chiacchiere da osteria » ha definito l'ex federale fascista Ma- rio Pavia le due riunioni cui partecipò, a Roma, con l'avvocato Leopoldo Parigini, l'ingegner Eliodoro Pomar, il medico Giacomo Micalizio, il pilota Mario Scolari, e una sesta persona nota come « Dino » o « Tino ». E ha in- | sistito su questa versione addo i mesticata anche nell'interrogatorio (il terzo) dell'altra sera, in- cominciato alle 20 in questura e finito all'una. Assistito dall'avvocato Armando De Marchi, l'industriale di strada del Nobile, amico di Borghese ed ex aderente al « Fronte Nazionale », ha cercato di sminuire tutta la vicenda del presunto « golpe di ottobre », nel ì tentativo di convincere i magiI strati Violante e Pochettlno che I il programma di u eliminazione i fisica di ministri e sindacalisti » j fu soltanto una boutade fatta tra ] un piatto di fettuccine e un bicj chiere di Chianti, all'indomani j dei funerali di Borghese. I Ma le presunte « chiacchiere » j di Pavia mal si accordano con , i documenti che la magistratura I ha sequestrato nello studio mo' denese dell'avvocato Parigini. Si tratterebbe di fogli scritti a macI china, disegni di piantine, eleni chi di nomi, appunti di cui il legale ha dovuto render conto ieri pomeriggio al dottor Violante. L'esito dell'interrogatorio, incominciato alle 17 e proseguito fino a tarda sera, è coperto dal segreto istruttorio, dal riserbo marmoreo del magistrato e, come se ciò non bastasse, dalle porte che il capo dell'ufficio istruzione, consigliere Mario Carassi, ha fatto sprangare da un agente di po- I lizia. i Poco incline ai rapporti con I giornalisti, il magistrato ha voluto dare una dimostrazione pratica di questa allergia. Ben diverso è il comportamento — squisitamente educato — del giudice Violante il quale, pur restando fedele alla riservatezza, riceve, sempre col sorriso sulle labbra, 1 giornalisti nel suo ufficio, anche due o tre volte al giorno. Il dossier trovato presso 11 Parigini, dunque, sarebbe scottante. Come si è difeso l'avvocato? Pare seguendo la strada imboccata dal Pavia, cioè quella delle discussioni accademiche, dei vagheggiamenti di uomini nostalgici, dell'ipotesi di un colpo di Stato fatta a tavolino, cosi, tanto per scherzare. Ma ci sono riscontri obiettivi, legami precisi di Parigini con esponenti della destra più fanatica e pericolosa (Lamberto Lamberti, capo di « Ordine nero ». notò' picchiatore; Paolo Pèdbriel- I lo, altro esponente della sezione | « Drieu La Rochelle » di « Ordìne nero » che rivendica la pater- j nità della strage sull'Italicus) | rappori"ron7ersònag8'l dTprtmo j piano come l'Ingegner Pomar, ex ! dirigente del centro nucleare di I rappresentante In Italia I Ispra, del « principe nero » durante la sua latitanza in Spagna; con l'industriale Pavia, amico di Francia, presunto finanziatore dei campi paramilitari; con Giacomo Micalizio, nella cui abitazione palermitana sarebbe stato rinvenuto un vero e proprio arsenale. La mente « nera » rimarrebbe, comunque, l'avvocato Parigini, autore dell'organigramma golpista, l'uomo che avrebbe ispirato le ormai famose due riunioni a Roma dove, dietro la facciata dell'innocente banchetto, si sarebbero messe a punto le varie fasi del colpo di Stato, previsto per questi giorni. Dopo due ore di interrogatorio, l'avvocato Pari- I | j ginl è stato messo a confronto con Mario Pavia. Secondo indiscrezioni, vi sarebbero stati momenti drammatici, ma, tutto sommato, i due imputati sono rimasti saldi sulle loro posizioni difensive. Per identificare il sesto personaggio che partecipò alle riunioni, il dottor Violante si è fatto inviare, dalla polizia di Roma, tutte le fotografie scattate durante i funerali del principe Junio Valerio Borghese. L'interrogatorio di questo fantomatico « Tino » potrebbe essere utile per dissipare le tante ombre che ancora avvolgono l'ultimo tentativo golpista. Intanto, la nuova ondata di mandati di cattura emessi dai magistrati romani per il fallito golpe del '70, ha invaso anche l'inchiesta torinese, coinvolgendo | alcuni imputati per i progetti eversivi del settembre scorso. Le imputazioni dell'inchiesta torinese e di quella romana, almeno per. il momento, sono di¬ verse, ma ciò non toglie che pii- j ma 0 P°' <faIche alv°?al0° S1"" ! dlcfe sMe^ u" conflitto di com I faenza (e già accaduto giorni I fa: Per Salvare Francia). Sa- rebbe auspicabile che questa danza delle competenze fosse risolta al più presto, affinché 1 processi non ne abbiano a subire le inevitabili conseguenze: ritardi paurosi, battute d'arresto delle istruttorie, incidenti procedurali, rinvìi. Mai come in questo momento ciascun giudice delle « trame nere » dovrebbe tener presente il caso del processo Valpreda e far di tutto per impedire che quell'aberrazione giuridica si ripeta. L'opinione pubblica attende, al più presto, di conoscere quali reali pericoli ha corso il Paese e chi sono i responsabili. Sergio Ronchetti L'avv. modenese Parigini dopo il confronto con l'ex federale